HARRY POTTER E LA DINASTIA GRANGER
by Matteo


Autore: Matteo
Anni: 17
URL: http://harry-onepiece.vze.com
Titolo: HP e la dinastia Granger
Riassunto: e se Hermione non fosse di origine babbane? E se nel suo passato si celasse qualcosa di misterioso e cupo? In questa fanfic è possibile scoprirlo con un viaggio nel passato intrapreso inconsapevolmente da Harry ed Hermione.



Casa Granger Alla mattina Harry si svegliava, faceva colazione insieme ai Dursley e poi faceva i compiti (quelli che gli andava di fare). Dopo pranzo, a volte andava in giro in bicicletta, ma più spesso stava in casa a scrivere lettere a tutti i suoi compagni di scuola.
Una mattina arrivò un gufo che iniziò a battere il becco contro la finestra della camera di Harry, svegliandolo. Harry aprì la finestra ancora assonnato e il gufo lasciò la lettera sulla scrivania aspettando una ricompensa per il viaggio, che non arrivò. Harry aprì la lettera e vide che era di Hermione:

 

Caro Harry,

come vanno le vacanze? Ti scrivo per farti sapere

che se vuoi puoi venire qua da noi per il fine settimana, che te ne pare? Almeno te andrai per un po’ da quei Drusley.

Purtroppo Ron non può venire, sua madre gli ha trovato

un lavoretto per il resto dell’estate a Diagon Alley; pensa lavora

al Ghirigoro! Sai cosa fa? Spolvera i libri. Speriamo che almeno

ne legga qualcuno. In ogni caso fammi sapere se verrai.

Ciao,

Hermione.


