I fiori del male
By Luciano Riddle




La notte passò tra mille tormenti ed  incubi terribili: i volti mai visti di tutti quelli a cui avevo tolto la vita per spasso … mi chiamavano, … mi prendevano, nooo !!!!

Mi svegliai urlando, mentre mio padre mi scuoteva e schiaffeggiava (con suo sommo piacere) cercando di farmi calmare.

In cielo l’alba cominciava ad apparire, un alba fredda, insignificante, l' ultima.

C'erano ancora tante cose che non avrei mai potuto fare, ma poco per volta, stavo cominciando a  rassegnarmi all’evidenza.

Per colazione due elfi ci portarono un porridge freddo che non toccai nemmeno e il resto della mattina lo passai riflettendo sulla proposta di Serpeverde...non era poi così male.

Un veleno indolore, rapido ed efficace.

Le ore passavano e io impazzivo sempre di più; è veramente orrendo contare  il tempo che manca alla propria morte e saper di non poterci far niente, aspettare un miracolo, sperare ....

Già la speranza, è la negazione della realtà. Così la pensava Raistlin, l’unico Black mai esistito (Il più potente Signore Oscuro mai vissuto al mondo), infatti la speranza è come un verme che ti rode il cuore; scommetto che perfino lui, mentre stava morendo per mano della dea  Takhisis nell' abisso, sperava in un miracolo, ma questa è un' altra storia, che non potrò raccontarvi.

Un' altra mia filosofia vera è che non sai se è più il tempo passato  o quello che ti rimane ancora da vivere. Se avessi saputo che tutto sarebbe finito quella mattina, non sarei uscita solo dalla Sala Grande, sarei scappata via da Hogwarts a gambe levate, probabilmente con la mia comet.

Quella mattina non sapevo che avevo ancora un giorno di vita, non l'avrei mai osato immaginare.

La mia permanenza nell' ufficio di Piton (appositamente vuoto) fu una vera e propria tortura psicologica, degna dei peggiori demoni dell' Abisso.

Questi discorsi per alcuni non potrebbero avere alcun senso, ma dovete capire la mia situazione, la mia somma disperazione. 

Adesso non sarei così se non mi fossi resa conto delle verità di Raistlin in tempo, chissà se lo incontrerò laggiù. Chissà come è andare all’inferno.

Voi piccoli mortali umani state lì a sperare che questo e quell'altro vada bene,... e poi va sempre all' opposto di quello che voi speravate.

Io avevo perso tutto, a voi sembrerà impossibile, ma ero pronta a incontrare la mia dea, la regina del male e degli inferi, Takhisis.

E, al culmine della crisi, avvenne il miracolo insperato.

 

Mezzogiorno era arrivato e gli elfi con esso.

Entrarono e posarono le vettovaglie sul tavolo, ma non se ne andarono di corsa, come al solito, anzi si misero a fissarci.

Dovete sapere che gli elfi, una volta erano un unico popolo, la loro bellezza era leggendaria: biondi, dai lineamenti e dalla corporatura sottili, magicamente belli.

Alcuni di loro, però, amavano le arti magiche nere e costituirono una piccola setta, che venne scoperta e i membri esiliati dalla loro patria. Da qui nacquero gli elfi scuri, che andarono a studiare con gli altri maghi umani e alcuni di loro divennero estremamente potenti e famosi, si chiamavano shalafi (in elfico vuol dire maestro) e costituivano l'elite degli elfi neri.

Un giorno, per vendicarsi dell'esilio, che era la peggiore pena inflitta da queste creature, ritornarono in patria, in grandi forze e, con potenti malefici, trasformarono coloro che li avevano odiati e banditi in deformazioni orribili delle splendide creature che erano prima: gli elfi domestici, costretti ad ubbidire a loro e a tutti  i maghi per l’eternità.

Solo un piccolo gruppo si salvò, gli elfi di Qualinesti, che si rintanarono e isolarono all' interno delle foreste vergini,  dove dimorano tuttora, mente gli elfi oscuri diventarono potenti e costituirono un' altra patria, Silvanesti.

 

Quei due rifiuti del mondo mi stavano veramente seccando.

- Ehi, piccolo scarto della natura che cavolo hai da guardarmi così? Non sono ancora morta sai? Vieni ad Azkaban stanotte e assisterai allo spettacolo!- borbottai.

- Ehi non si tratta così chi è venuto a salvarvi!- rispose sibilando il piccolo sgorbio.

Li guardai sbigottita e poi riconobbi degli occhi grigi e freddi, a me molto familiari.

Corsi loro incontro e baciai a non finire quell'ammasso di stracci, che ricambiò come soleva fare solo una persona al mondo.

- Draco! -

- Sh, serpentello. Ho poco tempo per spiegarti:  sono riuscito a trasformarmi in un elfo e ad eludere la sorveglianza delle guardie, assieme a Goyle. 

Ascolta, io e un altro gruppo di Serpeverde abbiamo ideato un piano per portarvi fuori da qui.

Mangiate quella roba, dentro c'è un potente veleno fatto con semi di occhi di drago, che ho preparato io stesso con l' aiuto di Piton, anche se a sua insaputa, che vi farà sembrare morti. Nemmeno il più potente incantesimo Innerva potrà risvegliarvi e voi dormirete per 36 ore.

Trafugheremo i vostri corpi, quando vi porteranno fuori da qui per condurvi ad Azkaban e vi metteremo al sicuro-

- Sai, mi ero già  rassegnata a dover morire -

- Mai. Adesso devo andare. Ti amo -

Rimasi in silenzio per un po' poi, mentre lo baciavo gli sussurrai - Anch' io-.

In quel momento sentii la voce di Voldemort, fredda e acuta dietro di me:- La prigionia ti ha fatto impazzire, visto che ti sei messa a sbaciucchiare pure gli elfi, adesso-

- Zitto stupido-

Mentre gli elfi uscivano gli spiegai il piano e l' unico commento finale di papa fu:- L' ho sempre detto che i Malfoy hanno sangue di elfi scuri nelle vene. Stava proprio bene, così, il tuo piccioncino!-

Visto che avevo i nervi tirati al massimo e dovevo sfogare su qualcuno la mia contentezza gli diedi un piccolo pugno che per sbaglio gli spaccò il labbro.

- Non parlare mai più di Draco così! Almeno a lui, importo qualcosa. Altro che i tuoi seguaci, dove sono loro? Ah sì, giusto, ti hanno tradito.- feci con fare maliziosamente provocatorio.

Con il sangue che gli colava giù per il mento  mi sibilò di rimando:- Non prenderci gusto con questi pugni. Chiaro?-

Mangiammo in silenzio la zuppa di pollo e ortiche. Io pregavo tutti gli dei che conoscevo che questo piano funzionasse, anche se aveva più buchi di un vecchio calzino babbano.

Dovevo ancora finire l’unta brodaglia che cominciò a mancarmi il respiro, soffocavo .... la stessa cosa stava succedendo a Voldemort.

Speravo che Draco avesse mischiato bene tutti gli ingredienti e dosato con cura la pozione, ... lui aveva la mano pesante ...

Stavo cercando di respirare quando caddi dalla seggiola sul freddo pavimento, un attimo prima di "morire".

 

 

- Ne è sicuro?- la voce secca del Ministro della Magia,  riecheggiò per la stanza , andando a perdersi nell' allegro scoppiettio del fuoco nel camino.

- Assolutamente, signori. Quello era veleno di basilisco, mischiato ad altri componenti nefasti. Una goccia di quella roba poteva stendere un drago spinato!

Ah, abbiamo anche trovato una boccetta di veleno di vipera sul pavimento della stanza, ma non è stato usato.- il medico si dondolò  nervosamente sulla sedia.

-  I Signori devono aver capito che non avevano via di scampo e hanno preferito morire a modo loro-

Seduto dietro la scrivania Silente stava riflettendo.

- No, questo non è il loro stile, almeno non quello di Voldemort.-

A sentir pronunciare quel nome gli altri si ritrassero un poco, ma l’ attempato preside non se ne curò più di tanto e proseguì il suo discorso:- L' ho combattuto per molti anni e lo conosco, forse meglio di me stesso. Non si sarebbe mai ucciso in un modo così comune. Avrebbe portato con sé, all’inferno, almeno mezza Londra. -

- Mio caro Silente, lei non può di certo sapere come agirà un uomo messo alle strette, anche se lo conosce molto bene. O almeno se quell’essere si poteva definire umano.-

- Lui non è un individuo comune. Già, ma comunque prima che i corpi vengano portati ad Azkaban per essere buttati in mare, preferirei dar loro un'occhiata. Magari quello è un finto veleno.-

- Non penso, comunque Silente, faccia quello che vuole. Se dopo sarà più sicuro che quest' incubo è finito, allora vada a controllare.-

- Per me quest'  "incubo", come lo definisce lei, non è affatto finito. - La lunga barba bianca fremeva di collera - Chi ha procurato loro il veleno? Sono certo che quando sono arrivati non l'avevano, come sono sicuro che lì dentro non sono state compiute magie!-

- Si calmi preside! -

- E se fosse una nuova trappola? Se avessero archittettato tutto ciò ...-

- Resta sempre possibile l'omicidio- riprese il medico.

- Si, è possibile; loro avevano tanti nemici che potrebbero essersi vendicati. Comunque voglio controllare di persona i corpi. Inoltre desidererei una nutrita guardia per portare i cadaveri fuori da qui. Non vorrei che accadessero incidenti.-

- Come vuole lei, preside. Anche se per me tutte queste precauzioni sono inutili. Potremmo buttarli nel lago, qui a scuola ....-

A un' occhiata fulminante di Silente, però, il Ministro s'affrettò a correggersi - Stavo solo scherzando, eh! In fondo sono sempre mia nipote e mio  genero- , ma sputò  quei due nomi con un tale  disgusto che fece ben capire  che non stava affatto scherzando sul fatto del lago.

- Un orrore durato quasi mezzo secolo è finito, per sempre, questa volta-

- Ministro, io non sarei così precipitoso. Anche quindici anni fa abbiamo detto così e c'è mancato un pelo che al posto di quella creatura  non salisse al potere la figlia, forse ancora peggiore.-

- Speravo che Sasha cambiasse, che non diventasse così, ma, considerando i genitori che ha avuto... Non mi sono affatto stupito quando ho saputo la verità, chi fosse suo padre ... La mia figliastra mi ha sempre deluso. E quando ho saputo che la piccola Pendragon si trovava misteriosamente ad Azkaban, non avrei dovuto nemmeno adottarla.-

Un silenzio imbarazzato cadde tra i tre. Il medico continuò ad agitarsi nervosamente.

- A mezzanotte arriverà la scorta che porterà le salme fino ad Azkaban, dove verranno gettate in mare, secondo il trattamento previsto per i criminali come loro. Vai a vedere i tuoi cadaveri, Silente, ma poi il discorso è chiuso-

Detto questo il ministro uscì, sbattendo la porta, assieme al medico.

"Per me c'è sotto qualcosa, lo conosco, è molto furbo. E il Ministro è molto ingenuo e ha paura.  Sasha potrebbe essere addirittura più pericolosa del Signore suo padre. "

Mentre questi pensieri lo tormentavano, Silente si dirigeva verso l' ufficio di Piton. Nulla era stato toccato. I corpi erano ancora lì, nessuno aveva avuto il coraggio di spostarli per paura di qualche maleficio.

Sasha era distesa per terra, mentre suo padre stava ancora seduto sulla sedia, con la testa appoggiata al tavolo e un' espressione colma di orrore stampata sulla faccia.

Di sicuro non se l'aspettavano e la teoria dell' omicidio stava convincendo sempre di più Silente.

Si avvicinò ai corpi, freddi e bluastri e vide la boccetta sul pavimento. Come diavolo era arrivata lì?

-Innerva Innevem Innervus estra spectrum intra revellum- recitò questa formula molte volte, ma nemmeno uno spasmo contrasse quei corpi marmorei.

L' Innerva era l' incantesimo più potente esistente, per svegliare qualcuno da morte apparente, svenimento o altro, se non funzionava allora .... erano davvero morti.

Un ombra scomparve dal suo viso antico, una ruga svanì e il grande mago si lasciò andare in una risatina liberatoria.

Dopo mezzo secolo il suo nemico, il terrore dei maghi, uno strgone potentissimo era finito, tradito da coloro che riteneva fedeli, ucciso da subdoli veleni.

Uscendo si diede un ultimo sguardo alle spalle, salutando il suo degno rivale e uscì a grandi passi.

 

 

 

- Shhh! Zitti altrimenti qualcuno ci sentirà -

Una decina di figure ammantate stavano nascosta in un vaso riccamente decorato, appena fuori la stanza dei prigionieri.

- Draco, quando ...?-

- Idiota, se vuoi urlare anche perché siamo qui fallo pure, citrullo!-

I dieci personaggi avevano un piano veramente pazzesco, che avrebbero attuato tra poco.

Dieci minuti alla mezzanotte.

Cinque minuti.

Due minuti … un minuto.

Ad un tratto un vecchio orologio a cucù cominciò a suonare i tocchi della mezzanotte e la porta si aprì.

Ne uscirono cinque dissennatori, ammantate, che stavano strisciando per terra un sacco con qualcosa di pesante dentro .... due corpi.

Quando i diavoli furono passati si udì un sibilò e il vaso si ruppe rivelando dieci figure che assalirono le guardie da dietro; contemporaneamente un' altra squadra attaccò i mostri  da davanti.

Quelle creature potevano essere sconfitte solo con un potente expecto patronum e, in verità, se ne videro piombare addosso una moltitudine.

Purtroppo gli expecto patronum non erano così forti come pensavano gli aggressori e qualche demone riuscì a liberarsi, mentre gli stregoni incappucciati stavano portando via i cadaveri.

Il mostro corse dietro la comitiva e riuscì ad agguantare due ragazzi che cominciarono a contorcersi e ad urlare, ma, prima che gli altri compagni potessero aiutarli, venne risucchiata loro l'anima.

Caddero a terra con un tonfo; erano vivi, ma era come se non lo fossero realmente, gli occhi vitrei fissavano il nulla e la loro anima  era persa per sempre.

Silente e vari professori vennero attirati da quelle urla,  quando arrivarono capirono  cosa era successo.

I corpi, intanto, erano spariti.

- Dannazione a Pendragon; gli avevo detto di mettere più guardie! -

Poi guardò ai corpi di Billi Knox e Fred Roque, due Serpeverde, amici di Sasha.

- Chissà cosa ne faranno dei corpi, in fondo erano morti- la voce del Ministro proveniva dalla porta e Silente si girò di scatto per fronteggiarlo.

- Ministro, ma ancora non lo capisce?! Anche se non so come spiegarmelo, non erano morti, altrimenti quei Serpeverde non avrebbero tentato questa missione suicida!-

Calò un silenzio profondo.

- Dobbiamo avvisare i genitori -

- Sì e ora faremo una bella perquisizione dai Serpeverde. I complici non saranno ancora rientrati-

Una schiera di docenti entrò nel dormitorio sotto accusa ed effettuò una perquisizione da cima a fondo, lasciando interdetti gli studenti.

Ma ... tutti erano presenti, con aria assonnata e increduli ... mancavano solo Knox e Roque.

Così si concluse quella notte orrenda, e, mentre io dormivo, due dei miei più fidati compagni se n'erano andati per sempre; gli altri erano in gravissimo pericolo.

Non so bene come fecero a scamparla, quella notte; Draco non volle mai raccontarmi l' intera storia , so che gli bruciava aver perso due compagni.

Giorni dopo, quando ci incontrammo nella foresta, mi disse che qualcuno  aveva portato lì i corpi, attraverso i passaggi segreti, non mi rivelò altro e perciò posso fare solo ipotesi.

 


 

Mezze voci

 

Mi svegliai su un tappeto di muschio con la testa che mi doleva in modo  incredibile, sopra di me un fitto tetto di foglie filtrava la luce, rendendo il paesaggio circostante in penombra.

- Bene ritornata-

Un centauro era sopra di me e mi porgeva una scodella di una brodaglia fumante.

- Che schifo che cosa eh? Dove sono? Draco!-

- Calma, Signora. Avevo letto nelle stelle che ci saremo riincontrati, quando le diedi il libro. Si ricorda di me?

 Ora lei è al sicuro, anche Colui che non deve essere nominato lo è. Siete nel cuore della foresta proibita. Ieri notte  vi hanno portato fuori dalla scuola in un sacchetto e vi hanno consegnato a noi, che vi stavamo attendendo. Lo capisce che questa è un’eccezione?

Avremo dovuto uccidervi, se non fosse stato per le stelle-

- Sì, sì, bravi.- Non avevo capito niente di quello che aveva detto, solo che ero al sicuro.

Fui colta da un capogiro e dovetti sdraiarmi.

- Bevete questo. Il veleno era un po' troppo forte, ma con questa pozione vi rimetterete subito.-

Bevvi e mi riposai. Per il momento ero salva.

Scoprii che era tardo pomeriggio e quando calò la notte, visto che le mie condizioni erano molto migliorate, mi avventurai nei pressi di Hogwarts, chiamando Draco telepaticamente, e, dopo un po' vidi sbucare da un passaggio segreto un mago incappucciato alto e sottile, con una borsa.

Mi acquattai dietro i cespugli, ma appena arrivò e mi vide,  non feci tempo a dirgli niente che si gettò su di me e rotolammo insieme sull'erba, ridendo.

Non so quanto tempo passò, ma alla fine eravamo intirizziti, avvinghiati l' uno all' altra, felici.

