Nome o nick: Juuhachi Go
Anni: 12
Indirizzo mail: andrC18@libero.it
Titolo fanfic: Di te soltanto
Serie a cui è ispirata: Kodomo no omocha
Breve riassunto: //
Dedica: //
La fanfic è vietata ai minori di 14 anni? vietata ai minori di 12 anni



JUPPITER CHAPTER - l'Olimpo
by Seya


Sana Kurata,quindici anni, attrice, si ravvivò i setosi capelli castano-rossiccio e mise sul capo un cappello da pescatore in blue jeans coordinato con i pantaloni e si guardò allo specchio. Era OK. La camicetta verde smeraldo, sbracciata, larga e scollata si chiudeva dietro la schiena con laccetti incrociati.

Chissà se sarebbe piaciuta ad Akito… Akito Hayama, che da due anni non vedeva ed aveva sentito raramente per telefono con una bellissima voce che non pareva neanche la sua. Era evidente  che era cambiato, ma lei non aveva smesso di amarlo neanche per un attimo.

Il pensiero di Sana tornò bruscamente al presente al suono del campanello. Aya e Tsuyoshi erano arrivati. Akito tornava quel giorno da New York e loro dovevano andare a prenderlo all’aeroporto con i bagagli pronti perché, per festeggiare l’amico ritrovato, avrebbero trascorso una settimana in una baita di montagna.

Arrivarono all’aeroporto. Akito stava scendendo. Sana lo guardò: era bellissimo, sebbene non fosse cambiato molto. Era diventato più alto, con capelli più folti ed occhi profondi come non mai.

<< Ciao ragazzi!>> fece, rivolto ad Aya e Tsuyoshi.

<< Che voce meravigliosa!>> pensò Sana. Aveva atteso da due anni quel momento per dire ad Akito che era pazza di lui.

Gli occhi di Akito si posarono su di lei.

<< A…>>

<< Non dire niente e vieni con me>> ed il ragazzo la trascinò dietro una colonna.

Sana sentì il cemento freddo della colonna dietro di sé ed il bacio caldo del giovane travolgerla. Il ragazzo cinse la vita della ragazza con le braccia, mentre lei gli abbracciava il collo.

Le loro labbra si divisero ed il ragazzo tolse il cappello a Sana, passandole la mano fra i capelli. << Sei ancora più bella di come ti ricordavo…>> mormorò, stringendola a sé. Le lacrime scorrevano lungo il visino di Sana. << Cosa c’è?>> chiese lui. << Ti ho aspettato per due anni… Non so come ho fatto a stare senza di te… mi sembrava di morire…>>.

<< Sana…>> fece lui, stringendola più forte << …in questi due anni ho passato delle esperienze terribili e l’unica cosa che mi dava forza era il pensiero di rivederti… perché io ti amo, ti ho sempre amato e voglio continuare ad amarti… non sai da quanto tempo voglio dirtelo… >>.

Sana rabbrividì. Rivedere Akito era la cosa più bella che le fosse mai capitata, anche perché lui provava gli stessi, identici sentimenti che Sana non era riuscita a rivelargli. Non aveva neanche la forza di rispondere, così abbracciò il collo del ragazzo e sussurrò al suo orecchio: << Finalmente…>>.

 Lui staccò un braccio dalla sua vita e trafficò nella tasca del giubbotto, estraendo un cerchiolino d’argento… un anello. Glielo infilò al dito e la baciò di nuovo.

<< Aki-kun, sai che andremo in una baita di montagna per una settimana per festeggiarti? Si parte fra poco! >> disse l'attrice.

<< Allora andiamo!>> fece Akito.

<< Ehi ragazzi che fate lì dietro?>> chiese maliziosamente Aya .

<< Nulla…Nulla>> rispose Sana mentre l’amica sbirciava il brillio argenteo al suo anulare.

Andarono tutti a prendere la funivia per arrivare alla baita, una cabina per Sana ed Akito (per volere di quest’ultimo) ed una per Aya e Tsuyoshi. Nella loro cabina il ragazzino abbracciò Sana e le accarezzò la testa. I due rimasero abbracciati per tutto il viaggio e lui baciò appassionatamente la sua girlfriend.

Dopo circa un’ora il quartetto giunse a destinazione. La baita era di cinque stanze: due camere da letto, due bagni ed una cucina

<< Vado a fare una doccia>> disse Akito.

Sana era a pochi passi dalla stanza dove di lì a poco avrebbe dormito a pochi metri dal suo fidanzato. Finalmente avrebbero potuto parlare in santa pace, loro due soli, nella dolce oscurità notturna!

Quando entrò nella camera da letto, alla vista che i suoi occhi realizzarono, si corresse, trasecolata, perché il letto a baldacchino con le cortine delle tende color della neve e le lenzuola di seta candida era matrimoniale! << Mi correggo: sarò a pochi centimetri da lui…>> pensò, sbalordita.

Proprio in quel momento il ragazzo entrò nella stanza, chiuse la porta a chiave e, alla vista del letto, sorrise malizioso, andò dietro Sana e le sussurrò all’orecchio, dolcemente: << Faremo ciò che mi hai chiesto due anni fa e di cui  non siamo stati capaci…>>.