Harry fu felicissimo della lettera, ma il problema era convincere i Drusley a lasciarlo andare.
A colazione provò a chiederlo con suo zio.
“Posso andare questo fine settimana da una mia compagna di scuola?” chiese Harry; il signor Drusley lo guardò un po’ male e a sua zia quasi cascò un piatto dalle mani.
“Non se ne parla!” gridò lo zio, ma subito zia Petunia gli lanciò uno sguardo di ghiaccio e gli fece cenno di andare un attimo in soggiorno. I due si diressero verso la sala TV, mentre Dudley e Harry continuarono a mangiare. Harry fece fatica a sentire quello che dicevano, anche perché Dudley faceva un gran rumore mangiando. “Almeno ce ne liberiamo per un po’” sentì dire dalla zia: “Forse hai ragione” disse suo zio. Lo zio tornò in cucina e si rivolse a Harry.
“Puoi andare, ma sia chiaro che io non voglio né vedere né parlare con nessuno di loro.”
“Grazie, zio non preoccuparti.” Disse Harry non credendo alle sue parole, e subito si precipitò in camera per scrivere una lettera a Hermione.
Dopo averla scritta la diede ad Edvige che se ne andò via dalla finestra.
La risposta di Hermione arrivò molto presto e la lettera diceva che suo padre lo sarebbe andato a prenderlo venerdì pomeriggio alle quattro. Harry non fece in tempo a finire di leggere la lettera che aveva già preparato i bagagli anche se era solo martedì. Harry trascorse quei giorni stando sempre in camera sua a guardare il soffitto sdraiato sul letto con un sorriso che gli arrivava fino alle orecchie.
Finalmente il fatidico giorno arrivò. Erano le tre e cinquanta quando Harry scese le scale con le sue valigie decisamente troppe rispetto al corto periodo che doveva trascorrere fuori di casa, ma non voleva farsi mancare niente. Salutò i Drusley senza però avere una risposta. Si sedette sui gradini di casa aspettando che arrivasse il padre di Hermione. Alle quattro in punto la macchina era lì davanti, luccicante e di un verde smeraldo veramente incredibile. Un uomo uscì dalla macchina.
“Ciao, tu devi essere Harry, vero?” disse, era una persona alta, capelli corti scuri e magra.
“Sì, sono io- rispose Harry –Lei è il padre di Hermione?” chiese.
“Sì, in persona, ma dammi pure del tu, mi chiamo Martin. Non ci sono i tuoi zii?” Chiese a sua volta “Purtroppo non vogliono parlare con nessuno che abbia a che fare con la magia.” Rispose mentre stava trascinando le valige verso la macchina aiutato da Martin. Fatto questo entrarono in macchina e partirono.
Lungo la strada iniziarono a parlare.
“Hermione mi ha detto che tu sei riuscito a sconfiggere più volte Tu-Sai-Chi. Ma non ti sei mai spaventato?” chiese tutto d’un fiato Martin.
“Oh sì, ma sua figlia mi ha sempre aiutato, è un’ottima amica.” Rispose.
“Bene sono contento.” Disse Martin orgoglioso.
Dopo aver superato il traffico cittadino, si diressero verso la campagna e si fermarono poco fuori Londra, davanti ad una casa di tre piani e tutta verde. “Benvenuto a casa Granger!” disse Martin prima di scendere dalla macchina.
“Lascia pure le valigie, ci penso io dopo.” Disse e fece cenno a Harry di entrare in casa. La porta conduceva ad un ingresso molto illuminato e dalle scale si sentiva scendere una persona di corsa, Harry vide che era Hermione.
“Ciao Harry!” gridò quando arrivò all’ultimo gradino “Come stai?” chiese.
“Oh bene grazie, e a te come va?”
“Benissimo, hai finito i compiti?” chiese eccitata, ma sapendo già la risposta.
“No, ma sono a buon punto. Scommetto che tu gli hai finiti in pochi giorni.” Disse ed Hermione annuì ridendo.
“Vieni Harry, ti faccio vedere la casa. - ed entrarono nella stanza di fianco. –Questa è la cucina e quella è mia madre.”
“Ciao Harry che piacere conoscerti.” Disse la signora che stava preparando la cena.
“Il piacere è tutto mio signora Granger.” Disse Harry molto contento.
“Chiamami pure Mary.” I due si diressero verso la stanza di fronte.
“Questo è il salotto dove io leggo e i miei guardano la TV. Ora ti faccio vedere la tua stanza, vieni.” E si diressero al piano di sopra ed entrarono nella porta in fondo al corridoio.
“Eccoci, tu dormirai qui. La porta vicino alle scale è il bagno, quella dopo è la camera dei miei genitori e l’altra è la mia.”
“E quello cos’è?” chiese Harry indicando una botola sopra la sua testa: “Quella è la soffitta, c’è solo robaccia. Ora se vuoi venire ti faccio vedere la mia camera.” Disse Hermione e si diressero verso la stanza. Le pareti erano dipinte di verde con qualche disegnino qua e là.
“In questa famiglia avete la mania del verde.” Disse Harry ridendo. Si avvicinarono alla scrivania tutta coperta di libri, Hermione ne prese uno bello grosso e lo porse a Harry.
“Tieni puoi leggere questo quando ti annoi, è l’ultimo libro che ho letto.” Disse Hermione.
“Sei sempre la solita, non cambi mai.” Rispose Harry sarcastico.
“Venite ragazzi, è pronta la cena!” gridò Martin dalla cucina e andarono a mangiare.
Dopo pranzo Harry guardò un po’ la TV mentre Hermione leggeva un libro accanto a lui. “Hermione –disse Harry all’improvviso- andiamo a vedere se in soffitta c’è qualcosa di interessante?” propose.
“Ma Harry, te l’ ho già detto, non c’è niente di bello lassù.” Rispose senza staccare gli occhi dal libro.
“Lo so, giusto per vedere se troviamo qualche giocattolo che usavi da piccola, magari qualche libro per bambini.” Disse Harry ridendo.
“Molto spiritoso.” Ribatté Hermione.
“Magari troviamo dei libri vecchi da leggere.” Harry sapeva che questo avrebbe incuriosito Hermione che, infatti, accettò e si diressero verso la soffitta.
“Hermione, Harry, scusate ma noi dobbiamo andare dai nonni per portagli il regalo del loro anniversario di nozze, venite anche voi?” chiese Martin che stava scendendo in quel momento le scale insieme a Mary.
“No grazie, noi restiamo a casa.” rispose Hermione ormai convinta ad andare in soffitta.
“Come volete, non faremo tardi.” Ed uscirono dalla porta. Harry e Hermione salirono le scale e arrivarono alla botola. Harry afferrò la cordicella che penzolava e fece scendere la scale per salire.
La soffitta era buia ma Hermione trovò subito l’interruttore della luce e s’illuminò tutto. Come aveva detto Hermione era tutto pieno di cianfrusaglie e vestiti logori. Iniziarono a girare tra la polvere cercando di trovare qualcosa di interessante. Harry vide un grosso baule in un angolo e lo aprì.
“Vieni Hermione, ho trovato qualcosa.” Hermione arrivò di corsa e vide che il baule era pieno di libri.