Draco, poi raccolse le sue borse e ci avviammo verso il rifugio.

- Allora? L' hai scampata per un pelo questa volta, diavoletto?-

- Certo, guarda qua - e fece comparire il numero odierno della Gazzetta del Profeta.

In prima pagina c' era un articolo dedicato al fatto di Hogwarts, con due belle foto di noi stecchiti. Probabilmente le avevano scattate poco prima di portarci via. Bel trofeo no?

Il pezzo diceva (molto riassunto):

 

IL POTENTISSIMO SIGNORE OSCURO AVEVA UNA FIGLIA. CATTURATI E GIUSTIZIATI AD HOGWARTS.

 

(foto di noi stecchiti come baccalà)

L' anno scolastico è passato quasi nella normalità ad Hogwarts, la celebre scuola di maghi, ma qualcuno ne minava la tranquillità, un mostro, un mezzo demone, un essere spregevole: Sasha Lavinia Pendragon, nipote del famoso Ministro della  Magia Britannico, Amgreb Pendragon.

In verità, quella che si profilava una studentessa “modello” era un pericoloso demonio, figlia di Colui che non deve essere nominato della figliastra del Ministro (Nihilim Pendragon).

Dopo aver aiutato l’Oscuro Signore a insediarsi a scuola, prendendo il corpo di un povero innocente ragazzo, i due stavano progettando di recuperare il potere, perduto dal padre, quindici anni fa.

Vi erano quasi riusciti quando una provvidenziale manovra effettuata dal preside ha portato a un brillante arresto e alla carcerazione.

( Ampia descrizione del patetico arresto)

Dopo averli rinchiusi nell' ufficio di un docente, in attesa dello spostamento per l' esecuzione ad Azkaban, i due, sono stati avvelenati si presume da alcuni loro ex seguaci, assetati di vendetta.

I corpi sono stati portati oggi ad Azkaban e buttati in mare.

Ecco la fine di un incubo.

Chissà se ci saranno altri risvolti, di sicuro nessuno poteva vagamente sospettare che l’Oscuro signore avesse una figlia, chissà quanti altri inquietanti fatti sono a noi occultati.

Ma, finalmente il Ministero intero si è svegliato, compiendo il suo dovere.

E’ finita.

 

Rita Skeeter

 

Molto ampio era lo spazio su come ci avevano furbescamente adescato, ovvero come due polli.

- Tuo nonno non ha voluto rivelare che qualcuno ha rubato i "cadaveri", anche se Silente è convinto che non siate morti.-

- Bene, un punto a nostro favore. Non voleva perdere tutta la faccia, visto che è venuto fuori il suo nome. Ora nessuno si aspetterà di vedermi viva, tranne Silente. Mi manca solo il mio libro. Omai avranno requisito tutta la mia roba, non è vero?-

- Già. Ieri sera abbiamo appena fatto in tempo a tornare in dormitorio che sono arrivati i professori. Hanno preso tutto quello che c' era nella tua stanza e in quella di Tu Sai Chi-

Sospirai sconsolata, un altro ostacolo da superare.

- ma... -

- forse sono riuscito a prendere qualcosa ....-

E dalla sua borsa tirò fuori i miei libri ed il mio quadernetto nero di magie!

Non sapevo cosa dire, ero talmente felice.

- Mi sono divertito un casino, ieri. Sospettavo una mossa del genere e, appena ti hanno arrestato ho messo in salvo questi e anche dei vestiti. Ieri notte i professori sono stati due ore a cercarli e alla fine erano tutti inviperiti. Appena ti hanno preso, infatti avevano messo sotto chiave le due stanze ed erano convinti che nessuno fosse entrato. C'è voluto tutto il mio self control per non scoppiare a ridere, anche se il babbanofilo ha indugiato troppo sulla mia camera.-

- Draco ti ho mai detto che ti amo da morire?-

- Mmm ... No- fece con aria provocatoria.

- Allora non comincerò adesso! - e ridendo mi sdraiai sulle foglie, molto calde e morbide.

Presi il terzo libro e incomiciai a leggerlo, quello che mi interessava di più era l' incantesimo per aprire il portale della camera.

Ora l'avevo tutto, ma con mia somma irritazione Draco mi prese il libro e lo chiuse piano, appoggiandolo lontano.

- Mi amerai mai, più della magia?- sospirò

- Forse per questa notte posso fare a meno di studiare-

Lo tirai a me e mi accocolai contro di lui, mordicchiandogli l' orecchio.

In quel momento entrò Voldemort, che vedendoci così borbottò delle scuse e fece per uscire.

- Aspetta - rantolai.

- Non stavamo facendo niente. Cosa vuoi? Sto bene, se lo vuoi sapere-

- Oh figurati, prima mi dai due bei pugni in faccia, come i babbani - sputò quella parola con rabbia - e poi hai la presunzione che io ti chieda come stai! Potresti essere morta, per me!-

- Oh, questo è il buon vecchio papi! Ebbene?-

- Non è stata un' idea prudente venire qui, Malfoy. Potrebbero organizzare un' altra ispezione da un momento all' altro-.

- Si, ha ragione, almeno in questo. Adesso torno al castello.-

Accompagnai con lo sguardo la figura che si allontanava e solo in seguito mi rivolsi a Voldemort.

- Ebbene?- ripetei.

- Ho parlato con i centauri. Ci lasceranno vivere qui per tutto il tempo che vorremmo, ad una condizione.-

- Adesso ci impongono anche delle condizioni?-

- Vogliono che li aiutiamo, che contribuiamo al bene della "comunità" , con la nostra magia. Guarendo i malati.-

- Oh, così diventeremo dei missionari. Commovente.... ma se è questo il prezzo per fare tutto quello che vorrò in questo posto, va bene. Dì che potranno sottopormi i loro malati tutti i giorni dall' una alle tre. Oh sono diventata una dottoressa, come madama Chips. Estremamente commovente.-

Prima di andarsene Voldemort mi disse:- Quando varcherai la Camera e vincerai, suppongo, ucciderai  tutti i professori?-

- Non necessariamente tutti. Perché?-

La sua faccia stava assumendo un vago colorito violaceo, credevo che fosse una ricaduta del veleno, ma ...

- Potresti fare a meno di uccidere la bibliotecaria e ... ehm ..e ..lasciarla a me?-

- Scommetto che hai altri progetti ...- mi scappò un involontario ghigno.

-Non sono affaracci tuoi!- abbaiò, ed uscì.

A volte era proprio patetico, oserei definirla come momento di regressione a stato babbano.

Mi distesi, volevo riflettere un momento prima di cominciare lo studio, su quanto è debilitante l'amore, ma non feci tempo a formulare un pensiero coerente che mi addormentai.

Ebbi incubi orrendi, tutte le notti a partire da quella, Serpeverde mi tormentava e all'alba ero più stanca di quando mi ero coricata.

Era molto arrabbiato per il fallimento del suo ingegnosissimo piano.

Dovevo pure curare i malati, studiare e non avevo tempo e voglia di mangiare qualcosa di nutriente.

Draco veniva a trovarmi spesso e facevamo passeggiate, parlavamo, ma si accorgeva che diventavo ogni giorno più debole.

Una sera, mentre eravamo seduti su un possente ramo di vallenwood, io abbandonata tra le sue braccia mi disse:- Sei sempre più stanca, cosa ti sta succedendo?-

Decisi allora di raccontargli tutti i miei incubi, nei quali venivo sventrata, trafitta e costretta a subire mille altri orrori.

Ne dedusse che quella era opera certa di Serpeverde e, quella notte volle restare con me.

Ci sdraiammo sul letto di foglie e posi la testa sulla sua spalla, mentre mi accarezzava i capelli.

Mi mancava l'aria, non sapevo perché, credevo fosse un maleficio di Serpeverde, anche se non poteva farne, non al di fuori della Camera.

- Draco? -

- mm? -

- Cosa succede se ti beccano i prof.? -

- Non succederà.-

(silenzio) Stavo disperatamente cercando un modo di mantenere viva la conversazione e non dormire.

- Ascolta, devo dirti una cosa importante, non te l’ho rivelato prima perché avevo le mie buone ragioni, ma penso di avere fatto molto male.

LO so che ti arrabbierai da morire, ma davvero era meglio che tu non ne sapessi niente, prima.- Il ragazzo si rizzò a sedere, incuriosito.

- Ascoltami. Mio padre è Voldemort, ma mia madre era un mezzo demone della razza Nihilim e quindi ...-

- Lo sospettavo. Vedi, mi sono chiesto più volte se sono un mezzelfo scuro. E ho affinato l' occhio per queste cose. Hai il loro caratteraccio! Di sicuro tuo padre non si sarebbe innamorato di una comune mortale. Non ti cambierei per nulla al mondo, nemmeno se  tu fossi un dissennatore.-

- Bè non esagerare eh! E non ho un caratteraccio!-

E ridendo ci addormentammo. Quella notte non ebbi incubi, Serpeverde mi lasciò in pace, appena si avvicinava sentivo Draco vicino a me.

La mattina mi svegliai che era l'alba, ma lui era già andato via. Mi preparai con calma e cominciai come al solito gli studi. Ero a buon punto, mancava pochissimo.

Avevo tradotto gran parte del prologo e la formula, dovevo solo esercitarmi per saperla a menadito. Anche un solo respiro preso male e sarei morta. Interessante no?

Mi mancava però un grosso pezzo centrale, con delle importanti informazioni.

Ho allegato delle pagine dei miei studi e la formula a questo diario, ove spero durerà per sempre, anche se il tempo corromperà queste pagine non potrà distruggere la magia che in esse è contenuta.

 

Quello stesso pomeriggio, dopo le visite ( sembrava incredibile quante gambe ci fossero da fasciare e quanti ossa da mettere a posto!), colsi una curiosa conversazione.

Stavo camminando all' ombra dei vallenwood, vicino alla dimora di papino, un percorso casuale, quando ...

- Allora?-

- L' ho vista mio Signore -

La prima voce era senza dubbio quella di papino, ma la seconda sembrava quella di Aleç.

Mi sporsi piano oltre il tronco e vidi che il gufetto-Aleç stava parlando. Evidentemente non l’avevano ancora ritrasformato.

- E allora, servo?-

- Quando ha saputo che era lei si è messa a piangere. Era inconsolabile. Ora si è un poco ripresa-

- Secondo te se mi rivedrebbe, be, ecco, cosa farebbe?-

- Non so Signore. Era anche molto arrabbiata per come l' ha presa in giro, spacciandosi per me; ma penso che piangesse perché vi avevano ucciso-

A quel punto Voldemort prese un foglietto, ci scrisse qualcosa e lo legò alla zampina del pennuto e stava per inviarlo alla  Pince, quando dovetti entrare in scena io.

- Ma sei impazzito o che cosa? Mandi messaggini d' amore quando tutti ti credono morto!-

Da prima diventò paonazzo, poi bianco morte e cominciò a parlarmi in serpentese, tanto era arrabbiato.

Traducendo disse solo che non dovevo spiarlo, che non erano affaracci miei ( quante volte l' ha detto!), che faceva quello che voleva ,..

Strappai il bigliettino dalla zampina del gufo e feci appena in tempo a leggerlo prima che Voldemort me lo artigliasse di mano.

 

Non ti stavo solo usando.  Spero di vederti ancora.

Voldemort, o se preferisci Aleç.

 

Quelle poche righe mi fecero saltare le staffe.

- Mi fai schifo e mi fai pure vomitare. Che sdolcinatezze. "spero di vederti ancora"; ma insomma ?!  Dopo esser morto qualche decina di volte non ti è ancora entrato un po' di cervello in testa?!  Prima hai infinocchiato mia mamma, adesso questa fattuchiera da quattro soldi!

Tu non scriverai a nessuno, fino a quando sarai qui!

Sapendo anche che lei ti odia e che sei un Signore Oscuro, di infimo livello la prima cosa che farà sarà dirlo al Preside! E tutti mi devono credere morta!-

A quell' ultima affermazione prese la bacchetta e mi scagliò contro una maledizione cruciatus, che seppi eliminare e rispedire al mittente.

Prima di uscire, mentre era a terra, tremando dal dolore gli dissi:- Se vuoi proprio sapere di lei, manda il gufo a spiarla. Se scopro un altra volta queste cose ti ammazzo. Così non avrò più problemi. Tu e Draco mi fate vomitare con tutte le vostre smancerie, ma purtroppo devo sopportare perché mi servite!-

- Scendi dal  tuo piedistallo, non sei nemmeno un mezzo signore oscuro, solo una ragazzina che si crede chissà chi.

Sei troppo piena di boria.-

Non dissi niente e mi recai alla mia attività preferita: studiare.

Come Raistlin, amavo studiare la magia più di ogni altra cose e il potere che ne derivava, assaporandola, mentre la si esercitava.

Noi maghi siamo semidei, con la maledizione della morte, ma dovremo dominare sulle creature inferiori, come i babbani, mentre ci nascondiamo da loro, come topi e facciamo di tutto per non farci scoprire.

Ma presto tutto sarebbe cambiato.

Silente aveva avuto moltissime occasioni per distruggermi, ma non ne aveva mai seriamente approffittato, tranne alla fine, ma era troppo tardi. Troppo a lungo era andato a caccia di Voldemort, non accorgendosi che io era decisamente più potente, più ambiziosa e più cattiva di lui.

Ora nessuno poteva fermarmi, nemmeno Serpeverde. I miei sogni ora erano meno tumultuosi, Draco mi proteggeva.

Solo pochi giorni erano passati dalla mia morte ed ero già a buon punto; presto contavo di andare a Londra a studiare più approfonditamente la storia della camera e, recarmi alla più grande biblioteca maga del mondo, aveva su di me un piacevole effetto elettrizzante.

Sarei partita il giorno successivo, naturalmente prima dovevo incontrare Draco per avvisarlo, e sarei stata via una settimana circa.

Avevo ancora un mese e mezzo, prima della fine della scuola e dovevo agire entro quei termini.

Tutto  stava procedendo secondo i piani.

Avevo un chiodo fisso in testa. Chissà cosa stava facendo Potter…

Ero sicura che Silente lo aveva informato dei fatti reali, chissà se tremava, aspettando un nostro ritorno…

 

Al castello una sola persona era rimasta veramente sconvolta dalla morte di Voldemort: Madama  Elizabeth Pince.

Prima che l' Oscuro (?)  Signore rubasse il corpo di Aleç, lei non aveva mai badato a quel ragazzino, untuoso, secchione e noioso, che andava in biblioteca con gli altri suoi amici e se ne stava rinchiuso in un angolino fino a che non era costretta a buttarlo fuori a calci.

Verso novembre, però era cambiato, era diventato, come si può dire, più affascinante ed era cresciuto tutto d' un colpo.

Vestiva in modo completamente diverso, alle logore e sciatte tuniche nere, se n' erano sostituite altre, di velluto, morbide e gradevoli. Il suo portamento era cambiato, più fiero, orgoglioso e andava in giro come se fosse il padrone del posto, con una sicurezza innata, non più rasente ai muri.

Attorno a lui aleggiava un sentore di petali di rose, ingredienti per antichi incantesimi, misto ad oppio, una combinazione veramente piacevole.

Anche i suoi studi erano mutati, ora si rinchiudeva nei reparti di magia proibita e studiava testi molto più complessi.

Essendo prefetto avrebbe dovuto mantenere l' ordine nei corridoi, ma svolse questa funzione solo dopo Halloween.

Elizabeth Pince era una signorina sulla trentina, dai lunghi capelli e occhi neri, come l' ebano, il visino rotondo e triste. I grandi occhioni, cerchiati dagli occhialetti, sovrastavano un nasino a punta.

Portava sempre i capelli raccolti in una pettinatura che poco le si addiceva e la faceva sembrare vecchia.

La prima volta che lui le aveva parlato le era caduto il cielo addosso,  non si era mai immaginata che avesse una voce così calda e suadente, come seta.

I suoi occhioni d' oro fuso le scrutavano l' anima, come se cercassero di vedere i segreti più profondi e un sorriso truffaldino e accattivante gli incorniciava il viso.

Naturalmente papino la stava prendendo in giro con grande perizia, lei gli serviva e si può proprio dire che Voldemort sapeva affascinare le persone di cui aveva bisogno.

- Salve bella signora. Potreste indicarmi ove si trova il Necromonicus? -

- Non ti sembra che sia un po' troppo grosso per te?-

- Non m' è mai sembrato di essere più piccolo di un libro! Forse di un libro per giganti!-

La maschera gelida che murava faccia della bibliotecaria quando parlava con qualsiasi studente, si ruppe d' un tratto e sorridendo lo portò allo scaffale esatto.

- Ecco qua. Guai a te se ti cacci nei guai!-

- Mia Madama, posso invitarla a cena questa sera?-

- Non prendermi in giro, sciocchino-

- Lo prendo come un sì ... a proposito io mi chiamo Aleç Mason. E lei? -

- Elizabeth Pince -

- Strano che non abbia mai notato una così bella creatura qui, in questo mausoleo!-

E andarono avanti a civettare per un poco.

L' intento di Voldemort era più che genuino, voleva accattivarsi quella sciocca bibliotecaria, in stretto contatto con gli altri professori, per sapere tutte le nuove della scuola. (Anche le streghe sono pettegole, non solo le babbane!).

Notizie che potevano tornare utili, sia a lui che a me.

La cena in sala grande cominciò in modo molto freddo, ma si riscaldò pian piano, innaffiata dal vino, che Elizabeth gradiva molto.