Con la bocca iniziò a scioglierle i laccetti della camicetta… << A… Akito…>> gemette lei flebilmente, avvertendo le labbra tiepide del ragazzo baciarle delicatamente la schiena, centimetro per centimetro.

<< Shhhh…>> sibilò lui come risposta al debole gemito della sua bellissima girlfriend, bloccandole garbatamente i polsi dietro la schiena.

A Sana non dispiacque molto ciò che Akito le stesse facendo, anzi, le piaceva, perché sapeva che lui l’avrebbe trattata con dolcezza e riguardo. Però, in ogni caso, doveva, almeno per il momento, mantenere un certo contegno e resistere alla dolce tentazione di gettarsi fra le sue braccia profumate di sapone. Non fece nemmeno in tempo a pensarci su che il ragazzino le cinse la vita e la attirò a sé, poi si sedette a terra, la schiena contro il letto. Sfiorò le labbra della sua Sana con un bacio piuttosto piccolo e casto, forse anche troppo per i suoi gusti; ripeté il gesto,ma il terzo bacio che le labbra della sua girlfriend assaporarono fu tutta un’altra cosa, dato che ci mise tutta la passione di cui era capace.

Amorevolmente, come un principe che solleva la sua bellissima principessa, la prese in braccio e la stese sul letto, facendole scivolare la camicetta giù dalle spalle. Mentre apriva con uno scatto la clip del suo top, Sana gli tolse la camicia e lui, di rimando, le tolse i Jeans. Pochi istanti dopo il pantalone del giovane toccò terra. Mentre Sana apriva le lenzuola bianche e setose baciava il collo bollente del suo Aki-kun, (le scarpe se le erano tolte entrando in casa) che finalmente si stese accanto a lei.

Si infilarono sotto le lenzuola fresche e, poco dopo, la camera venne attraversata da un paio di slip e di boxer lanciati dal letto, che si aggiunsero al disordine di spiegazzati indumenti sia maschili sia femminili sparsi sul pavimento; poi il corpo della giovane attrice si unì con quello della persona che amava, per la prima volta.

Nelle due ore e mezzo che seguirono Sana capì fino a che punto arrivava l’amore di Akito nei suoi confronti. Era mezzanotte e mezzo e nessuno dei due aveva sonno. Akito, che negli ultimi dieci minuti si era infilato per bene (senza rivestirsi, come Sana, del resto) sotto le lenzuola che da fresche e lisce erano diventate sgualcite e semiroventi, si appoggiò allo schienale del letto ed avviluppò Sana fra le braccia ancora bollenti a causa di quella notte d’amore che era la prima per entrambi e che sembrava non essere terminata.

<< E’ la tua prima volta?>> chiese alla sua dolce Sana

<< Sì…>> rispose lei piano << …e sono contenta che sia con te, Aki-kun… mi hai fatto sentire adulta e felice… non mi sentivo felice senza te…e quando eri con Fuka mi sentivo una bambinetta sciocca e sola che tu non degnavi di uno sguardo…>>

<< Io ero furioso soprattutto con Naozumi>> fece Akito  << pensavo che lui ti piacesse. Allora mi sono messo con Fuka per dimenticarti, per dimenticare come tu avessi ignorato i miei sentimenti senza volerlo. Ma lei ti assomigliava tantissimo. Invece di dimenticarti ti amavo di più ogni minuto che passava, mi tornavi in mente ogni volta che la guardavo negli occhi, ogni volta che le stringevo la mano. Alla fine anche lei capì… ma poi io andai via…Appena ho sceso la scala all’aeroporto e ti ho guardata ero deciso più che mai a dirtelo e l’ho fatto…>>

Sana affondò il viso nella folta capigliatura dorata del quindicenne, facendo scivolare quei setosi capelli color miele fra le sue dita, esattamente come la loro verginità era scivolata via fra quelle lenzuola. Profumavano di shampoo alla pesca.

<< Mentre non c’eri>> fece lei, interrompendo la breve pausa di silenzio << Naozumi mi ha corteggiata senza pietà>>. Fu quella la frase di Sana che indusse il suo boyfriend ad aprire gli occhi, chiusi per meglio gustarsi le dolci coccole della ragazza sui suoi capelli.

<< … Naozumi? Quel brutto… brutto… damerino? >_< >>

<<… già…>>

<< E… e tu cosa hai fatto???>>

<< L’ho respinto. Veniva a casa tutti i giorni. L’ultima volta mi ha portato un anello e mi ha chiesto se volevo ristare con lui… Io gli ho detto che…>>

<<… Che?...>> fece Akito, trepidante.

<<… Che amo solo te… che ti avrei aspettato… che solo tu eri quello a cui voglio davvero bene…Oh, Akito!>> e si strinse più forte a lui << Gli ho detto di smetterla…>>.

<< Perdonami di non essermi accorta prima che tu mi amassi…>> disse Sana, ad occhi chiusi, mentre baciava il collo del suo boyfriend. I dolcissimi baci della ragazza indussero Akito ad alzare il mento, finché lei non arrivò alle labbra, baciandolo appassionatamente. Quest’ultimo rimase sorpreso: era la prima volta che fosse lui a ricevere un bacio da Sana e non il contrario…e baciava molto bene!Aveva fatto male i suoi conti, dato che era ancora buio…così ricambiò il bacio e si acciambellò con l’attrice sotto le lenzuola.

