FANFIC
Uno scherzo del destino
Beatrice
In città si stava svolgendo una grande fiera di pokemon. Francesca arrivò accompa- gnata dall’inseparabile Wolf, il Growlithe. La ragazza si guardava intorno, ma ciò che le interessava davvero era ben altro. Ormai da diversi mesi aveva lasciato la fat- toria dei suoi genitori, e viaggiava per poter ritrovare James. Più passava il tempo e più si rendeva conto di quanto sarebbe stato difficile realizzare il suo sogno, però una parte di lei non voleva assolutamente arrendersi.
Ad un tratto, le si avvicinò un ragazzo: era molto carino, con i capelli biondo scuro e grandi occhi di un blù profondo, vestito bene; teneva in braccio una giovane femmina di Meowth.
-Tu ti chiami Francesca, vero?-fece lui, con accento francese.
-Sì.-gli rispose lei, estremamente sorpresa nel vedersi affrontata in quel modo da uno
sconosciuto.
-Io mi chiamo Pierre Louis, e vengo da Parigi. Sono un lontano cugino di James.-
Francesca trasalì:
-Sai dov’è lui ora?-
-Purtroppo no. Lo sto cercando con l’aiuto della mia Minù.-
-Ti riferisci forse a questo piccolo Meowth?-
-Oui…Volevo dire sì. La mia Minù è speciale: sa parlare,e ha dei poteri telepatici. E’ con quelli che ha individuato te, e ha sentito che tu potevi aiutarmi.-
-Ti sbagli.-gli rispose Francesca;-Io non ho la più pallida idea di dove sia James.-
-Appunto:-continuò Pierre-lo cercheremo insieme.-.
La ragazza stava per replicare, quando si udì qualcuno gridare:
-Le mie sfere-poké sono sparite!-
-Anche le nostre!-
-Al ladro! Al ladro!-.
-E’stato il Team Rocket.-disse Minù.
Subito arrivarono alcune volanti della polizia a sirene spiegate. Da una scese una
giovane. Tre ragazzini le mossero incontro.
-Agente Jenny, i nostri pokemon sono stati rubati, e fra loro anche il mio Pikachu.-
-Li ritroveremo Ash, vedrai.-.
I poliziotti sguinzagliarono i loro Growlithe.
“Che fare?”pensò Francesca.
Guardò il suo Wolf, e ad un tratto ebbe l’idea.
Si chinò su di lui:
-Trova James e gli altri, e aiutali.-gli sussurrò all’orecchio.
Lui partì subito, e Minù lo seguì.
Poco dopo, i poliziotti ritornarono con la refurtiva. Dei ladri, invece, nessuna traccia.
Il sole stava tramontando, e Francesca e Pierre dovevano cercare un posto dove tra-
scorrere la notte. Ma gli alberghi, a causa della fiera, erano tutti al completo, e lo era
anche il Centro-Pokemon. Così, si accamparono in un parco.
Nel dormiveglia, la ragazza udì dei passi. Stranamente Wolf, che stava facendo la guardia, non abbaiò. La mattina seguente, lei fu la prima a uscire. Proprio davanti alla tenda trovò una rosa rossa e un biglietto:
“Grazie per quel che hai fatto per me e i miei compagni. Vorrei poterti rivedere, par-
larti. Vieni domani notte nel giardino di Villa Artemide.
James”.
Il luogo dell’appuntamento era un’antica villa abbandonata in periferia. Francesca e Pierre scavalcarono il cancello arrugginito, e in pochi istanti si ritrovarono nel grande giardino. La luna piena diffondeva tutt’intorno una luce irreale.
-Francesca!-
-James!-.
Il ragazzo fece per muoverle incontro, quando vide l’altro. Si fermò e lo guardò, per- plesso:
-Tu…mi sembri familiare…-
-Sono tuo cugino Pierre Louis, ricordi? Quando eravamo bambini, le nostre madri si
scrivevano, e si scambiavano le nostre foto.-.
James rimase qualche istante in silenzio, continuando a guardarlo:
-Ora ricordo! Ma come hai fatto a trovarmi?-
-Diciamo che ho un certo sesto senso…-
-Anche Pierre ti ha aiutato oggi.-intervenne Francesca.
-Ma adesso è meglio che io vi lasci soli. Avrete tante cose da dirvi.-.
E, detto questo, il ragazzo se ne andò.