Voldemort non ne aveva toccato neppure un goccio e rimase perfettamente lucido, cosicchè potè estorcere molte utili informazioni dalla signora. 

Il ricco bottino consisteva, però, in gran parte, di informazioni su Potter e Silente.

La cena finì quando la Pince sbronza si addormentò, mentre stava parlando; e Voldemort dovette portarla fino alle sue stanze, facendola fluttuare.

Cacciando strani pensieri dalla testa, raggiunse le camere degli insegnanti e la buttò a malo modo sul letto. Prima di uscire le diede un' ultima occhiata.

Così andò avanti la storia, i due continuavano a vedersi, ma Elizabeth non era più caduta in fallo, con il vino, come la prima volta, anche se gli diceva tutto quello che voleva.

Aleç adesso era il suo aiutante personale e, in verità, lei glielo aveva chiesto per averlo più vicino.

In effetti si era rivelato un collaboratore particolarmente zelante, gli piaceva soprattutto cacciare fuori dal reparto proibito, gli studenti senza permesso.

C' era una ragazzina rossa che continuava a tormentarlo, quella nuova , venuta da Eton, come si chiamava .... Penna, Pendra, Dragon, Pendragon!

Era veramente una seccatura, continuava a chiamare Aleç, papino ed a infastidirlo. Tramite, lei, però aveva capito che Aleç non era così freddo come si mostrava ,anzi, forse lei lo interessava un poco. E lei non era nemmeno sottoposta al regolamento degli insegnanti, comunque la differenza d’età restava notevole, ma lui era così cresciuto ….

Ecco cosa può arrivare a pensare una mente malata d’amore.

Deprorevole!

 

 

 

Successe una sera.

Stavano facendo una passeggiata nel parco, al chiaro di luna e si erano seduti su una panchina, per riposare un poco.

Lui le aveva messo un braccio intorno alle spalle e l'aveva attirata a se, lei l' aveva lasciato fare. Il profumo speziato l' aveva avvolta e il morbido mantello che indossava era molto piacevole al tatto.

C' erano dodici anni di differenza tra i due, ma come si dice: l' amore è cieco.

 Lei si era girata e, trovatisi a pochi centimetri dalla sua faccia, i capelli sciolti sul viso, si erano baciati, lì, dimenticandosi delle regole, di chi era lui, come avevano potuto?!

Dopo poco, però Aleç era scattato in piedi, con il respiro affannoso, l' aveva guardata come un mostro, sibilando:- No, no. Non posso- ed era scappato via.

Che strano, al chiarore della luna, sembrava che avesse gli occhi azzurri scuro ....

I giorni seguenti andarono come al solito e nessuno parlò più del piccolo incidente accaduto al parco.

Ogni tanto scappava una carezza, un abbraccio, subito soffocato.

Poi aveva saputo che il ragazzo arrestato era Aleç, ma in verità era Voi-Sapete- Chi, aveva una figlia ... la ragazzina rossa.

Entrambi sarebbero stati giustiziati, ma ... avvelenati ... era stato troppo per lei.

Stette male per molti giorni, piangente, consolata dalla sola a cui aveva raccontato tutto, la vicepreside Minerva McGrannit, capodormitorio di Grifondoro.

Erano molto amiche loro e lei le aveva confidato tutto e insieme condividevano il dolore, troppo forte per una sola persona. (Che emossione!!!)

A poco a poco Elizabeth si era ristabilita ed era tornata al lavoro, più attiva che mai, ma le voci si erano diffuse.

Alcune arrivavano a dire che stavano per sposarsi.

Fantasie, che facevano stare male la povera bibliotecaria. Oscuri pensieri la tormentavano:- Ho capito ora perché ha fatto tutta quella commedia. Gli servivano informazioni. E mi ha usato. Però recitava bene! E io lo amavo! – (Astuta la ragazza!)

E giù a piangere. Le teneva compagnia un gufetto bianco, che le stava sempre vicino e la rallegrava con le sue strane evoluzioni. Aveva dei begli occhioni gialli come l' oro fuso, che le ricordavano tanto ...

La sera il gufo volava via e la mattina ritornava con un fiore di vallenwood, chissà perché, ma lei li conservava tutti.

Anche se  non poteva saperlo era Vodemort a mandarli, dopo essere stato informato nei minimi particolari di come lei aveva passato la giornata.

L' inconsolabile Pince si rimboccò le maniche e si diede da fare, mentre Voldemort non poteva far altro che aspettare ...

Par Salian (veste bianca, capoconclave nel 2004 aC) diceva spesso che qualcosa fatto per amore porta sempre al bene, non sapeva quanto avesse ragione ... e quanto torto!

 

Nonostante l’intera popolazione di Londra fosse scossa dagli innumerevoli omicidi che stavano avvenendo in quella zona, nessuno lo dava  molto a vedere.

La città attiva di giorno e di notte, ospitava maghi di notevole rilievo ed edifici tra i più importanti del mondo, come la grande biblioteca.

Avevo preso un comune treno babbano, anche se tribolai per capire il cambio galeone-sterline, necessario per comprare il biglietto.

Che sciocchi umani: commerciavano con delle monete di carta senza nessun valore e che apparivano proprio misere in confronto ai nostri bei galeoni d' oro.

Cinque ore di viaggio continuo mi avevano portato fino alla città. Scesi alla stazione centrale e mi mi avviai all' uscita. Adesso il problema era trovare Diagon Alley, senza attirare sospetti.

Ero vestita il più babbanamente possibile, un vestito lungo, tutto azzurro con un mantello nero sopra, ma forse quest' ultimo non era usato dai babbani; molti dei quali si giravano a guardarmi.

Girovagai per qualche ora lungo le vie trafficate della metropoli, alla fine non avevo concluso nulla ed ero stanchissima. Inoltre non avevo mai visto tutta quella gente messa assieme e mi stava per venire una crisi di qualche genere .... una bella palla di fuoco, un dragon slave avrebbe fatto pulizia di babbani, vestiti tutti uguali, tutti con le stesse idee ,…

Ad un tratto in mezzo alla caotica confusione, sentii: - Oh Arthur, dobbiamo assolutamente passare per la Gringott a ritirare del denaro, anche se non abbiamo che pochi galeoni-

- Si si, andremo anche lì, non preoccuparti-

A parlare era stata una coppia, lui alto magro e con un principio di calvizia, lei bassa grassotella e rossa ... li riconobbi ... erano i genitori dei Weasley, un bel colpo di fortuna!

Ringraziai segretamente tutti gli dei che mi avevano assistito.

Li seguii senza farmi vedere, fino a quando arrivarono al Paiolo Magico.

Lì alzai il cappuccio per non farmi riconoscere, entrai e ordinai una coppa di vinello di sambuco fresco, con menta e una fragolina di bosco.... dopo una camminata come quella era adorabile.

Mi riposai e mangiai qualcosa, dopodichè decisi di affittare una camera per un po’, non dovevo preoccuparmi dei soldi.

Alla gringott papino aveva un mucchio di  cassaforti a nomi diversi e, fortunatamente io gli avevo fregato qualche chiave.

Quando mi fui rifrancata andai a vedere la grande biblioteca, era lo spettacolo più bello che avessi mai visto.

Vi lascio immaginare : scaffali di libri, ordinati secondo argomento e lettera, che si ergevano fino al soffitto, per una decina di metri e talmente lunghi che non si poteva vederne la fine.

Ogni tanto venivano interrotti da una tavolata in legno antico scolpita, supremo gioiello della cultura (sia le tavole che i libri).

Tutto era un capolavoro ed appena entrai rimasi a bocca aperta a fissare la sala d' entrata per una decina buona di minuti.

Enorme, tre volte quella di Hogwarts, affrescata, scolpita, rivestita di oro, marmi e argento.

Rimasi talmente affascinata che mi dimenticai il motivo della mia venuta e la giornata passò in un battibaleno, passeggiando per i settori ed i corridoi, ma almeno così mi ero fatta un' idea della  struttura dell' edificio.

La sera al pub il discorso che andava più di moda era ancora il nostro presunto omicidio; tutti dicevano che non avevano mai avuto niente a che fare con noi, ma io li conoscevo e c'erano anche servi di Voldemort lì in mezzo.

Ad un tratto qualcuno saltò fuori con:- E se avessero solo finto?-

- Che cosa? Ragazzo sei pazzo!-

- No, statemi a sentire. Hanno simulato tutta la faccenda e ora sono in giro a fare i loro sporchi comodi.- a parlare era stato un ragazzo rosso, con una paio di vistosi occhiali ... Percy Weasley.

Ma non doveva essere a scuola?!

Oh no, giusto, lui era un prefetto e questi signori non fanno gli esami, se ne vanno da scuola un mese prima. Me l' ero del tutto scordato, avrei dovuto essere ancora più cauta.

Decisi di avallare la sua teoria ed uscii, perché  non fare qualche opera degna di nota e non i soliti omicidi da quattro soldi?

Pivet Drive era perfetta, la casa dove Potter sarebbe dovuto andare a vivere con i suoi zii, quell’ estate;  un vero peccato  radere al suolo una via così famosa e rispettabile. Che disdetta per il Potter Fan Club.

Scoppiai in uno sghignazzo e feci fuggire un paio di passerotti da un ramo (carini!).

La luna splendeva e il suo chiarore pallido illuminava anche gli angoli più nascosti della strada, il che rendeva tutto più pericoloso ed eccitante!

Camminavo in fretta lungo il marciapiede deserto, interrotto soltanto da qualche immondizia lasciata dai babbani incivili durante la giornata e non incontrai nessuno degno di nota, due barboni lungo un vicolo stretto e buio, una scorciatoia.

Mi ero fornita di una mappa della città, lì erano raffigurati i  quartieri principali e non avevo faticato ad imparare dove si trovavano i luoghi  di maggior rilievo e Pivet Drive era uno di questi.

Arrivai alla via dove vivevano un numero non accettabile di babbani perbenisti, moralisti convinti, che mettevano prima di tutto il lavoro, ma continuavano a ripetere che la famiglia per loro era sacra. Era ... perché adesso non esistono più tutte quelle famiglie!!!

Divertente no?

Be, arrivai lì di soppiatto, come  un gatto che si avvicina furtivo ai poveri uccellini che dormono.

Tutto era immerso in un silenzio irreale, come la pace prima della tempesta.

Mi posi in mezzo alla strada all' inizio della via e cominciai a recitare la formula del Dragon Slave.

La magia cominciò a bruciare dentro me, una sensazione fantastica, paradisiaca. Mi accorsi di aver finito l'incantesimo solo perché l' aria non era più immobile, ma colma delle risonanze delle esplosioni.

La grande sfera di fuoco aveva devastato tutte le abitazioni e al loro interno si potevano vedere alcuni corpi carbonizzati seduti ancora sui resti di ciò che doveva essere un divano.

Forse un' allegra famigliola che stava guardando pacificamente  uno dei programmi babbanici alla televisione.

Dopo pochi secondi cominciarono le urla degli altri umani che uscivano dalle case circostanti e vedevano il desìo.

Magari parenti o amici ...

La casa dei Dursley era ridotta a quattro muri bruciacchiati che ben presto caddero.

Non era rimasto quasi nulla  dei corpi dei parenti di Potter, ma , in fondo lui li detestava  e così gli avevo fatto un favore.

Avevo pochi secondi per finire la mia opera, prima che uno sciame di babbani, poliziotti ed auror si riversasse sulla viuzza. La puzza di magia nera era talmente forte che mi stupivo non si vedesse ancora nessuno nei dintorni.

Corsi davanti all' ammasso bruciato che costituiva il giardino dei Dursley e con un piccolo incantesimo scritti a lettere rosse e scintillanti (come il sangue) :

 

Contento Potter? Per i signori di Hogwarts

 

Fu questione di dieci o quindici secondi, poi comparvero i primi auror ... troppa magia nera nell' aria ...  decisi di adottare mezzi tattici e mi smaterializzai, andando a comparire davanti l' entrata del pub semivuoto.

L' esplosione aveva scosso i quartieri circostanti ed era stata sentita anche a Diagon Alley.

Mi sedetti al mio solito tavolino in ombra e ordinai un calice di vinello elfico di sambuco, squisito come sempre.

Lo degustai lentamente mentre un sottile e perverso sorriso mi aleggiava sulla faccia. Ad un certo punto non ce la feci più e mi lasciai andare in uno sghignazzo … fortunatamente non c’era nessuno  nella stanzetta dove stavo io.

Per tutto il tempo rimasi dietro la grande vetrata a guardare la mia opera, gongolante.

 

La mattina dopo tutti i giornali ne parlavano.

Comprai una copia del quotidiano babbano "The Times" sul quale stava scritto che il terribile incidente era avvenuto a causa di una bombola di gas molto grande, esplosa in una delle case. Doveva essere proprio una bombola da tonnellata!

Non si diceva niente del mio messaggio.

Nella Gazzetta del Profeta, invece, c'era un articolo molto più veritiero:

 

STRAGE DI BABBANI AD OPERA DI UN FANTASMA

 

Ieri notte la città intera è stata scossa dall' eslposione violentissima di un Dragon Slave!

Sì, avete capito bene, magia antica risalente a maghi oscuri che vissero  secoli o addirittura millenni addietro.

Nessun vivente è tutt'ora in grado di eseguire quella potentissimo incanto, ritenuto pericoloso anche per l'esecutore. Infatti un accento sbagliato e il mago ci rimette le penne ...

I primi Auror che sono arrivati sul luogo hanno visto tra le macerie e i corpi di 72 babbani un messaggio che diceva:

 

Contento Potter? Per i signori di Hogwarts

 

In quella via abitavano  i parenti poco amati dal ragazzo.

"Non sappiamo cosa c' entra il ragazzo che sconfisse Voi Sapete Chi con ciò, pensiamo che sia solo una provocazione" dicono gli inquisitori, infatti non sembra siano molto informati e le loro indagini hanno portato a poco.

Qualcuno dice di aver visto una figura incappucciata scomparire dalla strada, ma è tutto da provare.

Siamo andati a intervistare Silente, preside di Hogwarts, ma non ci ha voluto dir nulla. Scappa un sospetto ... quasi di sicuro i Signori Oscuri "giustiziati" ad Azkaban centrano qualcosa. Ma cosa ?

Ribadiamo che erano già defunti quando arrivarono alla prigione, dove vennero buttati in mare.

Almeno si vide un sacco pieno di qualcosa cadere in acqua.

E se non ci fossero stati i loro corpi all' interno?

Si presume che solo un mago del calibro di Voi Sapete Chi avrebbe potuto lanciare qull' incantesimo.

Seguiremo gli sviluppi della vicenda.

 

Rita Skeeter

Ben Slamble

 

"Quella donna è veramente una carogna" pensai distrattamente, " Si immagina troppe cose e da tutta la gloria a papino. Devo rimediare"

La sera stessa scrissi sulla strada principale di Diagon Alley, favorita dalla completa oscurità, un altro messaggio.

" Voldemort e sua figlia sono morti, non erano degni di colui che sta per arrivare"

Articolo della Skeeter il giorno successivo che ipotizzava l'esistenza di nuovi maghi oscuri, magari venuti dal passato.

Queste notizie agitarono non poco il ministero , ma la bomba uscì una settimana dopo.

Se ne parlò per quasi tutto il resto mese.

Era un' intervista al Primo Ministro Pendragon, che ammetteva la scomparsa dei nostri cadaveri e sottolineava cadaveri dalla scuola ad opera di sconosciuti, ma i due erano sicuramente morti, uccisi da un veleno.

E poi l' ultimo messaggio diceva chiaramente che la recente strage era opera di qualcun' altro di molto potente, più di loro.

 

" Piccolo nonnino schifoso, tu sarai uno dei primi che ucciderò quando avrò la magia."

Non ci furono altre notizie interessanti nel corso del mese, ma al pub l' argomento fisso di discussione era questo.

Io continuavo il mio nobile compito circondata da inetti, ma avevo imparato a non  farci molto caso.

 

Passavo in biblioteca tutto il giorno, tranne il tempo che mi serviva per mangiare  e dormire.

Rimasi a studiare quasi un mese e alla fine sapevo tutto quello che era conosciuto sulla camera, sull' amuleto e sul mio compito.

Una notizia che mi sconvolse profondamente fu la storia del medaglione.

Venne creato ancora prima della nascita di Raistlin, si dice dagli dei stessi e passò per molte mani nel corso della storia, lo usò addirittura il Supremo Signore Oscuro sopra citato, ma nessuno ebbe mai lontanamente la capacità di prendere tutti i poteri contenuti in esso e domarli. Spesso i padroni morivano per i motivi più disparati, nessuno l'aveva tenuto a lungo, ovunque andasse portava morte.

Non erano i poteri dei miei antenati che andavo a conquistare, ma il potere degli dei!

Quello che mi aveva detto Voldemort era quasi tutto falso, ma dubitavo seriamente che lui conoscesse la vera storia.

Incredibile, io, che finora ero rimasta chiusa nel mio piccolo mondo fatto di un gioiellino potente, venivo a sapere che quello era il fuoco della terra.

Come l' avrei domato? Nemmeno Serpeverde ce la fece e nemmeno Raistlin, ma per altri motivi esterni.

Ci misi un po' di tempo per chiarirmi le idee, all' inizio pensavo di mollare tutto, immischiarmi con certe forze era impensabile, ma gli incubi di Serpeverde cominciarono a farsi risentire, più forti di prima e poi ... magia degli dei .... era allettante, … ma non dovevo correre troppo.