Le cinque ore trascorse dal bacio di Sana, durante le quali i due non smisero affatto, placarono gli spiriti bollenti di entrambi. La ragazzina, sfinita, controllò la sveglia: le cinque e mezzo del mattino! Il che voleva dire che era stata con Akito sette ore! Era riuscita ad ottenere con lui quel rapporto intimo che aveva chiesto due anni fa ed era sicura che quella notte non avrebbe avuto conseguenze.

<< Akito…>> sussurrò…

<<  Sì?>>

<< Grazie per questa notte bellissima…>>

<<No Sana… grazie a te per avermi fatto sentire a mio agio… è la prima volta anche per me… baci benissimo… e…>> rispose, accarezzandole le guance.

<< ... E?>>

<< … hai un corpo meraviglioso…Buonanotte…>>

<< …’Notte...>> e si abbracciarono.

Prima di chiudere gli occhi Sana arrossì compiaciuta: aveva un corpo meraviglioso.

Gli spicchi di calda luce solare che penetrarono dalle tende la mattina seguente rivelarono i due amanti abbracciati proprio come si erano addormentati. Non si erano mossi nemmeno di un millimetro. Infastidita dalla luce, Sana aprì gli occhi e, osservando Akito che dormiva come un angioletto, sorrise divertita. Le pareva di aver dormito pochissimo. Effettivamente aveva dormito poco. Erano le otto e mezzo. Tre ore. Akito era ancora abbracciato a lei e, delicatamente, la ragazza si divincolò dal suo abbraccio senza svegliarlo. Infilò della biancheria intima pulita ed una camicia da notte.

Pochi istanti dopo sentì bussare alla porta: << Ragazzi, posso entrare?>>

<< Dio mio… E’ AYA!>> pensò Sana, imbarazzata: << Akito!... Tesoro svegliati ed infilati qualcosa!>> sussurrò al ragazzo, il quale si svegliò con il bacio di Sana.

<< … ‘Giorno Sana-chan…>>

<< C’è Aya alla porta… VESTITI!>>

In un lampo il ragazzo infilò dei boxer ed un pigiama, poi saltò giù dal letto, mentre Aya gridò con impazienza: << Ma ci siete? Sana? Akito? Che diavolo fate?>>

<< Eccomi… arrivo…>> sbottò l’amica dietro la porta, aprendola.

<< Buongiorno Sana! Ciao Akito! Ehi… che brutta cera avete!>> << N-no, non è nulla>> balbettò Sana frettolosamente.

<< Vado sotto la doccia>> biascicò il ragazzo, mentre sbadigliava.

<< Sì, anch’io>> disse lei, mentre si avviava nella direzione opposta. Finì per prima di lavarsi, così andò in cucina e preparò the e biscotti per lei, Akito ed Aya. Quando tutti e due entrarono in cucina, Sana si ricordò di Tsuyoshi, ma la fidanzata disse che dormiva e che gliel’avrebbe preparata più tardi.

L'attrice arrossì appena Akito iniziò a sorseggiare il the. Aveva preparato la colazione solo per lui e ne era felice. << Ehi! E’ ottimo!!! Complimenti…>> disse lui.

<<…Grazie…>> rispose lei, rossa come un tizzone ardente.

Aya si alzò: << Vado a svegliare quel pigrone!>> e si allontanò.

Akito prese il polso di Sana e la strattonò a sé, facendole aderire la schiena alla credenza: << Grazie per la colazione… ma quello che mi hai dato non era un bacio del buongiorno: troppo piccolo…>> protestò ironicamente.

<< Calma Aki-kun, calma… ci sono in giro Aya e Tsuyo…>>, ma il ragazzo la baciò senza farle neanche terminare la frase.

<< Non me ne frega proprio niente di Aya e Tsuyoshi… Tanto loro sono fidanzati!>>

<< Lo so, ma loro non si sono MAI baciati davanti a noi…>>

<< Ma dai! Cosa vuoi che sia un bacio! Non fare la pignola!>>

<< Non farmi pentire di avere accettato l’anello!>> disse scherzosamente Sana.

<< Ah, allora è così che la pensi!>> disse Akito, mentre sorrideva, iniziando a fare il solletico alla fidanzata che moriva dal ridere.

Sana aveva ragione. Quei due anni in America lo avevano cambiato molto. Loro due si erano allontanati ed entrambi sapevano di essere innamorati. Due anni prima l’Akito tredicenne, sebbene innamorato di lei, non avrebbe avuto il coraggio di trascinarla dietro una colonna e baciarla con tanto ardore come lui aveva fatto appena l’aveva vista ( nonostante questo tipo di esperienza l’avesse già provata con lei) e non le avrebbe mai consegnato l’anello con tanto di proposta di fidanzamento. Non si sarebbe neanche sognato di coccolarla, trascinarla in una bellissima notte d’amore, di farle il solletico, di scherzare, chiacchierare molto. La lontananza e tutto ciò che Akito aveva passato, il pensiero di rivedere lei, Sana, avevano temprato il suo carattere, facendo in modo che timidezza ed aria taciturna e dura sparissero poco a poco, senza sminuire il coraggio, la generosità, la sensibilità e l’irresistibile bellezza che aveva sempre avuto, anzi, portando al massimo le sue qualità. E LEI ERA FIERA DEL SUO AKITO, PER COME ERA DIVENTATO!