-Quanto tempo! Credevo che non ti avrei più rivista.-
-E, invece, eccoci qua.-
-Già.-
-Quando tu te ne sei andato, è iniziato per me un periodo difficile. Ma Beatrice, la
mia migliore amica, mi è stata molto vicina, e mi ha spinta a reagire: i pokemon mi
sono sempre piaciuti, così ho deciso di diventare allenatrice.-
-Come sei cambiata! Adesso hai un abbigliamento molto più moderno, e ti sei taglia-
ta i capelli.-
-Non ti piace questa pettinatura a caschetto?-
-E’ carina, però io ti ricordavo con quei bellissimi capelli lunghi…-
-Io non ti ho mai dimenticato, James.-.
Francesca tacque e abbassò la testa, sopraffatta dall’intensità delle proprie emozioni.
Ma la rialzò un attimo dopo, e ricominciò a parlare:
-Anzi, devo dirti una cosa importante.-.
Lei prese fra le sue le mani del ragazzo:
-Io…io mi sono innamorata di te. Mi sono innamorata quella sera di un anno fà.-.
James guardava Francesca con un’espressione molto triste.
-Perché non dici nulla?-.
Finalmente, lui si decise a parlare:
-Neanch’io ti ho dimenticata, Francesca. Ma…-.
Sembrava che stesse facendo appello a tutto il suo coraggio, come se dovesse dire
qualcosa di assai doloroso.
-…Ma per noi due non c’è futuro.-
-Non ci credo. Ho fatto troppa strada perché tutto finisca così.-
-Io appartengo ad un altro mondo.-
-Sono diventata allenatrice di pokemon apposta per entrare in questo tuo mondo, e poter stare con te.-.
James scosse la testa:
-Per poter stare insieme dovrei lasciare il Team Rocket, e io non me la sento. Ho
scelto questa vita, e voglio continuare a vivere così.-
-Allora hai ragione a dire che non abbiamo futuro: se tu non vuoi lasciare il tuo Team, sappi che io, invece, non vorrei mai entrarci. Potrei accettare tante cose per
amor tuo, ma non di dividerti con Jessie.-
-Lo immaginavo. Però dimmi una cosa, ti prego.-
-Che cosa?-sospirò Francesca.
-Dimmi che non mi detesterai, e che resterai sempre mia amica.-.
Lei esitò un istante, poi si sforzò di sorridere:
-Okay. Amici.-
-Grazie. Tu non sai quanto questo significhi per me.-.
Fu così che le strade di James e Francesca si divisero di nuovo.
Uscendo dal giardino, la ragazza trovò Pierre.
-Com’è andata?-
-Bene.-
-Ne sei proprio sicura?-
-Veramente…non è andata affatto come speravo. Io sono innamorata di James, men- tre lui ama di più il Team Rocket. Comunque, è inutile parlarne. Andiamo al Centro-Pokemon, piuttosto.-.
Pierre annuì. Ma, quella notte, Francesca non dormì: il ragazzo la sentì che piangeva
nel suo letto, e cercava di soffocare i singhiozzi sotto le coperte.
“Povera ragazza!”pensò“Ha fatto di tutto per mostrarsi forte di fronte a James e a me.
Però d’ora in poi non sarà più sola: adesso ci sono io.”.
Il giorno dopo, Pierre propose a Francesca di continuare il viaggio insieme. Sugli oc- chi di lei passò come un’ombra di tristezza.
-Non so…Non so se abbia più senso per me girare il mondo e allenare pokemon…-
-Mi hai raccontato di come vivevi nella fattoria dei tuoi genitori. Vuoi veramente tor-
nare là?-
-No.-
-E allora resta con me!-esclamò Pierre;-Noi due insieme saremo una grande squadra!-
-Già.-disse Francesca, con il tono di chi ha avuto un’illuminazione improvvisa;-E se
tu e io fondassimo davvero una squadra, con un nome, delle divise e tutto il resto?
Che ne diresti di “Team Dreamers”?-
-Ci stò!-accettò subito il ragazzo, entusiasta.
Fu così che iniziò una nuova avventura per Francesca: la ragazza aveva lasciato la sua casa per inseguire il suo più grande sogno. Purtroppo lo aveva perso per sempre,
ma, per uno strano scherzo del destino, aveva trovato qualcuno che l’avrebbe aiutata a sognare ancora…