Un mio pregio e insieme difetto era quello di essere estremamente ambiziosa, volevo la perfezione ovunque e non mi accontavo mai.

 

Volarono altre due settimane, i miei studi erano quasi del tutto completi, potevo andarmene, anche perché stavo attirando troppo l' attenzione al pub.

I proprietari stavano cominciando ad essere impiccioni, un individuo sempre incapucciato con un orologio di oro bianco al polso non era cosa da tutti i giorni.

Una volta andai a salutare i signori Malfoy e informarli che tutto andava bene, frasi di cortesia.

Vollero sapere la storia della nostra liberazione e si arrabbiarono bonariamente con Draco per quella pazzia, dicendo che poteva morire e altre cose così.

Feci le valigie e partii per ritornare ad Hogwarts, mi mancava Draco, il castello, sì, anche un po' mio padre.

 

Adesso, mentre scrivo, mi rendo conto che sono cambiata moltissimo da allora, mi sono successe cose che nessun altro mago spererebbe di vedere e di provare sulla propria pelle.

Come vorrei tornare a quei bei tempi, in cui vivevo ignorando la maggior parte delle forze che ci circondano. Ora sono stanca.

Così stanca e triste.

L' estate è arrivata, un altro anno, e, in fondo ne è passato solo uno, ma a me sembrano cento. Non ne posso più.

Comunque non riesco nemmeno a immaginarmi diversa.

Devo solo andare avanti.

 

Mi dovetti subire altre cinque ore di treno, per tornare al nord;  non potevo prendere i mezzi magici, qualcuno poteva vedermi anche se mi conoscevano in pochi era troppo pericoloso.

Dai centauri ottenni una fredda accoglienza, mio padre era più seccato che mai, anche se stava facendo enormi progressi nel campo della magia ed ora era abbastanza potente.

Sapevo che c' erano delle cose di cui aveva taciuto sulla mia vita a Dexter, ma per il momento avevo altro per la mente. Avrei sistemato tutto più tardi.

Ricominciai a vedere Draco, era la mia ancora.

La notte stessa in cui arrivai, lui venne a trovarmi.

Stette con me quasi tutte le notti che seguirono il mio ritorno.

 

- Vedo che il signor Malfoy trova talmente noiose le mie lezioni che preferisce dormire.-

- Zzzzz- 

- Draco svegliati - gli sibilò Goyle, dandogli una gomitata, ma ormai era troppo tardi; la Mc Grannit si stava gonfiando ed era pronta per esplodere con le sue urla possenti.

La classe stava gustando la scena, che rompeva la solita routine quotidiana di Trasfigurazioni.

- SIGNOR MALFOY , SI VUOLE SVEGLIARE?-

A quelle urla Draco fece per alzarsi in piedi, ma i postumi del sonno lo presero e cadde all' indietro, trascinando sopra di sè il banco e il ramarro sbavoso che avrebbe dovuto trasfigurare in una tazzina,  seguito da cori di risa.

- Sì, si, mi scusi- fece con voce assonnata, sbadigliando.

- Le lezioni di trasfigurazioni non sono fatte per dormire!-

- Mi scusi ancora, ma era talmente noiosa che non ho resistito-

(risatine dai Serpeverde)

- Malfoy! Non azzardarti a parlare più così a un’insegnante, chi ti credi di essere ? Punizione! Sarai obbligato ad aiutare il guardiacaccia Hagrid nella foresta proibita. Ed ora, qui, in primo banco, affianco a Potter e Weasley.-

 Mentre si stava avvicinando al nuovo posto Potter lo sentì sibilare:- Non vi immaginate nemmeno cosa ci sia nella foresta, di pericoloso.-

O forse era stato un gioco della sua mente?

Il resto del giorno Draco lo passò volando sulla sua scopa fiammante, giocando a Quidditch con i suoi amici.

Quella della mattina era stata l' ultima lezione di trasfigurazione dell' anno e gli esami stavano andando  ok, perciò poteva permettersi un pomeriggio di baldoria. Aveva seguito attentamente le imprese di Sasha a Londra e tutto stava filando liscio, ... tutto tranne una cosa.

Le ragazze Serpeverde del suo anno si sentivano in obbligo di consolare Draco ogni momento per la "terribile" perdita di Sasha e lui non le sopportava; lo seguivano ovunque, lo spiavano, si scambiavano risolini.

Ciò stava sfibrando i nervi del povero ragazzo, ma sopportava per amore di Sasha.

La punizione nella foresta proibita consisteva nello scovare un Granigotto ferito e curarlo, ma appena Draco si era inoltrato nel bosco aveva dimenticato l' animale ed era venuto a trovarmi; così rimanemmo insieme  gran parte del tempo.

- Sono pronta, so tutto a memoria, formule prove ,.. ma ho bisogno di un aiuto.- gli sibilai all' orecchio.

- Eccomi qua!-

- Tu sei l' unico di cui io possa fidarmi. Devi fare la guardia alla porta della camera, non deve chiudersi, forse arriveranno dei professori, Silente. Devi impedire che la chiudano almeno fino a quando esco.

Non posso restare intrappolata all' interno della Camera, altrimenti morirò anch' io.-

- Terrò aperta quella porta aperta anche a costo della mia vita-

- Mi fido di te-

- Oh Diavolo! Mi sono dimenticato di cercare e curare il Granigotto!-

- Oh, era un piccolo Granigotto grazioso, di color marroncino, ferito ad un fianco ed a una zampa?-

- Non so il colore, ma le ferite erano lì-

- Come mi dispiace, ma l' ha ucciso mio padre facendoci degli esperimenti di magia nera!-

E scoppiammo a ridere tutti e due.

- Gli dirò che è morto. Io devo tornare a scuola, vieni con me-

- Sì, sono pronta. Un attimo che mi trasformo in ... eh... insetto e prendo le mie cose!-

Detto fatto mi avviai verso scuola, sotto forma di cimice, attaccata alla tunica del ragazzo, mentre le minuscole valigie stavano nelle ampie tasche della sua tunica.

Quando Draco ritornò alla capanna del guardiacaccia, con aria ironicamente spiacente disse:

- Mi dispiace Signor Hagrid, ma era già morto-

- Non l' hai ucciso tu, vero?-

- Come può pensare una cosa del genere? Il cadavere era già in avanzato stato di putrefazione, ma riconoscibile, perciò non ho ritenuto necessario farglielo vedere.-

-  Ok, ok. Va a dormire adesso,  è tardi-

Se qualcuno avesse sentito il ragazzo sghignazzare in quella maniera lungo i corridoi, l' avrebbe preso per pazzo, e ne avrebbe avuto  molti validi motivi.

In camera sua, al sicuro, mi ritrasformai sotto gli occhi stupefatti di Tiger e Goyle.

- Ho bisogno di un giorno di estrema concentrazione, non deve interrompermi nessuno-

- Starai al sicuro qui-

- Bene-

Misi in ordine le valigie e mi concessi un lungo sonno ristoratore.

- ' Notte-

- ' Notte , Serpentello Velenoso-

Poco prima di addormentarmi pensai a come dal fango ero risalita alle stelle. Casi del destino!

Yown!

Mi rannicchiai contro di lui e non ebbi incubi, quella notte.

 

 


 

 

La final fantasy

 

- Non capisco - bisbigliò Silente al fidato prefessor Moody, quella mattina. - I signori sono toericamente morti da tempo eppure il lago rimane ancora color pece, forse dovrei fare qualche incantesimo per riportarlo alla normalità.-

- Non mi piace questa faccenda, stai attento Silente, quei due erano potenti-

- Già, … ma ora scendiamo a far colazione. Siamo in ritardo. -

Pigramente si avviarono verso la sala Grande, pronti a cominciare un' altra noiosissima giornata, ma quando vi arrivarono ebbero una sorpesa tutt' altro che piacevole.

Varcarono la soglia e videro Malfoy e altri Serpeverde sghignazzare come forsennati al loro tavolo, ma appena scorsero i prof si calmarono all' istante. Tutti gli altri ragazzi stavano o in giardino oppure con il naso spiaccicato alle finestre, le facce rivolte al sole: c'era un' eclisse.

Un enorme  disco nero lasciava arrivare sulla terra solo una luce ombrosa, chiazzata di nero, e tutto si vedeva a malapena.

- Non è possibile. Non è stata predetta nessun eclisse per oggi!-

Il preside chiamò l' ordine e disse che tutto sarebbe proceduto come al solito, poi liquidò gli alunni.

Poi si rivolse agli altri docenti:- Malfoy e i suoi amici Serpeverde sanno tutto. Sasha e Voldemort sono ancora vivi -

Un coro di esclamazioni sorprese seguì quella frase.

- Le profezie dicono che quando l' erede starà per aprire la camera il lago vicino ad essa diventerà nero, come il sole che riflette la sua luce su di esso. Sasha non è qui a scuola, altrimenti le magie rivelatrici che ho messo si sarebbero rotte, dando l' allarme.-

- Sì, ma lei è potente. E se le avesse saltate?-

- Nessun umano può farlo.-

- Parlerò con Malfoy e lo costringerò a dire la verità con una pozione. -

E detto ciò il conclave si sciolse e le lezioni cominciarono come se niente fosse accaduto.

Silente, seguito dal professor Piton e da Moody andarono a prelevare Malfoy.

Entrarono in sala comune quando la ressa era maggiore e tutti stavano per uscire, ma appena videro i professori molti alunni si misero davanti a Draco che stava spaparanzato su una comoda poltrona con un sorriso sardonico stampato in faccia.

Calò un silenzio innaturale.

- Dove è il signor Malfoy?- e la voce di Silente venne amplificata per magia.

- Oh sono arrivate le rogne - disse una voce stentorea e il ragazzo si alzò in piedi, circondato dai suoi adepti, che tirarono fuori la bacchetta pronti a dar battaglia ai tre.

- Oh suvvia ragazzi miei, non vorrete accanirvi contro i nostri stessi professori? Vorranno solo chiaccherare con me. Non è vero?- disse con voce suadente, ma che un poco tremava.

- Andiamo nel mio ufficio, Malfoy.- disse Silente livido di rabbia.

- Ho gli esami. Perché non mi dite ciò che volete?-

- Non ci costringa a usare la forza -

- Che noiosi! - e  si fece largo tra i suoi compagni.

Uscirono dal dormitorio e percorsero due corridoi e, quando i tre docenti si assicurarono che non c' era nessuno nei dintorni schiantarono Draco e mentre era svenuto gli fecero bere la pozione Veritaserum.

Poi lo portarono nel loro ufficio e aspettarono che rinvenisse.

Aveva una faccia inebetita:- Che mi avete fatto?-

- Niente, e ora ci dica dove è Sasha e cosa intende fare, quando e come!-

Il giovane cominciò a ridere che gli vennero le lacrime agli occhi : -Come siete stupidi tutti quanti! Quella del castello non è la vera camera! Ce n' è un' altra qui vicino, ma Sasha non mi ha detto dove si trova. Comunque mi ha detto che vuole agire questa notte e vi ucciderà tutti. Lei adesso vive nella foresta incantata e quando verrà potrete dire le vostre ultime preghiere ai vostri dei!-

e scoppiò in un' altra fragorosa risata.

- Grazie signor Malfoy se ne può andare -

Draco si alzò, uscì, e quando fu nel dormitorio raccontò a tutti cosa gli avevano fatto.

- Che stupidi, danno delle pozioni a me! Sperando che funzionino per di più. Non sanno che ho preso dieci e lode negli antidoti?

Sapevo che avrebbero tentato una cosa del genere e dopo la colazione ho provveduto a inventarmi un nuovo tipo di intruglio , devo dire che ha funzionato perfettamente! -

- Sei un genio Draco! - e si complimentarono tutti con lui.

- Lei sta bene? -

- Sì, non hanno messo il naso nelle camere.-

Lei, ovvero io, ero in uno stato di profondo trance e non sentivo niente intorno a me, stavo solo a pensare alle formule, alla magia e al mio compito. Ciò che si chiama perfetta concentrazione.

Draco venne a vedermi più volte durante il giorno e  quando mi svegliai era sera.

Ero rilassata e stavo ottimamente dal punto di vista fisico e morale.

- Draco!- Lui arrivò subito.

- Andiamo. Mi stanno chiamando -

Percorremmo i passaggi nascosti del castello finché non giungemmo alla porta del bagno che portava di sotto.

Strano, mi domandai come mai non c' era nemmeno una guardia.

Scendemmo lungo il tunnel e Draco eliminò ciò che sembrava un bidello, ah sì era Gazza, il bidello della scuola, messo lì come sentinella.

Un bidello?! Mi stavano prendendo in giro!?

Guardai Draco con aria interrogativa, ma lui scosse la testa :- Ci ho pensato io-

Che tesoro!

Entrammo nella camera, buia e umida come al solito.

Stavolta però, qualcosa era diverso, qualcuno mi chiamava, l' aria crepitava di magia. Sarebbe stata quella la mia tomba? No, avrei vinto, ne ero sicura.

Draco rimase piuttosto in disparte, mentre io mi posizionai davanti alla grande statua di Serpeverde. Mi guardai un attimo attorno con fare assente poi intonai la melodia di apertura.

 


 

 

La maledizione

 

Appena avevo cominciato a cantare la formula, la terra aveva iniziato a tremare, scossa da una forza misteriosa che veniva liberata dopo molti millenni e, svariati metri sopra di noi, al castello, il panico aveva contagiato molte persone.

Tutto era scosso, le pietre  e i cornicioni cadevano dal soffitto,  le colonne si crepavano e le finestre esplodevano.

Tutti gli alunni si precipitavano fuori più veloci che potevano, assieme ai professori.

Solo uno sapeva dove andare: Silente.

 

 

Appena cominciarono le scosse corse verso la camera: aveva capito tutto troppo tardi; per tutto il giorno erano stati ispezionati i dintorni alla ricerca della seconda camera, ma Malfoy in qualche modo aveva aggirato la pozione e ora Sasha stava entrando.

Era l' ultima possibilità di ucciderla, doveva rinchiuderla dove si accingeva ad andare, assieme a tutti gli antenati, anche se per farlo sarebbe rimasto incastrato a sua volta in quella dimensione.

Tutte le profezie si stavano avverando, per fortuna aveva messo al sicuro Potter, l' ultima speranza se lui avesse fallito.

Si accorse che Moody lo seguiva, aveva capito anche lui.

Scesero in silenzio il tunnel aperto e videro il cadavere di Gazza.

Correndo arrivarono nella sala e lo spettacolo che li attendeva li fece bloccare meravigliati e inorriditi allo stesso tempo.

 

Simultaneamente all' inizio delle scosse la grande statua davanti a me aveva cominciato a cambiare, era diventata più fluida e si era colorata di un blu screziato e sfumato, bellissimo.

Draco da dietro le colonne l' aveva ammirata stupefatto, ma io dovevo portare a compimento la formula e non avevo tempo di notare cosa stava accadendo  attorno a me.

L' intera statua assunse la consistenza dell' acqua e si incastonò alla parete, cominciando a  luccicare di un azzurro zaffiro.

Finito il canto alzai la testa e vidi ciò che era accaduto, rimasi senza fiato tanto era bello. Avevo aperto la porta!

Chiamai Draco che si avvicinò titubante.

- Ricordi la promessa che mi hai fatto?-

- Sì non lascerò che nessuno chiuda questa porta a costo della vita. Ma come possono  farlo?-

- Penso che solo Silente possa agire. Bisogna che qualcuno puro di cuore si getti di spontanea volontà nella camera.

Il sacrificio di questa persona la chiuderà e se io sarò all' interno morirò.-

- Non lo permetterò , non temere-

Mi girai e mi avvicinai alla parete. Prima di immergermi nella sostanza mi girai verso Draco per vederlo un ultima volta, lui mi sorrise e io ricambiai.

Avevo uno strano  presentimento. Lo ignorai e affondai nell' azzurro, verso la Final Fantasy.

 

Draco rimase un poco a fissare la sostanza, al centro della stanza, poi ricordandosi di dove era e di quale era il suo compito si appostò dietro una colonna,  sicuro che Silente sarebbe arrivato prima o poi ed era altrettanto sicuro che sarebbe morto affrontandolo.

In effetti pochi secondi dopo udì dei passi frettolosi avvicinarsi e nella camera entrarono due persone: una era Silente l' altra ...Moody, il migliore amico del preside.

- Eccoci. Troppo tardi Silente, è gia entrata.-

- No, so un modo per chiuderla all' interno e sigillarla per l' eternità-

- Come?-

- Dovrò gettarmi all' interno, solo così si chiuderà.-

- Ma Silente, potremo aspettare che esca. Allora ...-

- Moriremo tutti. Lascia stare, farò il mio dovere ...-

- Che parole nobili , signor Preside- disse Draco uscendo da dietro la colonna, avvolto  nel nero mantello. Si era stretto le stoffe addosso per evitare che i nemici vedessero come stava tremando.

- Malfoy, lo sapevo che c' eri dentro fino al collo. Ora spostati altrimenti dovrò ucciderti.-

Di risposta ottenne un ghigno.- Che paura!-

- Spostati Malfoy, non sai con cosa stai giocando!-

- Voi non lo sapete. Dovrete passare sul mio cadavere.-

- Sasha ti sta prendendo in giro! Non capisci?-

- Dovrete ammazzarmi prima!-

- Come vuoi -

Silente non finì nemmeno la frase che lanciò frecce avvelenate contro il ragazzo , ma si rupperò tutte contro il suo schermo protettivo.

- Oh, un regalino di Sasha!- disse ridendo.