Mentre rifletteva, Sana si sbellicava dalle risate ed Akito rideva con lei, senza preoccuparsi di ridere troppo… con Sana accanto avrebbe iniziato una nuova vita ed era sicuro che la ragazza sarebbe stata la sua vera forza e lui l’avrebbe protetta, a qualunque costo.

 

<< Eh, no! Ora tocca a me! Non penserai mica di finire così!>> ed allora fu lei a solleticare il suo boyfriend ed a prendere in pugno la situazione.

Passarono più di dieci minuti a solleticarsi a vicenda senza pietà, finche Akito non disse, fra le risa: << Ok… ok… mi arrendo, hai vinto tu… riconosco la sconfitta!>>

<< Vado a cambiarmi>> disse Sana, mentre si avviava verso la  camera da letto e Akito, di soppiatto, la seguì.

La ragazza dimenticò di chiudere la porta, trasalendo quando il ragazzo la sbatté dietro di sé e la abbracciò da dietro. Ad occhi chiusi toccò il collo di Sana-chan con la punta della lingua, poi lasciò che lei si divincolasse dal suo dolce abbraccio.

<< Resto?>> chiese lui, con lo stesso tono che si potrebbe usare per chiedere una matita al compagno di banco.

<<  >___< MA CHE RAZZA DI DOMANDE MI FAI! >___< CERTO CHE NO!!!!! >__________< >>

<< Ok…!>> ed uscì dalla stanza con le mani in tasca, chiudendosi la porta alle spalle.

<<… Sfacciato...>> borbottò la giovane fra sé e sé.

Infilò un jeans ed un top nero, una canottiera sbracciata (bianca) ed un paio di sandali, poi ci pensò su ed infilò anche una camicia di cotone azzurro. Per aggiustare i capelli prese un elastico verde e li raccolse in una bassa coda di cavallo; per completare l’opera aggiunse uno spruzzo di profumo sensuale e… voilà! A razzo da Akito, che era pronto, in T-shirt nera e shorts blu, con un pungente odore di deodorante alla menta, che a Sana piacque. Anche lui aveva i sandali. << Wow, Sana-sama! Dove vai vestita così?>> fece, ironico.

<< Pensavo che se Tsu e Aya escono possiamo andare con loro!...o no?>>

<< E sprecare una giornata che possiamo trascorrere insieme? Noi due soli…???>>

Sana sorrise. Intanto Aya e Tsuyoshi sopraggiunsero nella stanza.
I due ragazzi chiesero all’unisono: << Uscite con noi? Abbiamo in programma una bella giornata di DODICI ORE fuori casa!!!!>>

Fu Akito a rispondere: << Odio le gite…>>

Sana sorrise, fremendo impercettibilmente al pensiero di dodici ore con Akito: << Resto anch’io!!>> ed il ragazzo le rivolse uno sguardo colmo di gratitudine.

<< Ok, noi ci siamo vestiti. Ciao! Ci vediamo stasera tardi!... Buon divertimento…>> li salutò Aya, maliziosa.

Appena sentirono sbattere la porta di casa, Akito sorrise, ricevendo, per tutta risposta, uno sguardo interrogativo dalla sua Sana, poi accese la musica (sulla mensola dei fornelli c’era una radio). Le note dolci di una canzone dal titolo “Always Be With You” dilagarono nell’aria, contribuendo a creare un’atmosfera molto romantica. Come si addiceva ad un momento simile, Akito prese la mano di colei che aveva trasfigurato la sua vita, la ragazza di cui era davvero innamorato, che, nel frattempo, si era seduta su una sedia e la indusse ad alzarsi, e le cinse la vita  con le braccia che fino a qualche giorno prima erano abituate a sferrare duri colpi da esperto karateka e la guardò con un paio d’occhi tanto dolci che lei sarebbe volentieri svenuta fra le sue braccia. E pensare che fino a poco tempo fa  proprio quegli occhi dolci e lucenti avevano rivolto al mondo sguardi tristi e scoccato occhiate gelide che neanche la temperatura di un iceberg sarebbe riuscita a descrivere!

Nessuno dei due voleva rompere con le parole quel romantico incanto. Dire “ti amo” non sarebbe servito a nulla, dato che quel sentimento si intuiva solo a respirare l’aria che circolava nella stanza.

Akito strinse Sana con un solo braccio, mentre con l’altro le prese la mano e lei fece lo stesso. Poi iniziarono a ballare… Dio… la bellissima ragazza che volteggiava fra le braccia di quell’affascinante karateka non riusciva ancora a credere che quel giorno, unito alla notte appena precedente, stesse trascorrendo davvero. Chiuse gli occhi e si lasciò andare… non avrebbe mai creduto che Akito  fosse anche ballerino che, per non aver mai ballato in vita sua, era semplicemente divino… ricordava che lui avesse perennemente odiato ogni forma di ballo. Evidentemente ballare con quell’atmosfera avrebbe trasformato anche il più restio alla danza in un ballerino nato.

Poi si appoggiò al petto del suo boyfriend, ad ascoltare il battito del suo cuore… Per lei era musica anche quella… mentre Akito la faceva volteggiare nella stanza l’ultima cosa che avrebbe voluto era separarsi da lui.