Un viaggio nel passato


Hermione non poteva credere ai suoi occhi. Il baule straripava di libri di tutti i generi e di varie dimensioni.
“Non avrei mai immaginato che ci fossero così tanti libri qui in soffitta!” disse Hermione.
“Ti ci vorrà un anno per leggerli tutti.” Scherzò Harry. Hermione prese il primo libro dal mucchio e ci soffiò sopra facendo volar via la polvere. La copertina era di pelle blu scuro rigida e sulla copertina c’era scritto qualcosa di illeggibile. Hermione lo aprì lentamente e vide che era scritta solo una riga.
“Che strano, c’è solo una frase scritta. Che dice?” chiese Harry curioso.
“Vediamo, sembra inglese antico; dice: Per sapere e comprendere ciò che fu, pronunciate i vostri nomi; e qui finisce. Che dici proviamo Harry?” “Per me va bene, non vedo cosa ci sia di male. Comincio io. Harry Potter” disse Harry un po’ euforico. “Hermione Granger” appena Hermione ebbe pronunciato il suo nome dal libro uscì una luce molto forte ed Hermione sorrise. Tutto questo ad Harry ricordava quando era entrato nel diario di Tom Riddle al secondo anno di Hogwarts.
La luce aumentò sempre di più fino a non farli vedere più nulla. Quando la luce scomparve si trovavano più in soffitta ma in una stanza che non avevano mai visto.
La stanza aveva una scrivania di legno, un letto a baldacchino, simili a quelli di Hogwarts ma molto più lussuoso, e un armadio di un legno molto pregiato.
“Dove siamo?” chiese Harry sorpreso.
“Sembra una camera da letto, chissà cos’è successo” rispose Hermione. “Harry guarda c’è un foglio sulla scrivania, sembra una lettera –ci fu un’attimo di silenzio- Harry, è datata 13 giugno 1640 e l’inchiostro sembra fresco.”
“Non può essere, si saranno sbagliati a scrivere la data” disse Harry un po’ preoccupato.
Sentirono un rumore di passi avvicinarsi alla porta della stanza e fermarsi davanti alla porta, la maniglia si aprì.
Nella stanza entrò un uomo alto, giovane coi capelli scuri. Nel frattempo Harry ed Hermione si erano infilati sotto la scrivania e sentirono che l’uomo pronunciò alcune parole e la serratura della porta scattò. Si avvicinò allo scrittoio, prese la lettera, la piego e se la mise in tasca. Hermione non riuscì a restare ferma e sbatté il ginocchio sulla scrivania. L’uomo si piego e vide i due amici rannicchiati uno sull’altro.
“E voi due chi siete?” chiese l’uomo facendo un balzo all’indietro e mettendo la mano nella tasca del mantello. Harry ed Hermione uscirono imbarazzati da sotto la scrivania, ma anche felici di tornare nella posa normale.
“Salve io sono Hermione Granger e lui è Harry Potter” rispose immediatamente Hermione.
“Come hai detto scusa? Granger? Tu sei una Granger? Ma come può essere?” chiese l’uomo stupefatto.
“Perchè cosa c’è di strano?” chiese Harry. “L’unico problema è che anch’io sono un Granger e so che nella mia famiglia non ci sono figlie femmine da trecento anni!” disse l’uomo “Cosa?!?” dissero all’unisono i due amici.