- Eknos estre men- e Silente cominciò a ghiacciare, ma il contro incantesimo era pronto.

- Sestra ent fera. Hed faith far . Fairy nascde!-

Adosso a Silente  e Moody piovve di tutto, dalle spade alle lame di ghiaccio e l' ultimo attacco ebbe qualche successo, infatti una grande palla di fuoco distrusse lo scudo protettivo di Moody, che finì bruciacchiao a terra.

Draco non aspettò altro e lo finì con un Adava Kedavra.

Non si accorse però, che mentre era impegnato a dare il colpo di grazia ad un nemico, l' altro se ne stava approffittando per correre verso la porta della camera e Draco fece appena in tempo a girarsi e urlare:- Mentra Mes - che Silente venne sbalzato di lato e atterrò con un tonfo sulla parete opposta.

- Ragazzino non dovevi proteggere un demone come Sasha. Ti ucciderà appena uscirà dalla Camera, è scritto nelle profezie.-

- Non è vero -

Ma Silente non badò alla risposta e gli lanciò contro un temibile Adavra Kedavra, seguito da un menckos.

La prima è una maledizione mortale, a cui solo una persona al mondo è sopravvissuta per caso, senza un' adeguata protezione (Potter); essa prese di striscio il mantello protettivo del ragazzo e lo ruppe completamente, lascinado Draco senza difesa, cosicchè il menckos andò a segno.

 

 

Quando toccai quell' acqua fu come se mi fossi immersa in lava bollente, bruciava orribilmente e la pelle cominciò a staccarmisi dalle ossa e a ridursi in cenere, andai avanti lo stesso e il secondo "strato" della porta guarì i tormenti del precedente, fresco come acqua di fonte, piacevole come il tocco di una piuma.

Passai anche attraverso a quello e venni tratta da una forza misteriosa alla quali non opposi resistenza, mentre ero immersa in un buio impenetrabile e volavo e velocità incredibili, molti puntini di luce intorno a me scomparivano nel giro di attimi. Forse le stelle?

Ad un tratto finì quella folle corsa e venni scaraventata a faccia in giù su un pavimento di marmo, decorato con intarsi d' oro.

Mi alzi subito pronta alla lotta, ma  intorno a me non c' era nessuno, solo libri!!!

Libri antichissimi persi dalla memoria dei maghi, magie di tutti i tipi, risalenti all' era dei sogni, quando i maghi dominavano incontrastati, libri di storia, la storia del mio popolo, della mia nazione e anche dei miei predecessori, i Pendragon, la storia dei più grandi signori oscuri mai vissuti, addirittura di Raistlin e i loro incantesimi.

Rimasi meravigliata e rapita a osservare tutti i manoscritti fino a che una voce dolce mi interruppe:- Li puoi avere tutti se resterai qui, con noi. Non hai mai conosciuto tua madre, lei ti vuole bene. Tra poco ci raggiungerà anche tuo padre, non vivrà ancora a lungo. Sarai la mia regina.-

- Serpeverde - Mi girai e davanti a me vidi .... Draco!

Ma non era lui e lo sapevo benissimo.

- Lì fuori ti odiano tutti per quello che sei, noi invece ti capiamo. Siamo stati tormentati e uccisi solo per le nostre convinzioni e così finirai anche tu .... se resterai lì. -

Vidi una porta, in fondo alla stanza ricoperta di libri, e mi diressi lì di corsa senza che lo spirito me lo impedisse; era un laboratorio pieno di qualsiasi  componente magico, avrei potuto fare  esperimenti di ogni genere.

- Proprio così sarà tutto tuo, basta che mi cedi la tua anima.-

Tutte quelle ricchezze, sarei stata qui al sicuro, non fuori dove non mi voleva nessuno.

- E poi hai me. - Serpeverde allargò le braccia per accogliermi.

Assomigliava così tanto a Draco, ma era diverso: lui capiva ciò che provavo e ciò che mi rodeva da quasi un anno, perché lo stesso era accaduto a lui un migliaio di anni fa. Avevo effettivamente paura degli altri , di come sarebbe andata a finire e di cosa mi sarebbe capitato dopo.

Il mio ragazzo nell’altro mondo non sapeva, non avrebbe mai potuto capire del tutto i miei sentimenti, il mio orrore per gli altri , il mio odio e la mia paura dalla quale nascevano tutte le mie malefiche imprese…

Ma … ma chi era il ragazzo? Quella figura bionda mi ricordava qualcuno, ma … mi sfuggiva il nome, forse un mio compagno di corso?

E mi chiamava, con una voce così soffice e suadente che era un piacere ascoltarla.

Ma, cosa ci facevo lì e come ero arrivata?  Stavo dimenticando tutto.

Mi piaceva un sacco quel posto, sì , cominciavo proprio a pensare che sarei rimasta lì, … al sicuro.

Mi avvicinai al ragazzo, era così carino e mi invitava a rimanere lì.

Era così carino, e io nell’altro mondo non avevo nessuno …

Stavo per andare da lui, quando sentii una voce chiamare aiuto.

Mi girai lentamente, con scarso interesse e vidi una piccola porticina che non avevo scorto precedentemente, così corsi verso quella porta, seguita dall' urlo di Serpeverde che mi richiamava. Varcai la soglia e cosa vidi?

Centinaia di anime imprigionate e torturate in quello che poteva sembrare un paesaggio infernale. Ecco che fine avevano fatto tutti i miei antenati, ecco la fine che avrei fatto anche io se avessi ascoltato le proposte di quel demonio.

Ogni spettro era condannato a raccontare la sua storia mentre subiva la sua orrenda punizione; incatenata ad una parete vidi l' anima di una donna bellissima, aveva i capelli lunghi e rossi, come i miei, occhi tristi che avevano la mia stessa forma, lentiggini sparse sul naso e un fisico minuto.

Andai verso di lei mentre Serpeverde mi teneva d' occhio dalla porta.

- Quella è tua madre- disse solo.

- Mamma - sussurrai

Appena dissi ciò lei alzò lo sguardo verso il mio e non mi riconobbe, ma continuò a narrare la sua storia.

" Figlia di una Pendragon e di un Nihilim, quale amara sorte mi riservò  il destino. Diversa per natura, odiata per questo, in giovane età mi innamorai di uno stregone oscuro, un signore, Lord Voldemort, ma, ahimè , io servivo solo per i suoi scopi.

Ebbi da lui una bellissima bambina, ma ormai a lui non giovavo più e quando il suo dominio cadde scappai. Vissi qualche anno in pace, ma lui aveva imparato a possedere i corpi, così  potè ritornare a una mezza vita.

Mi cercò e i suoi fedeli seguaci mi trovarono e mentre lui guardava e rideva, mi uccisero. Prendeva la causa della mia morte e della mia sventura dalle mie braccia:  mia figlia, sarebbe dovuta diventare  come lui.

A me, appartenente a un ramo Serpeverde, mi fu tolta l' anima e qui venni imprigionata per l' eternità finché l' eletto non arriverà e mi libererà. Oh, destino crudele, colui che amavo mi uccise per il frutto del male. L’amore è stato calpestato e la mia felicità ridotta in disperazione. Dovran morire anche loro per mia vendetta "

E si mise a singhiozzare.

Cosa?! Mio padre aveva dato l' ordine di ucciderla e aveva assistito? Mi aveva sempre detto che tutto era stato un incidente!

- Ciò che hai sentito è vero - disse Serpeverde.

 Mi sembrava impossibile, ma una parte del mio cervello urlava che l’avevo sempre sospettato, Voldemort era capace di tutto, ero sicura che avrebbe voluto più volte eliminarmi.

Un rombo mi salì agli orecchi e mi assordò, bugie , menzogne in tutti questi anni … ma  l’avrebbe pagata molto cara. Non aveva scampo.

 

Ora non volevo più stare in quel posto, volevo solo uscire per vendicare la morte di mia madre e andare in un luogo sicuro per riflettere.

Mi avvicinai allo spirito in trappola e le sussurrai:- Tu volevi bene a tua figlia?-

- Mi rovinò la vita, per ella dovetti abbandonare la scuola e venni uccisa. Ma l’amavo, sì. Come non avrei potuto?-

Stavo male, avevo le lacrime agli occhi e decisi di liberare quelle povere anime sconfiggendo Serpeverde, quel mostro.

Senza dir niente mi girai e attaccai, il fantasma non era pronto e subì un grave danno.

In preda al furore e alla disperazione gli lanciai addosso tutte le maledizioni di cui ero capace, incurante di quelle a cui rispondeva ed entro breve mi trovai piena di ferite. Mi stavo indebolendo enormemente e alla fine decisi di fare la magia più potente che conoscessi, una magia che speravo Serpeverde non pensasse fossi in grado di fare.

Il dragon Slave.

Feci calare una nebbia impenetrabile e salmodiai la melodia.

Una gigantesca palla di fuoco devasto l' intero ambiente, consumò il corpo fittizzio e l' anima di Serpeverde, ma essendo la stanza dotata di muri magici, essi respinsero la palla di fuoco verso di me e non riuscii a evitarla del tutto.

Caddi nelle tenebre e quando mi svegliai dovetti pazientare un poco per ricordare dove ero; le anime erano libere e la maggior parte se n' era andata, chiamata dagli dei.

Pochi ne restavano, tra cui mia madre.

Si avvicino a me, pensai che volesse darmi il colpo di grazia per vendicarsi di tutto quello che, secondo lei,  avevo fatto.

Si avvicinò, aveva indosso l' ultimo vestito che aveva portato, bellissimo e mentre veniva verso di me ricordai il profumo che si metteva sempre.

Si inginocchiò accanto a me.

- Bambina mia sono libera, ora.-

Non avevo la forza di rispondere, sibilai e sputai del sangue, gran parte di me era carbonizzata e non riuscivo più a muovermi.

- Sei tu la prescelta. Un giorno verrai e aprirai le porte degli dei. E' tuo.- E mi consegnò l' amuleto.

- Non riesci a muoverti e presto morirai, ma a me rimane un poco di magia, potrei usarla per porre fine alle tue sofferenze. Potresti venire via con me, ma devi assolvere un alto compito, molto più nobile. – sorrise e in quel momento per poco non le dissi di portarmi via con se. A casa …

Usò la sua ultima magia per tenermi in vita e guarirmi quel tanto che seriviva perché non morissi, poi se ne andò.

Mi avvicinai all' amuleto e lo infilai al collo, subito sentì una grande ondata di calore e mi ritornarono un poco le energie.

Strisciai attraverso il laboratorio e la biblioteca; ora era tutto mio, ma a me importava solo di uscire da quel posto e rivedere Draco. Mancavano pochi passi al portale quando sentii un dolore lancinante allo stomaco e urlai come se qualcosa mi avesse veramente colpito. Ma io non avevo niente.

Quella sensazione mi stordì un poco, ma poi mi ripresi e capii ... Draco! L' avevano colpito, stava morendo!

No, non anche lui, altrimenti mi sarei uccisa all' istante! Non avrei avuto più nessuno per davvero!

Strisciai fino al portale e rotolai nel fluido.

 

La maledizione menckos è orrenda e anche piuttosto semplice da effettuare: un' unica freccia viene lanciata e quando raggiunge un corpo o qualsiasi altra cosa si trasforma in acido, causando un dolore incomparabile e un morte lenta a causa della sostanza corrosiva.

Draco era stato privato della sua protezione dall' Adavra Kedavra e la menckos aveva potuto agire con calma.

Il ragazzo era disteso al suolo e cercava di strapparsi la freccia, prima che finisse di trasformarsi tutta in acido, ma un sottile rivolo di sangue gli stava già uscendo dalla bocca, cominciava a non vederci più e il respiro si faceva  irregolare.

Silente si diresse verso di lui:- E' finita Malfoy. Avete perso -

A Draco mancarono le forze e si abbandonò vicino al portale.

 

Cominciava a perdere i sensi, quando qualcosa apparve dalla superificie dell' acqua, una mano, una mano più o meno carbonizzata. Oh no! Sasha non ce l' aveva fatta, qualcosa era andato storto! Con le ultime forze la prese e la tirò a sè, almeno sarebbero morti insieme.

Caddi vicino al corpo di Draco; nonostante tutte le ferite e le bruciature io ero ancora viva, ma lui stava morendo in fretta, l' acido agiva velocemente.

Mi girai e vidi Silente che si avvicinava dopo aver evocato la spada di Grifondoro. Mi venne da ridere a pensare che lì era stata usata anni prima per sconfiggere il basilisco di Voldemort.

- Mi dispiace che sia finita così, Sasha. Eri molto brava ma ti sei dedicata al male. E il male va distrutto.

Dopo di te mancherà solo tuo padre. Almeno tu e Malfoy morirete insieme, non come tua madre.-

Allora lui sapeva tutto …

Mi venne in mente ciò che aveva detto mia madre nella camera, del suo omicidio, del mio compito. Non poteva finire qui.

Draco esalò l’ulitmo respiro e mi scivolò addosso, no …. non poteva essere, era morto il mio Draco.

No, non volevo crederci,  non potevo crederci …

Presi in mano l' amuleto mentre Silente alzava la pesante spada, e, alzatolo a mia volta, gli gridai  tutta la mia rabbia e la mia disperazione.

Come per incanto Silente si fermò con la spada a mezz' aria e Draco cominciò a respirare debolmente  A parte questo rumore, tutto intorno a me era perfettamente immobile. Non capivo cosa era successo, ma non me ne importava granchè. Silente era bloccato e Draco vivo e questo mi colmò di una gioia mai provata.

Che potere portentoso aveva l' amuleto?

Quasi subito cominciai a provare un pizzicore agli occhi, cominciavano a bruciarmi.

Il fastidio pian piano scomparve ma io ero troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa e caddi in un sonno profondo.

Mi svegliai quando era ancora notte, e sarebbe stata notte finché non avessi sciolto l' incantesimo; una magia che neppure sapevo come si effettuava, che nessuno, dalla scomparsa degli dei, aveva più effettuato.

Salii ai piani superiori e mi divertii un poco a vedere tutti bloccati nelle loro posizioni di fuga. Solo allora capii che avevo fermato il tempo!

Sembravano statue terribilmente vere, i volti distorti dalla paura, non sapevano perché gli stava crollando tutto addosso.

Curai le ferite di Draco e le mie, con la cicoria e la fumigeria che trovai in infermeria.

Feci un bel bagno rilassante e mi cambiai i vestiti. Quando andai a darmi un' occhiata davanti allo specchio rimasi sbalordita! I miei occhi!

Ora avevo le pupille verticali come quelle di un gatto e vedevo al buio! Rimasi comunque soddisfatta delle mie nuove iridi, ora erano molto più belle e anche più utili, come quelle di papino! Ah sì … papino …

Avevo messo il ragazzo a dormire, ora il suo respiro era forte e regolare, segno dell’efficienza immediata delle mie cure. Quando si sarebbe svegliato non avrebbe avuto più nulla.

Mi sdraiai accanto a lui e mi assopii. Non so quanto “tempo” trascorse, ma quando mi risvegliai, lui era  ancora coricato.

Pochi minuti dopo sentii un lamento: - Sasha ! Che diavolo è successo? Oh sei viva, ma .... i tuoi occhi…- e mi abbracciò.

- Non adesso. Dammi le mani, non è ancora finita.-

Draco mi porse le mani e, come per la telepatia, presi una minuscola goccia del mio potere, lo “duplicai” e lo trasferii a lui, come avevo fatto per la telepatia.

- Giurami che staremo insieme per l' eternità- gli dissi.

- Lo giuro. Ti amo. – a quelle parole rabbrividii ma lui non se ne accorse per fortuna.

 

Appena gli ebbi trasferito i poteri,  gli occhi cominciarono ad allungarglisi dolorosamente.

Dopo esserci ben rinfrancati andammo trionfanti a compiere l' ultima parte del nostro piano: l' eliminazione dei maghi incomodi.

 

 

Giungemmo al parco, dove gli studenti stavano guardando il castello e lì ordinai all' amuleto di sciogliere l'incantesimo, cosa che accadde sedutastante.

Le ultime scosse terminarono ma la luna restò coperta e il lago color pece.

Dal castello uscì di corsa Silente, sporco e coi le vesti lacere, brandendo la spada e si fermò davanti agli studenti ammutoliti.

Era ampiamente ferito, ma nei suoi occhi potevo leggere una cieca determinazione.

- Sasha è tornata e ha conquistato il potere della camera, siete tutti in pericolo ....-

- Sbagliato nonnetto solo tu sei in pericolo! Tu e qualche tuo leccapiedi- e sia io che Draco scoppiammo in una risata stentorea.

Eravamo incappucciati, per questo nessuno ci aveva riconosciuto, ma non passò nemmeno mezzo secondo che le persone attorno a noi ci fecero largo come se avessimo la lebbra.

- Grazie per averci aperto il passaggio - feci in falsetto.

Lentamente avanzammo tra le ali di folla fino a giungere a qualche metro dal preside. Non volava una mosca.

- Avanti ci uccida, come voleva fare alla camera. Ci uccida ora se ci riesce!-

- Lo farò, serpenti velenosi! Se ucciderete me, ricordatevi ci sarà sempre qualcuno che si opporrà ....-

- e farà la tua fine- finì Draco.

- Le profezie si sono avverate tutte, ma alla fine dicono che voi cadrete! Come fece Voldemort!-

- Strano, io ho sentito altro dalle profezie.... mi hanno detto che diventerò immortale! -

Un bisbiglio percorse la folla.