<< Sana…>>

<< ??>>

Akito le prese il volto fra le mani.

<<… voglio che tu mi guardi…>>

Aprendo gli occhi, la ragazza si trovò a fissare quegli occhi castani che, a loro volta, la guardavano e provò l’ardente desiderio di annegarci dentro.

<< Ascoltami…>>

<< Tutto quello che vuoi…>>

<< Scappiamo insieme…noi due soli… io e te…>>

Sana si bloccò: si sarebbe aspettata tutto, ma non quello.

<< A-Akito… m-ma c-che v-vorresti d-dire?>>

<< Voglio dire che voglio solo te per il resto dei miei giorni e non voglio più lasciarti… non ti perderò di nuovo…>>

Sana era sempre più allibita…

<<…M-ma tu non mi perderai mai, io ti sarò sempre vicina…non dimenticarlo mai>>

<< Appena torneremo a casa il lavoro ti assorbirà quasi del tutto e non avremo mai un po’di tempo insieme… e poi… con quel dannatissimo Naozumi fra i piedi sarai sempre più lontana da me… Godiamoci i giorni qui alla baita e poi decidiamo dove andare… Non ce ne pentiremo, vedrai!>>

<< Ma Aki-kun…>>

<< Io avevo trovato una vita autonoma in America [fate conto che ci sia andato solo . ND Lady Sana].L’unica cosa che mancava eri TU! E lì è tutto diverso:ci si può sposare a quindici anni, si può trovare una casa alla nostra età e noi potremo avere una vita nostra! Scappiamo in America!!!!>>

Dire che Sana era sbigottita è decisamente poco. Una parte di sé stessa la implorava non proferire parola, eppure nel profondo dell’animo quello era uno dei suoi sogni più segreti ed ambiziosi. Avrebbe lasciato il mondo dello spettacolo, la sua famiglia, tutta la sua vita per Akito? Forse sì. Nemmeno lei lo sapeva e l’unica cosa certa era che lei lo amava alla follia e che una follia in un amore folle[Che bel gioco di parole!! ND Lady Sana] era assolutamente lecita.

Tuttavia Akito rispose solamente: << Ci penseremo dopo. Abbiamo solo pochi giorni per stare in pace senza seccatori, quindi vediamo di non sprecarli con dubbi e preoccupazioni inutili, OK?>>

<< …ok… ma tu dammi una sola ragione per venire con te ed io ti seguirò…>>

Sana vide Akito sciogliersi in un sorriso dolcissimo che di rado illuminava il suo bellissimo viso.

<< Voglio sposarti, Sana Kurata…>>

<< ( sorrise e si sciolse i capelli) Anch’io, Akito Hayama… ti giuro che lo farò, dovesse costarmi qualunque cosa…>>

<<… Un comune mortale sposo di una grande attrice…>>

<< Ah, smettila!>>

<<…non è forse la verità?>>

<< Ma finiscila, lo sai che non è così! Tu non sei un “comune mortale”, ma Akito Hayama, l’unica persona che mi fa sentire davvero desiderata su questa Terra e per cui io sacrificherei tutto, vita compresa. Ecco chi sei.>>

Poi la ragazza avvertì le parole di Akito  divenire un dolce, flebile sussurro: << Chi sei tu Sana…? Chi sei tu per aver scombussolato il mio cuore e stravolto la mia vita con la tua gioia di vivere, facendomi capire per la prima volta cosa significa amare ed essere amati?...Ed è per questo che ti amo… mia dolcissima, bellissima attricetta… mia bellissima Sana…>>

Poi quest’ultima sentì le labbra del fidanzato sulle sue e si sentì bollire…era il bacio più profondo che avesse mai ricevuto da lui.

Appena si fu ripresa, Sana propose a giocare al tipico gioco strategico giapponese Go-Bang. La sorte volle che venisse battuta quattro volte, finché non perse la pazienza e propose di andare a fare un pisolino.
Akito acconsentì di buon grado, dato che anche lui provava un’insostenibile stanchezza, così, una volta sul letto ( che Sana aveva rifatto), si accomodò accanto a lei.  

Tutte le tapparelle erano abbassata e la luce che entrava nella stanza era quasi nulla. Prima di chiudere gli occhi per affondare in un rinfrancante sonno, Akito vide che Sana si era addormentata appena stesasi sul soffice letto a due piazze, senza nemmeno raggiungere il guanciale, così la prese fra le braccia, la stese con la bellissima cervice dai lunghi capelli castano-rossiccio appoggiata sul cuscino, le tolse i sandali e la infilò sotto le lenzuola, con tanto di piccolo bacio sulle labbra sottili che lui aveva assaporato con baci molto più profondi di quello, augurandole: << Buon riposo Sana-chan, amore mio…>> e, tolti i sandali e raggiunti cuscino e lenzuola, cadde come lei nell'abisso ristoratore che solo una bella dormita riusciva ad evocare.

DRIIIIIN! DRIIIIIN!

Un Akito assonnato e con i capelli scarmigliati scese dal letto ed andò al telefono della cucina, imprecando contro l’insistente squillo dell’apparecchio: << Arrivo, dannazione, arrivo…>>, bofonchiò, la voce arrochita dal sonno.