- Bene vecchio, siccome non ho molto tempo da perdere qui con te, in guardia sto per scagliare un incantesimo mortale-

All’inizio giocai un poco, come fa il gatto col topo prima di mangiarselo.

I terribili incanti lanciati dal preside non mi pungevano nemmeno e dopo avergli dato un po’ di corda  parlai all’amuleto.

" Uccidilo facendolo soffrire" e la cosa provvide.

Niente potè fare Silente per difendersi.

Mentre era a terra agonizzante sibilò - Sas smett hai uuccis trop. Cos voi diven-tar-e?-

- Semplice .... un Dio!- Gli sussurrai queste parole all'orecchio e lui sgranò gli occhi e fece uno strano sorriso, subito dopo spirò.

Mi girai verso l' immobile e muta folla di studenti di Hogwarts.

Qualcuno stava piangendo e altri stavano cercando di soffocare i singhiozzi. Patetico.

- Qualcun altro ha voglia di sfidarmi?-

Tutti rimasero in silenzio.

- Domani tornerete a casa con l' espresso di Hogwarts, stanotte farete i bagagli. I vostri insegnanti vi daranno una mano. Ora potete tornare nei vostri dormitori. Non voglio sentire una voce!-

Tutti erano troppo sconvolti per parlare e raggiunsero il più in fretta possibile i loro dormitori. La maggior parte di loro credeva che fosse solo un brutto incubo.

Presi in parte la Mc Grannit, piangeva e sembrava disperata.

Appena vide in faccia i miei occhi le mancò il fiato. Vomitevole!

- Stanotte alloggeremo nelle stanze del preside, domani se ne andranno via tutti, resteranno qui solo i professori che vorrò io.-

Lei annuì piano, sempre piangendo.

- Domattina voglio parlare con Potter. Mandate qualcuno nella foresta proibita a raccattare Voldemort. Deve pagarmela!-

Andammo a dormire nelle stanze del preside, belle e accoglienti.

Aveva un letto enorme, da tre o quattro posti, penso. Si trattava bene il vecchiardo, eh!

Io e Draco ci coricammo e gli raccontai tutto, di mia madre, delle prove, della magia.

Avremo dovuto imparare a controllare e possedere l’ arcano potere che ora era in noi e l' amuleto stesso ci avrebbe aiutato.

Naturalmente Draco aveva solo una goccia del potere che stava in me, se ne avessi duplicato altro, sarebbe potuto diventare pericoloso … o sarebbe morto.

Eravamo così stanchi che ci addormentammo quasi subito.

Serpeverde era sconfitto. Avevo vinto! Ora dovevo superare la parte più difficile, cominciando con l' essere  pronta per il giorno dopo! C' era sentore di grandi cambiamenti nell' aria!

 

 


 

Incipit  vita nova

 

Mi svegliai la mattina successiva; era abbastanza tardi e quasi tutti si erano già destati. Il sole nascente era ancora oscurato, chissà per quanto sarebbe durata l' eclisse.

Mi preparai, mentre Draco stava ancora dormendo; d' ora in poi non dovevamo più preoccuparci di separarci la mattina per non farci vedere insieme. Poco dopo si svegliò anche lui.

Scendemmo insieme e appena entrammo nella Sala Grande calò un silenzio di morte e i Serpeverde si alzarono tutti in piedi, non seguiti dalle altre casate.

Camminammo lungo il corridoio centrale e raggiungemmo la tavolata dei professori piazzandoci ai posti di Silente e Moody, nessuno fiatò.

- Bene, bene - cominciai - vedo che siete tutti pronti. Partirete oggi stesso, tra un' ora. L' espresso vi porterà come al solito a King' s Cross e lì potrete tornare tra le gonnelle dei vostri genitori.- Draco fece una risatina sprezzante e continuai. La mia voce rimbombava tra le pareti della mensa e mi faceva un certo effetto, compreso il migliaio e più di teste rivolte verso di me.

- Qui resteranno solo le persone ....-

Qualcuno entrò nella Sala Grande e interruppe il mio discorso, strano gli alunni erano tutti presenti, chi diavolo era?

Poi sentii le urla dei ragazzi dalle ultime tavole, ma nessuno ebbe il coraggio di muoversi. La figura avanzava piano verso il tavolo centrale.

Voldemort, con la sua faccia naturale, quanto mi somigliava!

Sentimmo un tonfo alla nostra destra : madama Pince era svenuta.

- Salve padre. Hai visto come è finita – feci con volte gentile, mentre dentro di me ribolliva un odio profondo … aveva fatto uccidere mia madre.

- Sì e me ne compiaccio con te. Silente?-

Incurvai leggermenti il labbro superiore e lui capì. Si sedette al nostro tavolo e cominciò a squadrare gli alunni uno per uno, penso alla ricerca di Potter.

- Come stavo dicendo prima di essere interrotta, qui resteranno solo coloro che ora elencherò: Minerva Mc Grannit, Madama Pince, Madama Chips, il professor Piton e Potter.-

Tutti si girarono verso il posto che occupava di solito Potter, ma solo allora mi accorsi che non c' era.

Un brusio si diffuse per la stanza.

Non poteva essermi scappato da sotto il naso!

Gliel' avrei fatta pagare per tutte quelle volte che aveva messo il becco nei miei affari, tentando inutilmente di sabotare i miei piani.

- Se Potter non si farà vivo prima di partire ci accontenteremo di Ron Weasley ed Hermione Granger.-

I due poveretti sbiancarono, ma non dissero nulla.

- Ho finito. Buona Colazione.- dissi con voce melliflua e seguì un fragoroso applauso dalla tavola Serpeverde.

Draco stava cominciando a lacrimare dallo sforzo di resistere alle risate.

" Allora cosa gli facciamo con Tu Sai Chi? Posso eliminarlo io!"

" Calmo Draco, la vendetta deve essere dolce e assaporata lentamente. Per il momento lascia che pensi di essere al sicuro, poi quando meno se lo aspetterà colpiremo".

Gli rivolsi un sorriso velenoso e ci girammo verso Voldemort.

Lui era a un capo della tavola e stava assiduamente fissando la Pince, che, anche se lo sapeva, teneva gli occhi fissi sul suo piatto e non parlava con nessuno. Aveva un colorito variegato: dal verdastro al blu cenere, in alcuni punti chiazzato di grigio e viola. Interessante!

Piton appariva impassibile, anzi aveva già cominciato a discutere con Malfoy sulla validità di quel suo antidoto per la veritaserum e si erano immersi nel complicato vocabolario degli ingredienti di pozioni, da tempo; erano proprio irrecuperabili!

Mangiai con più appetito del solito e aspettai che la gente cominciasse a portare fuori i bagagli, li controllai mentre salivano sulle carrozze che li avrebbero portati ad Hogsmeade e, quindi alla stazione.

Poco prima che il treno partisse acchiappai la Granger e il Weasley e li trasportai davanti al castello.

 - Potter è talmente codardo da preferire che i suoi amici soffrano al suo posto. Puah! Bell' amico avete! -

- Harry è al sicuro, lontanto dalle tue grinfie e ti sconfiggerà!-

- Sì, tra quanti millenni, due o tre? - .

Il treno partì e con esso una mia preoccupazione, niente più allievi che ficcassero il naso dove non avrebbero dovuto!

Tornammo ad Hogwarts, la mia casa, ora, ma non era molto confortevole con le mille piccole stanzette, allora mi fermai a qualche centinaio di metri dall' edificio, dietro di me gli altri.

Mi inginocchiai e chiesi al medaglione alcune cose:

 

Che la foresta proibita sia da guardia al castello e che nessuno faccia entrare o uscire, senza il mio permesso.

Che sia dieci volte più folta e più pericolosa. Lì vi pulluleranno creature malefiche di tutti i tipi che mi ubbidiranno e temeranno e sbarrerà la strada di accesso al castello, ma si aprirà a un mio comando.

Che il castello di Hogwarts cambi la sua conformazione, che le sue stanze divengano lussuose e piacevoli e adeguate ai miei gusti e alle mie esigenze!

 

E così fu. Sentimmo la foresta  chiudersi dietro di noi, il brulichio degli alberi spinosi e dei rovi che crescevano a dismisura, si triplicavano, cosicchè alla fine l' interno era talmente intricato che non si vedeva a un palmo dal naso.

Subito sentimmo degli ululati e altri rumori sgradevoli, lupi mannari, ragni mostruosi, demoni e succubi, venivano fuori da ogni luogo e mi rendevano omaggio.

 

 

Entrammo e decidemmo la nuova disposizione delle stanze.

Io e Draco prendemmo una ventina o trentina  per noi, inoltre molti elfi domestici vennero a servirci personalmente.

La sera seguente avrei dato una grande festa, e  invitato un sacco di gente. Amici, naturalmente.

Pranzammo nella nuova sala grande. Voldemort si era seduto di fianco la Pince e la stava continuando a fissare, finché la poveretta si mise a piangere e si alzò da tavola seguita da Minerva Mc Grannit e mio padre fece un bieco sorriso.

Lanciai uno sguardo di disapprovazione a papino, ma lui alzò le spalle e si concentrò sul piatto.

Nel pomeriggio io e Draco andammo a trovare i miei affezionati nonni.

Prima toccò a mia nonna, per lei feci una cosa indolore un Alakantara Krespus, al quale lei nemmeno provò a scampare; disse solo: "ti aspettavo" e morì. Dovetti andare al ministero per mio nonno. Lui era stato più cauto e si era circondato di auror e dissenatori.

Ci incappucciammo e chiedemmo di fargli visita, ma appena mettemmo piede nella sala d' entrata tutti i rivelatori di maghi oscuri si misero all' opera e gli auror sbucarono fuori da ogni angolo e ci misero ad attaccarci con ogni magia possibile.

Draco e io ci mettemmo a ridere, anzi lui cominciò a fare linguacce, versacci e strane imitazioni di animali, a tutti quei paladini della legge, molti restarono stupefatti a fissarlo. Perché doveva sempre essere così esibizionista, il mio draghetto?

Il nostro mantello protettivo non avrebbe ceduto nemmeno con dieci Adava Kedavra, che talaltro erano di uso proibito dagli auror, così procedemmo spediti verso la nostra meta e coloro che si misero in mezzo vennero scagliati da parte. Inutili le molteplici maledizioni che piovvero da tutti i lati.

Procedemmo verso la sala del Ministro, quando davanti a noi si pararono i dissennatori.

Non so perché, ma invece di attaccarci si inchinarono da parte, tra gli sguardi terrorrizzati e attoniti degli auror e ad un mio cenno, si gettarono su di loro, massacrandoli.

Entrammo nella sala del Ministro, che lusso! Poteva far concorrenza con tutto il ben di dio che aveva avuto a casa.

- Ciao nonno -

- Entra, sapevo che ogni difesa sarebbe stata inutile. - sospirò e riprese - avrei voluto che fosse andata in  maniera diversa, avrei voluto allevarti come mia figlia, una seconda bambina -

- Anche io, ma non avresti dovuto far in modo che Voldemort mi rapisse quando avevo quattro anni. -

- Tua madre era morta e credevo avessi fatto la stessa fine -

- Menti! tu sapevi che non potevo essere morta! Draco provvedi!-

- No, se devo essere ucciso voglio che sia tu a farlo-

- E così sia. Ah nonno, ascolta, mia madre non è morta in un incidente. Mio padre l' ha uccisa- e mentre sospirava si  addormentò per non svegliarsi più. Un sentimento in fondo al mio cuore si agitò, forse pena per quel vecchio vittima del destino e degli eventi? Non era possibile.

- Andiamocene. Mancano solo i traditori  che scrissero a Silente.-

- Ci penserò io, tu ti sei divertita troppo, oggi.-

E sghignazzando passammo in mezzo ai dissennatori sazi, che si tirarono in parte; sui balconi sopra la sala centrale, esterrefatti e inorriditi, gli impiegati al ministero, che avevano già capito cosa era successo nella sala del Ministro e anche come erano morti gli auror sotto di loro.

Avrebbero dovuto eleggere un nuovo ministro.

- Portaci da coloro che ci hanno tradito, da coloro che volevano separarmi da te, medaglione! -

E ci ritrovammo in una piccola casetta ai margini di Londra, una cascina dal tetto di paglia, ben tenuta.

Suonammo e quando un giovane ci venne a rispondere gli chiedemmo di entrare perché dovevamo parlare con  Minus Peter e Sabre Illinot.

Il  mago impallidì riconoscendomi e fece per chiudere la porta, ma Draco la scardinò e trascinò Minus all' interno prima che potesse anche solo urlare. Intanto una ragazza scendeva dalle scale seguita da un altro mago, il quale, vedendoci cominciò a lanciarci incantesimi mortali che si infransero senza effetto sul nostro scudo e poco dopo Draco li fece tornare al mittente, folgorandolo (aggiungere a morte, non è necessario, come mi ha fatto notare appena adesso Kitiara).

Non mi soffermo nei dettagli, perché ormai mi nauseano. Non serve dire che sono cambiata.

Draco smaniava, ma dovetti rimbrottarlo: - Calmati. Abbiamo una prigione da distruggere e dei fedeli da liberare, da troppo tempo imprigionati.-

- Yahooo! Sono nostri. Poi li porteremo ad Hogwarts e li useremo come nostre spie e servitori.-

- Buona idea. Andiamo. Portaci ad Azkaban -

 

Ora che rileggo e ripenso ciò che ho fatto, mio odio.

Provo ribrezzo per questo comportamento, orrore per le mie azioni.

MI dispiace per tutti loro, col senno di poi.

Riscrivere queste cose mi rende terribilmente triste, così ingenua.

Mi dispiace anche per James e Lily, anche se non è stata colpa mia. Così triste.

 

Ci trovammo su una spiaggia sabbiosa, color grigio, forse era grigia per la luce del sole smorzata, ma penso sia stata sempre così.

- Ed eccoci alla celebre prigione dei maghi. Decidi, facciamo una cosa diplomatica, chiedendo alle guardie che sono rimaste fedeli ai nemici di lasciare andare i prigionieri  oppure radiamo al suolo l' intera prigione? -

- Opto per la seconda possibilità! Ci penso io!-

- Sapevo che avresti deciso così! Mi servirà qualche dissenatore per fare la guardia ad Hogwarts, visto che ormai non ne sentiamo più gli effetti e sono utili e, a quanto vedo, devoti.-

- Procedi -

Feci materializzare qualche guardia assieme ai prigionieri, che rimasero stupiti ma subito tutti si accasciarono al suolo per onorarmi. Forse sentivano chi era più malvagio e potente di loro ...

Draco, con uno sguardo folle e una strana luce nei suoi bei occhioni grigi intonò l' incantesimo della palla di fuoco, ma con i suoi attuali poteri diventò enorme e rase al suolo l' intera Azkaban. Veramente notevole.

Rimase solo qualche pietra fumante e annerita; di ciò che era rimasto prima, nulla. La spiagga ora era vuota, mozziconi di pietre spuntavano dalla terra arida, fumante e carbonizzata.

Ci trasportammo tutti ad Hogwarts.

Ormai era diventata sera e, nonostante il laghetto fosse ritornando del suo solito colore, il sole tramontò nero.

Dammo ad ogni seguace un piccolo appartamentino composto da quattro stanze. Quei maghi erano talmente sciupati che dubitai di ricavarci ancora qualcosa di buono, ma tentai.

Diedi loro nuovi vestiti e tutto ciò di cui abbisognavano per rimettersi in sesto.

Cenammo e arrivò anche la Gazzeta del Profeta, un lungo, lunghissimo articolo sulla camera, l' uccisione di Silente, il ritorno a casa dei ragazzi, il rapimento di Ron ed Hermione (chiusi in una comodissima stanza), i vari omicidi, la distruzione di Azkaban e sopratutto noi! Io e Draco eravamo visti quasi come Black, strana questa gente eh? Ci incolpavano anche di tutti gli omicidi precedenti il nostro trionfo, vero, ma non avevano nessuna prova!

Meglio così.

Lessi l' articolo a tutti e naturalmente i professori rimasero inorriditi, mentre i miei nuovi adepti notevolmente affascinati. Solo uno di loro osò dubitare della mia magia e finì in cenere davanti a tutti.

-Volevate una prova? Eccovela! Voi sarete miei servitori, miei occhi e orecchie nel mondo. Spero che non ci saranno altre obiezioni! Chi vuole andarsene può farlo adesso. Non tollelerò  alcun’altra minima disobbidienza. -

Si alzarono tutti in piedi e fecero un lungo e profondo inchino, segno di obbedienza.

Misi i dissennatori nei punti cruciali del castello, in modo che ci fosse una rete di sorveglianza efficace ed allo stesso tempo diluita.

Gli ordini per la festa della sera seguente erano stati impartiti e tutto era stato programmato. L' indomani avrei cominciato ad "addomesticare" il medaglione e prendermi i suoi poteri, egli stesso mi avrebbe detto le formule per imparare le forze arcane.

Andai a dormire e presto mi raggiunse Draco, che aveva finito di discutere con Piton di una pozione, non so come faccia a interessarsi di quella roba!

Scivolò sotto le coperte e cominciò a sussurrarmi cose all' orecchio, cose che solo lui avrebbe potuto immaginare.

 

 

 

 

 

- Ministro Caramell, quale è il suo piano d' azione, per fronteggiare la nuova minaccia?-  fece il rappresentante della commissione speciale istituita per sistemare i recenti fatti.

Il neo ministro era un ometto basso e tarchiato, con un paio di grandi baffi, uno che di problemi non voleva averne, ma gli era capitata un' occasione d' oro: una ragazzina sconvolgeva l' intero mondo della magia  e lui si veniva a trovare ministro!

- Ho deciso di effettuare subito delle manovre per prevenire qualsiasi  cosa possa accadere. Verrà distribuito a tutti i maghi un fascicolo su questa storia, dedito a informarli, mentre il nuovo preside  sarà una persona diligente, saggia, giovane, e soprattutto esperta in questo campo. Ho notato che Percy Weasley, nonostante abbia appena finito la scuola, con ottimi voti, ha tutte queste caratteristiche.-

-Ma signore, Percy Weasley è poco più che un ragazzino! Se la Pendragon ha ucciso Silente, non avrà problemi con quel bambino!-

- Ho deciso così. Nonostante tutto ciò che pensate, Weasley  è la persona adatta per questo compito. Inoltre egli dovrà trovare anche il punto debole del demone. Essendo giovane ha potuto conoscerla più da vicino, stando sul suo piano, diciamo.-

- Faccia come crede, Ministro.-

- Signori, il Ministro ha perfettamente ragione. Anch' io ritengo che, Weasley, essendo stato vicino alla Pendragon tutto l' anno, la conosca meglio di altri maghi, più potenti. E perciò sappia meglio come agire.-

- Malfoy, non sai forse che c' entra anche tuo figlio in questa storia? Non ci converrebbe sospenderti fino a che non chiariremo che non stai dalla parte di quelli? Infatti siamo più che certi che tu stai dalla loro parte.-

- Oh signori, ormai non riconosco più come mio figlio, Draco. Anch' io penso che ciò che ha fatto sia errato. Ho tentato di dissuaderlo, ma senza successo, gli ho parlato molte volte, ma ormai è perso. Forse voi riuscirete a portarmelo indietro.-

- Bene, così è deciso. Signori - fece il ministro - non c' è motivo di dubitare del signor Malfoy, ma la terremo comunque d’occhio. L' assemblea è sciolta.-

Tutti si alzarono, alcuni borbottando, altri esprimendo apertamente il loro dissenso. Lucius Malfoy uscì il più in fretta possibile dalla stanza e sogghignando si diresse verso il camino per prendere la polvere magica.

" Come sono sciocchi! Soprattutto il ministro. Nominate pure il Weasley e vedrete .."

Tornato al castello scrisse subito a Hogwarts, per informarli dei fatti recenti, non poteva aspettare la sera.

 

Mi svegliai, e solo dopo qualche secondo mi ricordai che quella sera c’era la festa. Rimasi a riposare pigramente sotto le coperte e cominciai a studiare gli incantesimi che l’amuleto mi svelava.

Verso le tre arrivò una lettera dal signor Malfoy che ci informava delle decisioni prese al Ministero riguardo al nuovo preside.

- Draco -

- Zzzzz- il ragazzo  “gracchiò un cosa c’è?” Da sotto il cuscino.

-  Svegliati! Il Weasley sarà preside il prossimo anno.-

- Quale dei cinquanta?-

- Percy, il più bigotto di tutti!- stavolta fu Draco a ridere, finché non gli venne il singhiozzo.

Le cinque e mezza arrivarono e decidemmo di lasciare il nostro nido per andare a prepararci.

Ci vestimmo elegantemente, noi maghi non badiamo a spese.

 

La nuova ed enorme sala Grande era decorata sfarzosamente, con fiori d' ogni genere e nastri, .... c' era anche un' orchestra di gnomi.

I primi ad arrivare furono i genitori di Draco, che vollero sapere tutto, non si accontentavano delle lettere che lui spediva ogni giorno.

Appena videro i nostri occhi rimasero inorriditi, anche se non vollero darcelo a vedere.

In poco tempo l' intera sala si riempì di invitati: fedeli seguaci di Voldemort, miei sostenitori, persone insospettabili, amici di vecchia data, eminenti stregoni neri, .... ce n' era per tutti i gusti!

La serata passò felicemente, con un grandioso banchetto e danze, musiche,...

Rimasero solo i Malfoy a dormire al castello, erano le 3 circa quando la festa  finì, ma non erano stanchi, così gli facemmo visitare la nostra casa. Rimasero alquanto colpiti di sapere che  io e Draco dormivamo insieme, erano al corrente del nostro fidanzamento, ma non credevano fosse una cosa così seria.

Lucius la prese con filosofia, mentre Narcissa ci rimase un po' male, era affezionata a suo figlio e aveva paura che glielo avessi portato via. Le sentivo a naso queste cose, forse il medaglione mi aiutava.

Resta il fatto che mi trattò freddamente finché non andarono a dormire. Feci appena in tempo a cambiarmi e buttarmi sul materasso che mi addormentai.

 

Nuovo giorno, nuove sfide.

Anzi era appena l' alba che i dissennatori diedero l' allarme, qualcuno stava cercando di entrare a Hogwarts dai passaggi segreti. Potter voleva liberare i suoi amici forse?

Corremmo fuori dalle stanze ancora in pigiama per vedere chi fosse l' intruso e con grandissima sorpresa vedemmo un .... cane!

I dissennatori erano sconcertati e mi fecero capire che poco prima lì c' era una persona.

- Reivelta revellum ex un serghellum -

Al posto del cane cominciò a comparire qualcos' altro, una forma indistinta .... Sirius Black! Il padrino di Harry Potter!

- Bene bene bene, guarda chi c' è qui! Volevi venire a salvare chi?

Potter, o i suoi pidocchiosi amici?-

- Non ti dirò niente, demonio!-

- Mm, non mi piace che mi si chiami così- Gli misi una mano sulla spalla e strappai dalla sua mente tutte le informazioni di cui avevo bisogno.

- Lui era qui per i lenticchiosi. Potter è al sicuro, protetto in mille modi dal Ministero. Non sa nemmeno lui dove si trovi.

Mettetelo in gattabuia, lui e gli altri potrebbero essere merce di scambio.- Le guardie provvidero subito.

- Quello che mi da fastidio è che sia riuscito a passare nella foresta proibita, tramutandosi in cane. Per fortuna pochissimi al mondo hanno questi poteri.-

- Andiamo a fare colazione.- disse Draco sbadigliando. - Non potevo ucciderlo?-

- Serpentello sanguinario, devi attendere. Lui può servirci.-

- Umpf-

La  giornata passò nello studio della magia. Sembrava tutto così bello … un sogno … ma i sogni si spezzano il più delle volte…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La fine

 

 

Salve lettore, sono Kitiara, l’amica di Sasha.

Probabilmente ha scritto di me nel primo volume.

Comunque lei ora se n’è andata e ha lasciato a me il compito di finire questo diario con i suoi ultimi manoscritti.

Qui ci sono dei brani redatti da lei, alcune spiegazioni le darò io, mi ha istruito bene su tutto quello che è successo.

Ecco,  arrivai al castello  il secondo mese, quando le cose si erano stabilizzate.

Io e Sasha avevamo sempre avuto stima reciproca ed eravamo amiche da un po’; lei mi invitò per una vacanza e alla fine restai tutta l’estate fino a quando ricominciò la scuola.

Penso che già allora Sasha soffrisse di quei problemi che la portarono dove è ora, ma nemmeno lei se ne accorse.

Nemmeno Draco.

Ma andiamo con ordine.

 

Draco e Sasha si erano ufficilamente fidanzati a metà mese, dando una festa bellissima.

Il ragazzo aveva fatto domanda di partecipazione alla nazionale di Quidditch, e, non so se per paura di cosa avrebbe potuto accadere se non fosse stato ammesso o altro, fu subito preso come titolare.

Entrambi  erano dei veri mostri nell’uso della magia, ma erano invecchiati in fretta, soprattutto Sasha, sembrava un'altra, colpa di tutto quel potere …

Cominciò a stare male, prima poco, poi sempre di più, a causa dei  ritmi di studio e le attività a cui si imponeva (studiava cose difficilissime fino tardi,...). Una volta mi aveva fatto vedere la Camera, era indescrivibile, il paradiso di ogni mago.

Draco con l’aiuto di Piton aveva provato anche a fabbricare una nuova pietra filosofale, ma senza successo.

In tutto quel periodo le morti non erano calate, nemmeno io riuscivo a farla ragionare quando aveva i suoi attacchi di stregoneria e andava per le strade ad ammazzare maghi e babbani … non faceva differenza.

Alla fine il Ministero, stanco di tali efferati atti, stipulò un contratto, e i tre prigionieri (Sirius, Weasley e Granger) vennero liberati. Non si può parlare di una vera e propria prigionia, perché Sasha li trattò sempre bene.

In quel periodo, a lei non importava molto degli affari di “stato”, stava lavorando ad un progetto, ma non me ne volle mai parlare.

Penso che centrasse con la morte.

Era ossessionata da questa, non voleva morire, non voleva invecchiare e avizzire, ma era sempre più debole.

L' inizio della scuola si stava avvicinando e Sasha decise di riaprirla e fece un altro patto con il Weasley preside: Hogwarts avrebbe funzionato come al solito e non ci sarebbe stato alcun problema se lei e Draco avrebbero avuto un appartamento e una vita indipendente da quella dell’ istituzione scolastica. In cambio non avrebbero ucciso studenti.

MI ha sempre detto che io ero l’unica che le stasse veramente vicino, dei suoi amici, e che si preoccupasse per lei e penso fosse vero; anche i Serpeverde adesso avevano paura e non si acorgevano, nessuno si accorgeva, di come stava finendo.

Draco intanto aveva cominciato gli allenamenti per la nazionale e restava sempre meno con la sua ragazza.

Sasha aveva sempre avuto pochi amici, ma in questo periodo le persone con cui parlava erano abbondantemente dimezzate, e questa situazione cominciava a pesarle, fino ad esserne talmente stanca da non farcela più.

Così l'anno passò tra verifiche, trionfi e cadute.

Potter era ritornato a scuola, ma l’ira di Sasha non si era abbattuta su di lui, come tutti credevano, … anzi a dire la verità ora si parlavano un poco.

L’Oscuro Signore era sparito dalla cricolazione, molti sussurravano che fosse stata la stessa Sasha a finirlo, altri dicevano che stava recuperando le forze e prima o poi si sarebbe scontrato con sua figlia.

Sasha aveva padroneggiato perfettamente il potere del  medaglione ma la salute cominciava a mancarle sempre più.

Non penso che ad un essere come lei si possa associare una semplice malattia, deve essere stato qualcosa di più complesso, che centrava con il potere che la stava distruggendo.

Non le interessava più niente ora che era diventata una Black, il più potente signore oscuro al mondo, solo Raistlin Majere, colui che sfidò la sua dea del male era un Black.

Cominciarono i campionati di Quidditch e l’Inghilterra era la migliore in campo, Draco era stato eletto a capitano e svolgeva il suo compito egregiamente.

Ma aveva dimenticato Sasha, ora che lei aveva bisogno di lui non l’aveva trovato, per fortuna c’ero io.

Ecco alcuni fogli che ho rinvenuto in mezzo alle sue carte che ha lasciato qui.

 

16.7.2001

 

Pian piano ritornavo alla coscienza, mi ero addormentata mentre piangevo, stanca di vivere così, di essere piegata; e oggi mi attendeva un giorno lunghissimo.

Aprii gli occhi, almeno ci vedevo.

Nihilim, la mia elfa domestica (i casi della vita: si chiamava come mia madre), era seduta accanto a me, su una poltrona, profondamente addormentata. Allungai una mano per scuoterla e svegliarla, ma ciò che mi si mostrò davanti agli occhi mi fece esitare.

Era sempre la stessa mano scheletrica e deperita. Da tanto  ormai non mi guardavo più allo specchio, meglio così.

MI alzai da sola e feci colazione in sala grande.

Il pomeriggio volli andare a Diagon Alley, a comprare libri con  Potter e Kitiara. Draco era ad allenamento e non poteva venire.

Già, proprio Potter. E’ l’unica persona con un po’ di sale in testa, in tutta questa combriccola, è pure simpatico … non l’avrei mai definito così … strani i casi della vita. Mio padre lo odiava e invece è mio amico, almeno se si possa definire tale una persona che mi parla.

Per strada incontrammo i Weasley che squadrarono Harry con un'aria disgustata e non lo badarono, quando cercò di salutarli.

Si avvicinò e Ron lo tirò in parte sibilandogli:- Ma sei pazzo! Guarda con chi vai in giro! Ti sei messo sotto la protezione dei nostri peggiori nemici!-

- Ti sbagli Ron, Sasha è cambiata – Era vero, non ero più sanguinaria come una  volta, adesso era peggio perché  ero completamente apatica. Almeno quando odiavo provavo qualcosa, quando amavo Draco provavo un po’ di felicità, ora vuoto, solo gelo e torpore.

- Col cavolo. Ti sta prendendo in giro. Cosa ti succede Harry?-

- Niente, lasciami stare - e ritornò da noi.

Non c' era niente di interessante da comprare, ma mi divertii lo stesso.

 

17. 7.2001

 

Mi alzai ... terribilmente sola!

Draco si era svegliato prestissimo per andare all'allenamento di Quidditch, mancavano ancora 3 partite per essere in finale e non doveva esserci alcun intoppo.

Passai la mattina oziando e aiutando di tanto i servi a fare qualche lavoretto. Draco tornò a casa verso le undici e mezzo e, dopo un bel bagnetto, venne a pranzare con me.

Il pomeriggio doveva ancora andare a Londra, stavolta per preparare nuove tattiche.

Mi infuriai da morire e per dispetto decisi di andarmene a fare una passeggiata ad Hogsmeade, luogo altamente pericoloso, dove più di qualche persona avrebbe voluto farmi accadere qualche spiacevole incidente.

Kit venne con me, prese i suoi  prugnotti (robe pelose con 4 zampe) e passeggiammo per le stradine semideserte del villaggio.

A sera inoltrata tornai a casa e mi decisi a parlare con  Draco.

Gli chiesi semplicemente se non mettesse il Quidditch prima di me.

Terribilmente gelosa.

Ora che avevo ciò che volevo, tutto era così noioso … le giornate tutte uguali, certe volte mi sorprendevo a domandarmi se davvero volevo essere ciò che ero.

 

 

 

 

18. 7. 2001

 

Non ne potevo più, assolutamente, mi stavo veramente arrabbiando!

Draco aveva promesso che la mattina del giorno successivo sarebbe venuto con me e Kitiara a Diagon Alley, per fare delle compere e invece quando mi svegliai alle otto, accanto a me trovai solo un biglietto che diceva:

 

Mi dispiace, ma devo andare all' allenamento. Il coach mi ha chiamato stamani presto. Non sai quanto mi dispiace, comincio a non poterne più. Mi farò perdonare.  Draco.

 

Strappai il bigliettino in pezzi minuscoli e con una magia li feci bruciare. Mi misi a piangere di rabbia e andai a prepararmi. Ma ero felice, per la prima volta dopo settimane provavo qualcosa, rabbia, ma era sempre un sentimento. Forse avevo ancora una speranza, potevo tornare indietro. Comunque sentivo che si stava allontanando sempre di più … stava dimenticando a chi doveva tutto il suo potere e la sua fama.

Presi ancora una volta il bustempo assieme a Kit, e dopo mezz' ora eravamo a Londra, c' era poca gente, quella mattina.

Entrammo a Diagon Alley e mi infilai in tutte le librerie esistenti, comprese quelle di magia nera, con grandissimo disappunto di Kit.

Nihilim era piena di borse e alla fine dovetti fare un incantesimo per aiutarla a portarle tutte.

Per rimediare alla mia orrenda compagnia offrii a kit un enorme gelato, mentre io cominciavo a leggere i miei libri, ne avevo presi anche sugli elfi di Qualinesti e Silvanesti.

Lei restò con me tutto il resto della mattina e alla fine, tornate ad Hogwarts, decidemmo di cucinare la cena. Il mio serpentello non voleva assolutamente che io facessi lavori da babbano o peggio ancora da elfo domestico e ogni volta che entravo in cucina per fare qualcosa lui mi prendeva sulle spalle come un sacco e mi portava fuori .... ma quel pomeriggio qualcosa sarebbe cambiato!

L' avrei convinto che ero un' ottima cuoca!

 

Ci tappammo in cucina dalle tre alle sette, e non facemmo soste.

Alla fine nella stanza sembrava ci fosse stata una carica di demoni in cerca di fare i cuochi, ma in compenso avevamo prodotto un ottimo sugo per la pastasciutta italiana e un dolce squisito.

L' unico problema era che il dolce era con il brandy e prima di buttarlo nell' impasto ne assaggiai un po' per vedere se era buono, e quella gocciolina mi stese.

Kitiara venne eliminata dal pestilente liquore solo annusandolo.

Dopo il mio assaggio, divenne tutto molto divertente e ridendo (non mi ricordo per cosa) mi deve essere scivolata la bottiglia nella torta...

Alle sette in punto chiamammo Harry e Draco, il primo accettò di buon grado l' invito a cena. Draco odiava pure Potter, ma lo sopportava per farmi piacere.

Appena arrivarono, fissai Malfoy e dissi:- Non mi ero mai accorta che tu fossi così bello- questa frase e il mio aspetto lo resero sospettoso.

- Cosa avete fatto?-

- Una torta buonisssima - issi- issima- e scoppiai a ridere.

- Con che?- Quando uscii con le pentole arricciò il naso e disse:   - Cosa è questa puzza??!!-

- Tò mangia!-

Misi una cucchiaiata di spaghetti a testa nei rispettivi piatti, io non li mangiai ... non mi piace la pasta.