<< Yawn… P-Pronto?>>

<< Ah, Akito, ciao sono io>>

<< Sì… Tsuyoshi… che c’è?>>

<< Noi dormiamo fuori, giù in paese. Aya vuole stare sola con me… *_* ! Che mi debba dire qualcosa?>>

<<… Buon per te… Allora, non tornate?>>

<< No ^_^>>

<< O… Yawn… OK. Ciao Tsu>>

<< Ciao, a domani>> e riattaccò.

Maledicendo Tsuyoshi per avergli fatto perdere il sonno, Akito andò in cucina. Gli bastò una occhiata alla parete per capire perché, nonostante fosse assonnato si sentiva così…messo a nuovo: aveva dormito quattro ore. Si mise all’opera con i fornelli e preparò del the, sorseggiandolo poi abbandonato su una sedia, perso nelle sue ardue riflessioni.

Scappare in America con Sana… Se lei avesse accettato, lui ne sarebbe stato capace? Avrebbe sempre saputo cosa fare, in ogni situazione? Avrebbe saputo consolare la sua ragazza  quando si sarebbe sentita sola e sperduta? E soprattutto… in quei momenti avrebbe saputo autoconsolarsi? Tuttavia nutriva dei dubbi sul fatto che avrebbe rimpianto la sua famiglia…

Scacciò quei pensieri e rammentò a sé stesso ciò che aveva detto a Sana. Avrebbero trascorso quei giorni spensieratamente, con l’animo leggero ai pari delle nuvole. Era determinato ad arginare sé stesso e Sana da qualunque tipo di preoccupazione.

La ragazzina intanto lo cercava a tentoni sullo spazio vuoto del letto accanto a sé, così, non riuscendo più a dormire si alzò e, ad occhi semichiusi ed a piedi nudi, andò in cucina, trovando Akito che, scalzo, beveva il the. 

<< Yawn… Allora sei sveglio>>

<< Da poco. Quando ha squillato il telefono dormivi. Hai sete?>>

<< Mi andrebbe un po’ di the… Yawn… Quanto abbiamo dormito?>>

Akito, mentre versava il the rimasto nel bollitore in una tazza, non fece attendere la sua risposta: << Quattro ore>>

<< Ah…>>

Sana prese in mano la tazza portatale dal fidanzato e ne bevve il contenuto a piccoli sorsi. Nonostante fosse estate lì in montagna nevicava, ma in casa ci si poteva vestire sbracciati.

<< Akito…>>

<< Mh?>>

<<… guardami e dimmi che ce ne andremo insieme… Giuramelo…>>

<< Sana… i-io…>>

<< Guardami>>

<<… i-io non lo so… ma farò tutto quello che è in mio potere per farti felice. Te lo giuro su tutto il bene che ti voglio… te lo giuro… Ti amo a tal punto che potrei anche fare follie per te…>>

Si avvicino a lei. Sana avvertì le labbra di Akito poggiarsi sulle sue per un meraviglioso, profondo bacio,che lei ricambiò con piacere.

<< Mi sposerai se andremo in America?>> le chiese.

<< Contaci… lo farò…>>

Lui la strinse forte. Non c’era mai stato un momento con Akito in cui non si fosse sentita protetta… Lo amava. Lo amava così tanto che decise che avrebbe mollato tutto, famiglia, amici, carriera per andare via con lui, Akito. Il SUO Akito, ed era decisa a dirglielo.

<< Aki-kun…>>

<< Dimmi…>>

<< Verrò… verrò con te…>>

<<!! Davvero lo vuoi?>>

<< Sono decisa a mollare tutto, tutto… solo per te… solo perché ti amo… Ora so cosa voglio dalla mia vita, ora ho capito…>>

Passarono il resto della giornata a programmare il viaggio e Sana non si era mai sentita tanto libera in vita sua. Finalmente. Finalmente avrebbe finito di faticare ore ed ore per programmi televisivi e spot pubblicitari, sarebbe vissuta con il suo Akito, il quale sarebbe diventato la sua famiglia. L’idea di avere un figlio da lui si stava facendo sempre più concreta nella mente della giovane e non era più qualcosa di inverosimile, irraggiungibile, ma si rese conto  che, anche se quindicenne, poteva benissimo affrontare una gravidanza. In un primo momento si vergognò dei suoi pensieri, ma se avesse potuto avere un bambino dal suo ragazzo ne sarebbe stata felice. Non sapeva perché quell’inconscio desiderio fosse uscito a galla così subitaneamente, ma era decisa a varcare ogni limite ed a realizzare il suo obiettivo. Aveva sempre desiderato diventare madre.

 Quella sera si decise. Mentre Akito era in cucina a guardare la TV, Sana sgattaiolò in camera da letto e si preparò. Completata l’opera pensò che se non riusciva anche soltanto a far girare la testa al suo ragazzo, costui aveva molto sangue freddo. Anche troppo. Aveva indossato un top  di pizzo bianco, con slip abbinati, più un vestitino di velo bianco, totalmente trasparente e molto corto. Con i capelli sciolti che le ricadevano, come di consueto, sulle spalle ed una buona spruzzata di profumo era davvero irresistibile.

Si infilò fra le lenzuola e chiamò Akito: << AKITO! VUOI VENIRE A DORMIRE O NO?>>

<< Arrivo, arrivo…>>

Quando Akito giunse nella stanza, che Sana aveva illuminato con candele profumate, si sentì avvolgere da una piacevole fragranza, ma fu quando sollevò le lenzuola per coricarsi che Sana capì di aver creato l’atmosfera giusta. Rimase a bocca aperta, ad occhi sgranati. Sana era bellissima? No, era molto, molto più che bellissima e, si vergognava a pensarlo, era molto, molto più provocante della sera prima. La ragazza lo afferrò per la maglia e, facendolo sedere sul letto, gliela sfilò con grazia e lentezza: << Allora? Come sto?>>

Sana si accorse che quelle parole ebbero un effetto spassosissimo sul povero ragazzo che, pur cercando di riacquistare il sangue freddo per cui era famoso, non ci riuscì.

<< S-sei meravigliosa… n-non riesco a dire altro…>>

<< Allora se non riesci a parlare dammi un figlio!>>

<< M-ma Sana, c-c-cosa stai dicendo!>>
<< Ascoltami… so che ti sembra strano, ma io affronterò la gravidanza con responsabilità e noi avremo un pretesto in più per andarcene… sarò un’ottima madre ed un’ottima moglie, vedrai…>>

Akito si vergognava, ma anche lui voleva diventare padre. Padre di un figlio avuto da Sana e, anche se in un primo istante gli parve una cosa sconsiderata,cedette. In fondo Sana era nata quando Keiko Sakai aveva solo quattordici anni e, purtroppo, nel suo caso, la madre non aveva potuto mantenerla per vari motivi, la abbandonò appena nata. Nel loro caso non sarebbe successo, dato che Sana era ricchissima.

 

Poche ore erano trascorse dalle riflessione del ragazzo. Entrambi tremavano, madidi di sudore,  l’una nelle braccia dell’altro. Sana disse:

<< A-Akito…>>

<< D-dimmi S-Sana>>

<< T-ti amo… T-t-ti amo… ch-chissà se ce l’abbiamo fatta…>>

<< L-lo spero…>>

Sana deglutì e si strinse a lui.
Il sonno, una volta subentrato nelle menti sovraccariche dei due ragazzi, li cullò in dolci sogni in cui erano diventati neo-genitori.

 

Il resto dei giorni in montagna trascorsero felicemente, molto in fretta. Troppo in fretta. Sana ed Akito non riuscirono ad assaporare completamente la gioia e la tranquillità di quel posto, assillati com’erano dai loro pensieri, tuttavia si divertirono molto, soprattutto quando, la mattina dopo la loro seconda notte d’amore, Akito portò (o almeno tentò di portarle qualcosa di commestibile) la colazione a letto a Sana, che si svegliò con un vassoio colmo di pietanze ed un vaso di fiori poggiatole sul comodino.

<< Buongiorno Sana!>> disse la voce di Akito, appostato sulla porta.

La colazione a letto!? Akito era proprio cambiato!  Non fece attendere le cibarie sul vassoio, assaggiando una frittella contemporaneamente ad un sorso di frullato.

Per poco non svenne. Dall’odore e dall’aspetto non si vedeva, ma quelle frittelle erano collose quanto una gomma da masticare, ed il sapore non era da meno:sapevano di plastica bruciata! Il frullato sapeva di qualcosa di strano e la malcapitata fu lieta di non sapere cosa Akito avesse mai usato per prepararlo.

Per non deluderlo, la ragazzina, ingoiando a fatica, commentò: << Sei più bravo di uno chef, sai?>>

<< Davvero? Fa’assaggiare…>>

Ingoiato il boccone quasi vomitò: << GORF…SPUT!... URGH!!... Che ottima porcheria! Come fai a mangiarla??>>

<< Dio mio! Akito! Tutto bene? Volevo farti un piacere!>>

Poi, guardando la sua faccia verdastra e corrucciata, scoppiò in una fragorosissima risata, proprio come il povero “chef”.

Il momento della partenza arrivò. Pronti con i bagagli in mano, andarono alla funivia.

Sana si specchiava sul vetro, mentre Akito le stringeva la vita.

<< Come faremo ad avere i soldi?>>

<< L’unica soluzione è chiederli a tua madre… Ci servono per il viaggio ed una casa… ma ti prometto che ce la faremo, te lo giuro…>>

 

Un mese … un mese era passato dal giorno in cui Sana aveva chiesto un figlio ad Akito. Ora quella stessa ragazza fissava atterrita il suo test di gravidanza. Trattenne l’urlo che stava per diffondersi nel bagno. ERA INCINTA. Era incinta da lui. Non riusciva a crederci. Rifiutava di crederci. Tutto quello che riuscì a fare fu schizzare fuori dal bagno ed uscire di casa.

Poco dopo si ritrovò davanti a casa Hayama, col fiatone. Akito stava tornando a casa in quel preciso istante e, vedendo Sana in quello stato, appoggiata ansimante e pallida, al muretto di casa sua, le chiese il perché delle sue condizioni:

<< Sana… cos’hai?>>

<< Akito… ascolta bene ciò che sto per dirti…>>

<<?_?... Parla… ti ascolto>>

<< Sono incinta. SONO INCINTA!>>

Akito, pallido come un cencio, rispose tremante: << … S-Se q-questo è u-uno scherzo è-è t-troppo…>>

<< No Akito, è tutto vero…è tutto vero…>> ribadì, mentre si videro sui suoi occhi castani i primi accenni di lacrime.