- Che fetore di aglio. Che cosa avete combinato?!-

- Quello si chiama festo o era mesto?- e scoppiai a ridere.

Kitiara continuò al mio posto, tra i singhiozzi:- Pesto! Mangiate e fateci onore-

Harry prese una forchettata e se la ficcò in bocca e dopo pochi secondi gli occhi cominciarono a lacrimargli e inghiottì il boccone.

- B- Buono - penso sia stata una frase di cortesia.

Draco assaggiò la pasta.

- Che diavolo è sta roba?! E' aglio puro e peperoncino. Che avete combinato?-

- Abbiamo seguito una ricetta di questo libro di cucina babbano, per fare il festo …ops… testo o pesto italiano. Solo che penso di aver sbagliato un po' le dosi dell' aglio ... Yown ... lì c' era scritto due spicchi, ma non intendendocene di stè robe io non sapevo cosa erano e ci ho buttato due piante, ma forse ho sbagliato ..-

Kit continuò, era diventata estremamente loquace - ... sì e siccome non c' erano pinoli a sufficienza abbiamo messo dei piccoli peperoncini al loro posto ... tanto ci asoomigliano no?-

Draco e Harry fecero una faccia dapprima disgustata, poi innorridita, poi oserei dire infuriata e poi, infine scoppiarono a ridere.

- Ottima la vostra ricetta. Dalamar vieni qui.-

- Sì mio signore – l’elfo domestico si avvicinò obbediente.

- Fammi un favore, mangia questa roba per me.-

- Signore? Ma è la sua cena- L' elfo gli lanciò uno sguardo perplesso.

- Dai mangia ... tutto mi raccomando. Chiama anche Nihilim, Dezra e Ilindra.-

Tutti e quattro gli elfi arrivarono pochi istanti dopo e li facemmo accomodare ai nostri posti.

- Questa sera, signori, mangerete ciò che Sasha ha preparato. E direte se è una buona cuoca. E dovete mangiare tutto altrimenti la offendete e offendete anche me .... e sapete che posso diventare cattivo.-

Gli elfi s' appressarono a mangiare con gli occhi sgranati dallo stupore, ma dopo poche cucchiaiate erano tutti sconvolti, continuavano a mangiare, ma avevano delle terribili contorsioni facciali, sforzandosi di sorridere e dire che era buono.

Poi arrivò il dolce ... Un piatto di fettine di mela coperte da una salsa e con cioccolata fusa sopra.

- Sembra cacca di cane ...- fece Draco, con le lacrime agli occhi dal troppo ridere.

-... assaggiamo se almeno è buona. Se ne ficcò un pezzetto in bocca e lo risputò subito dopo. - Demoni dell' abisso! Questa torta è brandy puro! Come brucia!- e tossendo prese una caraffa d'acqua e se ne servì ampiamente.

- Elfi prego! Scommetto che vi siete sbronzate solo annusando questa roba! Guardate come siete ridotte-

I poveretti mangiarono tutta la torta ammirando e decantando intanto le mie doti culinarie.

Gli altri tre sembravano divertirsi un mondo, ma io mi stavo arrabbiando. Avevo messo tutto il mio impegno e soprattutto tutto il pomeriggio.

Decisi che per quella sera ne avevo abbastanza e andai a letto.

Poco dopo sentii Kitiara tornare alle sue stanze.

Draco entrò in camera da letto, si spogliò, si mise la sua tunica di seta, si infilò sotto le coperte e mi abbracciò .

- Ah serpentello cosa hai fatto? Questi lavori da schiavi non sono adatti a te.-

Io mi avvicinai a Draco e gli sussurrai:- Mi dispiace. Volevo farti una sorpresa, ma devo aver sbagliato qualche cosa. Sono una pasticciona-

- No, non è vero. Stavolta ti è andata male. E comunque la sorpresa me l' hai fatta. Non mi sono mai divertito così tanto durante un' altra qualsiasi cena!-

 

19. 7. 2001

 

Draco oggi aveva allenamento di Quidditch, ma per fortuna, solo per  tre ore, così prenotò un campo anche per me e mi mise dentro una squadra amatoriale, per fare un po' di allenamento.

Naturalmente erano maghi neri, così avrei potuto  esser sicura che non mi avrebbero aggredito alle spalle con qualche bolide, cercando di spaccarmi la testa.

Ci alzammo insieme alle dieci e mezzo, e dopo esserci preparati prendemmo il bustempo e arrivammo a Londra per mezzogiorno e cinque.

Draco avrebbe dovuto cominciare l' allenamento a mezzogiorno, e perciò si prese un sacco di parole dal coach per cinque minuti di ritardo.

Io avrei dovuto iniziare all' una, ma avevo deciso di andare lì prima, per stare un po' con Draco.

Passai un' ora intera a guardarlo e poi toccò a me.

Mi ero dimenticata di pranzare e dopo due ore di gioco ero completamente distrutta, ma la mia squadra aveva vinto!

Tornammo a casa, ma mentre ci facevamo il bagno ebbi un piccolo svenimento dalla fame, che terrorizzò oltre ogni modo Draco e, saputo il motivo, mi obbligò a fare un pranzo ... alle quattro! Bleah!

 

20. 7. 2001

 

Venerdì mattina, l' ultimo giorno per gli allenamenti di Draco.

Mi aveva detto che sarebbe andato il pomeriggio, quando io sarei stata impegnata dalla parrucchiera. Cosa credete, anche noi andiamo a metterci a posto i capelli!

Mi svegliai ... sola, ma mi ci stavo abituando!

Un altro bigliettino accanto a me. Non lo lessi nemmeno e lo bruciai subito. Avrei dovuto assolutamente parlargli la sera stessa, ma io non ero brava a parlare e lui mi avrebbe tappato la bocca dicendomi che i mondiali di Quidditch erano importantissimi e che si sarebbe fatto perdonare. Solite cose.

Tornata a casa da un giretto nei boschi dove ero stata a caccia di erbe per pozioni, trovai delle valigie sul tavolo piene di suoi vestiti. Che cosa significava?

Lui arrivò di corsa e le riempì con altre cose.

- Che cosa significa. Te ne vai?-

- Sì.-

- Perché?-

- Quidditch - Ormai odiavo quel nome, ma dopo pochi secondi mi disse:- tu vieni con me -

- Eh?-

- Sì, il nostro stupido allenatore ne ha trovata un' altra delle sue: andare nel luogo dove giocheremo la partita e allenarci lì, così avremo più familiarità con il campo. E io non voglio lasciarti qui, da sola. Vieni con me, allora?-

- Te lo scordi, io non mi muovo da qui!-

- Cosa? Ma così avremo più tempo per stare insieme.-

- Se tu lo volessi, invece di prendere il bustempo che ci sta mezz’ora per arrivare a Londra useresti il trasporto con la polvere magica! Così avresti più tempo per stare con me, e non usare le tue solite stupide scuse!-

- Dai, lo sai che detesto la polvere!-

- Io non ti seguo.-

- Fa come vuoi -

Partiva alle sette, il giorno successivo, sabato.

Chissà se l’avrei rivisto.

 

22.7. 2001

 

Oggi è una grande giornata! Se la Gran Bretagna vincerà la partita contro la Spagna, dovrà vincere la Russia  e sarà in finale!

Nonostante il terribile freddo, nel cielo c' era il sole.

Entrarono tutti i giocatori e l' ultimo (Draco) venne accolto da una frana di applausi, maggiore rispetto alle precedenti.

L' arbitro diede il via al gioco e subito i giocatori si alzarono in cielo.

Draco rimase fermo per qualche minuto e dovette schivare due bolidi, poi lo vide, il boccino!

Si lanciò dalla parte opposta di dove si trovava la pallina, seguito dal cercatore avversario, ma era una finta.

Si rigirò immediatamente e sfrecciò nella direzione opposta.

Lontano da lui, lo spagnolo, troppo lontano.

Mancavano pochi metri quando il boccino fece uno scarto verso il basso e Draco era troppo vicino per correggere la "rotta"; allora fece una cosa da capogiro.

Mollò la presa delle mani dal manico, restando aggrappato solo con le gambe e si buttò a testa in giù, sotto la sua firebolt.

Allungò il braccio e il boccino gli si infilò su per la manica, ma lui era a testa in giù, appeso alla scopa solo con le gambe.

Con una mano riuscì a prendere il manico, a drizzarsi, appena in tempo prima di schiantarsi addosso alle file di spettatori sollevati.

Un grido unanime della folla accompagnò questa manovra, che gli riuscì per miracolo. Sotto di lui il gioco proseguiva, ma gli spettatori avevano occhi solo per il cacciatore.

Egli raggiunse l' arbitro, che fermò il gioco dopo che gli fu consegnato il boccino.

Il fischio venne seguito da un enorme ruggito della moltitudine assiepata sui sedili: la Gran Bratagna aveva vinto 180 a zero in tre minuti e trentasette secondi, un record nei tempi di cattura del boccino.

 

 

 

 

 

19.8.2001

 

Quella mattina mi svegliai abbastanza presto, ricordavo ancora il sogno che stavo facendo: un sogno su Harry Potter e Voldemort, il primo scappava dal secondo, che, naturalmente voleva ucciderlo.

Passai la mattina a elaborare un incantesimo, cominciato la sera precedente.

Era da tanto che non vedevo più papino e ormai la rabbia s’era sbollita, un poco lo comprendevo, l’aveva dovuto fare perché voleva il potere, anche se non sapeva che non l’avrebbe comunque avuto.

 

La domenica festeggiai il mio compleano nella sala grande di Hogwarts, da sola, anzi con kit e Potter, i miei fedeli amici. Però non mi ricordo se c’erano davvero o li ho solo sognati. Ultimamente vedo cose che non ci sono e sento voci che non esistono. Penso che sto diventando pazza.

Restarono a dormire al castello e il giorno dopo, Harry decise di fare una passeggiata ad Hogsmeade, pericoloso a causa degli articoli che la Skeeter aveva pubblicato su Harry e la sua amicizia con noi.

Mi divertiva immaginare di avere un fratello come Harry, che poi si rivelava cattivo e mi aiutava a ritornare normale e insieme ci divertivamo un sacco a uccidere babbani, come ai bei tempi ....

Chissà se Harry  stava diventando cattivo per davvero.

 

10. 9. 2001

 

Oggi è arrivata la sentenza da parte di Malfoy.

 

Ciao Sasha,

mi hanno offerto di andare a Londra a giocare a Quidditch nella Peppermint Rose (la squadra più importante) e non posso non accettare.

Penso che ci vedremo raramente, anche se continuerò a frequentare Hogwarts.

Credo che il nostro fidanzamento sia finito, no?

Bacio

Draco

 

Proprio un amore no?

Ah sì, la Gran Bretagna aveva vinto la coppa del Mondo.

 

Sistemerò tutto quando poco prima di andarmene, devo cominciare a preparare i bagagli.

 

11.9.2001

 

I babbani sono tutti stupidi, non li sopporto più. Si credono tanto importanti da farmi vomitare.

Non sanno che esistono anche i maghi. Noi siamo più potenti di loro, ma costretti a fuggire a nasconderci nelle tane dei topi per non farci scoprire.

Invece loro si fregiano di cose assurde, i soldi, il lavoro, la fama.

Che cosa resterà alla fine? Solo polvere perché moriranno tutti, prima o poi.

Oggi gli ignobili esseri hanno superato se stessi, anzi hanno superato anche me.

Hanno ucciso migliaia di loro simili. E per cosa? Per i loro dei. E se venissero a sapere che non esistono, o almeno che non sono ciò che pensano?

 

12.10.2001

 

Non ho mantenuto la promessa, ovvero non ho scritto un diario giornaliero, ma solo sporadici appunti e dall’ultima annotazione è passato quasi un mese.

Ho tantissime cose da dire. Per esempio che la scuola quest’ anno mi assorbe talmente tanto da limitare notevolmente le mie attività e i miei studi privati.

Una sera avevo deciso di fare una passeggiatina, era una serata di crisi, e la mia parte umana si ribellava. MI venivano in mente mesti pensieri, la mia famiglia una vita normale, le solite cose da babbano.

Lily e Potter, Harry era fortunato, anche se non aveva mai conosciuto i suoi sapeva  che gli volevano bene, erano morti per lui.

I miei invece avrebbero voluto uccidere me.

 

15.10.2001

 

Ho licenziato  gli elfi domestici, visto che non ho più un reddito che comprende i loro servigi, ma essi sono fedeli e sono rimasti tutti, vicini all’ordine nero.

Non sapevano che stavo per andarmene.

Prima di tutto annullai la memoria alla popolazione maga.

Sembra impossibile, ma non lo è, almeno non per me… diciamo è come una magia vuddù in massa.

Seconda cosa ho tolto tutti i poteri a Draco, era indegno. All’inizio mi serviva, ma ora penso che la mia maledizione è e sarà quella di essere sempre sola, come un Black, un vero e proprio stregone!

Terza cosa: è da tanto che facevo degli esperimenti su come resuscitare le persone e alla fine sono riuscita a trovare delle formule efficaci.

Le ho applicate con Silente ed è tornato, non penso che si ricordi niente nemmeno lui. Nessuno penserà mai che sia morto per mano di una ragazzina psicopatica.

Voldemort non penserà mai di aver avuto una figlia. Ho deciso di lasciarlo vivo, se la sbroglieranno gli altri maghi. Sono troppo stanca, la cancellazione della memoria di massa mi ha sfinito.

Solo a Kitiara non ho tolto i ricordi, lei mi servirà per le parti mancanti del testo, quando ormai io sarò andata.

E’ strano, adesso posso aggirarmi per Londra senza problemi, nessuno mi conosce, nessuno sa chi sono.

Gli omicidi perpetrati sono caduti tutti sulle spalle di Voldemort.

Adesso tornerò ad Hogwarts e poi potrò dormire in pace, nella Camera dei Segreti, per l’eternità o meno … dipende quando i tempi saranno pronti ad un mio ritorno, sempre che abbia voglia di tornare.

Kitiara sa, è la mia migliore amica e mi aiuterà, come ha sempre fatto.

Comunque in questa maniera non morirò, dormirò solo … come in una storia babbana la fanciulla dorme per molto tempo, ma non mi ricordo il finale. Devo averla sentita da piccola …

Sto male, devo riposare.

Spero che questo diario venga letto solo al momento opportuno, non voglio che nessuno si ricordi di me!  So che queste ultime cose sono spiegate un po’ male ma riesco a stento a tenere la piuma in mano. Comunque sono riuscita a rammendare tutti i miei atti spregevoli, le mie aberrazioni e tutto è come se io non fossi mai esistita.

Ciao Kit, grazie. C’è una cosa per te, ce l’ha il tuo gufo. Ti servirà più avanti, sei troppo speciale per finire come gli altri.

Così verrai a farmi compagnia. Vivi la tua vita e ricordati che il potere è solo una dannazione, non cercarlo mai per favore! Altrimenti finirai come me.

A presto.

 

- Le ultime cose che ha scritto le ho trovate in un foglio davanti all’entrata della camera dei Segreti. La lastra di pietra raffigurante Serpeverde era tornata al suo posto.

Potter era con me, ma non ha capito perché avessi voluto ritornare lì, non ricordava niente … nessuno ricordava, anzi era piuttosto terrorizzato ora che Voldemort era tornato in grande stile.

La magia di Sasha era proprio immensa, solo che la sua mente le aveva giocato un tiro mancino, rovinando tutto. Mi domando se qualcuno l’avrebbe potuta aiutare. Forse suo padre? Non penso, non so …

Il foglio era bagnato e stropicciato, ma leggibile:

 

La vita è ricerca, quando abbiamo trovato ciò che vogliamo non ha più senso cercare e siamo persi. Io avevo quello che volevo e si  era rivelato una maledizione.

Spesso sognavo di essere un dio, ma cosa avrei fatto dopo, quando lo sarei diventato davvero?

Avrei vissuto per l’eternità, isolata, avrei parlato a pochi umani eletti? No, ero stanca, troppo stanca per proseguire. Dovevo fermarmi un po’ per pensare.

Nessuno poteva aiutarmi, farò un favore a molti, scomparendo per un po’, forse per sempre.

Tornerò quando i tempi saranno maturi, quando varrà la pena tentare il mio folle progetto, quando ci sarà bisogno del mio potere. Ora non sono ancora pronta ….

E  così stanca …

Diventerò un dio prima o poi,  questo è sicuro …

Non voglio morire.

 

- Silente stava cercando degli antichi manoscritti negli archivi della biblioteca  quando, ad un tratto, da uno scaffale, gli era caduto in testa quel libro.

Curioso, non c’era titolo ne trama, l’aveva aperto e aveva iniziato a leggere, poi aveva capito.

Tutto ora si chiariva, adesso anche il suicidio di Kitiara era comprensibile, non era morta davvero, era tornata dalla sua migliore amica, nella Camera.

Chissà cosa le aveva dato Sasha, ma qualunque cosa fosse stata, la ragazza non aveva voluto aspettare.

Chiuse l’ultima pagina e sospirò : - Non ti ho dimenticato Sasha, non io. –

Quel libro, quel pezzo di storia maga sconosciuto a tutti doveva restare al sicuro.

Il ritrovamento di quel quaderno avrebbe provocato di sicuro effetti terribili … e poi …adesso c’era l’ Oscuro Signore di cui preoccuparsi, tornato in grandi forze.

- Non preoccuparti, nessuno saprà mai di te. Sarai al sicuro qui, con me. -

Accarezzò la copertina del diario, se lo mise in tasca e uscì dalla biblioteca.

 



Per scrivere all'autore