Venne stretta nell’abbraccio di Akito, mentre le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, senza essere né di gioia, né di dolore… erano solamente lacrime, lacrime né dolci né amare, solo uno sfogo di quei sentimenti che turbinavano dentro di lei.

<< Sana, dobbiamo andarcene subito, finché non diventi evidente che tu sia incinta… sarebbe uno scandalo>>

<< Dovrò vuotare il conto in banca… ok… LO FARO’ PER NOSTRO FIGLIO!>>

<< Partiremo domattina… fatti trovare alle sei sotto casa mia. Appena arrivi fammi uno squillo di cellulare ed io scenderò. Stasera dormirò vestito. Ciao amore…>> e sciolse l’attrice dall’abbraccio.

Sana tornò a casa. Raccolse tutto il suo coraggio e disse alla madre che doveva fare un prelievo dal suo conto corrente.

Misako non fece domande. Intuì però che in quei sette giorni doveva essere successo qualcosa di importante fra Akito e sua figlia,aveva anche l’idea di cosa si trattasse e da dove la sua Sana fosse appena tornata: casa Hayama , dove si era diretta già in passato per importanti questioni di cuore. Aveva fiducia in lei, ritenendola capace di gestire coscienziosamente la sua vita, così le disse semplicemente: << OK, prendili pure>>.

La ragazza fu grata alla madre che non ebbe nulla da obiettare, così andò in banca ed in seguito dal boyfriend.

<< Akito...>>

<< Sì?>> rispose lui che, allungato sul letto della sua camera, le accarezzava il grembo.

<< Andiamo a prenotare i biglietti>>

<< Ok>> rispose lui, mentre si alzava dal letto.

Più tardi, tornati dall'agenzia e fissata la partenza per il giorni successivo,alle sette e un quarto del mattino, telefonarono alla chiesa del  Reverendo Patrick Mitterson (conosciuto da Akito) di New York  per fissare la data della cerimonia nuziale, che venne poi sistemata il giorno del loro arrivo, tre ore dopo l'atterraggio all'aeroporto.

Soltanto una parola riuscì a descrivere il resto dela giornata e la notte che lo seguì: ANSIA da parte di entrambi gli innamorati.

 

 Akito aveva comprato due anelli di bronzo dorato come anelli nuziali e li stringeva forte, come per trovare conforto. Erano le sei. Senza farsi udire, prese i suoi bagagli e uscì fuori dalla porta, dato che il cellulare aveva vibrato nella sua tasca.

Trovò Sana davanti al cancello.Riuscì a dirle poco, solo un << Ciao>> appena udibile, seguito da un <<Andiamo>> ancora più flebile. Prese la fidanzata per mano ed, entrambi pieni di borse preparate la sera prima, andarono all'aeroporto.

Nell'ora ed un quarto di attesa fecero colazione al bar dell'aeroporto di Tokyo, poi, dopo aver bighellonato, udirono la chiamata del loro volo.

Determinati più che mai, si accinsero a partire.

 

Il viaggio durò giusto il tempo che permise ad entrambi di riposare, però cio non significava affatto che i due fossero tranquilli. Akito fu il primo a svegliarsi.

<< Sana... Sana, svegliati!>> le sussurrò dolcemente.

<< Ah... siamo arrivati?>>

<< Sì, forza, dobbiamo andare in un hotel per prepararci...>>

<< OK>> disse lei.

 

Piu tardi, in chiesa, una Sana meravigliosa, vestita con un abito da damigella d'onore, con i capelli sciolti ed una ghirlanda di fiori sulla testa avanzava verso Akito, il SUO Akito, vestito con un bel completo: giacca, cravatta, calzoni e scarpe neri con una camicia bianca.

La voce del Reverendo si diffuse nella chiesetta: << Siamo qui riuniti oggi per unire in matrimonio questi due giovani: Sana Kurata ed Akito Hayama...>>.

Dopo il rito, lo scambio degli anelli e tutto il resto, il Reverendo Mitterson pronunciò:
<< Ora può baciare la sposa!>>

Il ragazzo si avvicinò alla sua adorata, quest'ultima chiuse gli occhi, lui la guardò per un istante e poggiò le labbra sulle sue... << EVVIVA GLI SPOSIIIIII!!!!!!!!!! >>.

Ad urlare erano stati tutti i loro amici! Misako aveva dato biglietti last minute a tutti, avendo trovato il biglietto di Sana che le spiegava tutto. Era lì anche lei... radiosa e sorridente, contentissima per la figlia. Stessa cosa valeva per i parenti di Akito, accorsi là!

I due sposi novelli comprarono una villetta in un paesino vicino New York, ma non è tutto! Sana scoprì di aspettare due gemelle, che decise si sarebbero chiamate... Keiko e Mako!

Finalmente erano felici, felici di trascorrere la loro vita nel calore di una famiglia che avrebbe dato loro conforto, ma soprattutto furono felici di essere l'uno accanto all'altra... sapendo di non separarsi mai più.

 

FINE