 

Molti incontri

 

Harry ed Hermione non credevano alle loro orecchie, che cosa stava succedendo, dov’erano capitati?
“Ma scusa –si sforzò di dire Harry– in che anno siamo?” “1640, si può sapere che razza di domande fate e cercate di dirmi la verità. Non esistono Granger femmine!” rispose l’uomo.
“Noi le abbiamo detto la verità, e siamo arrivati qui perchè un libro ci ha risucchiato” disse Hermione senza pensare a quello che diceva.
“Era proprio necessario dirglielo” le sussurrò Harry in un orecchio.
“Volete dire che siete dei maghi anche voi!” disse stupito l’uomo.
“Sì, proprio così e veniamo dal futuro. Ma ci può dire con esattezza chi è lei?” chiese Hermione.
“Ma non sei troppo imprudente Hermione?” le sussurrò di nuovo Harry nell’orecchio.
“Io sono Thomas Granger figlio di Helm Granger. Mago purosangue!” disse in tono altezzoso.
“Hermione hai sentito, un tuo parente è purosangue, questo significa che...”disse Harry senza finire “...la mia è una famiglia di maghi.” concluse Hermione.
“Vuoi dire che non sapevi che nella tua famiglia ci sono dei maghi a parte te? Come è possibile, la nostra è una delle famiglie di maghi più importante di tutta l’Inghilterra. La nostra dinastia dura da mezzo millennio!” spiegò Thomas.
“Accidenti chi l’avrebbe detto!” disse stupito Harry.
“Non ci posso credere, allora perchè anche mio padre non è un mago?” chiese Hermione.
“Non so rispondere alla tua domanda, comunque mi pare una cosa strana. Posso chiedervi perchè siete venuti fin qui?”.
“Te l’abbiamo detto, per colpa di un libro, forse aveva un incantesimo.” rispose Harry.
“Se volete vi porto da mio padre, lui sa molte cose e poi devo andargli a parlare” disse Thomas, “Scusa ma cosa tieni in tasca?” chiese Hermione vedendo che aveva sempre tenuto la mano in tasca. “Ah è la mia bacchetta, non mi fido molto degli estranei, potevate essere babbani” rispose Thomas “Bene andiamo”.
Detto questo Thomas si avvicinò alla porta e pronunciò una formula che aprì la serratura “L’avevo chiusa magicamente, non mi piace essere disturbato” spiegò. Uscirono dalla stanza e percorsero un lungo corridoio fino ad arrivare a delle scale a chiocciola, che portavano ad un altro lungo corridoio. Sulle pareti c’erano una moltitudine di quadri tutti raffiguranti delle persone dall’aspetto nobile; Harry notò che però non si muovevano.
Dopo aver attraversato corridoi e scale arrivarono ad un’immensa porta di legno.
“Eccoci, questa è la stanza di mio padre, voi aspettate fuori un attimo” disse Thomas ed entrò nella camera silenziosamente.
Harry e Hermione si guardarono e Harry disse a bassa voce “Hermione, non ci posso credere, stiamo rivivendo il passato della tua famiglia, è una cosa fantastica!”
“Già, sono felicissima di sapere che la mia era una famiglia di maghi, a quanto pare Harry, qui sono più famosa io di te” disse Hermione sorridendo. La porta si aprì e Thomas fece loro cenno di entrare. La camera era illuminata da una debole luce, alle pareti c’erano montagne di libri disposti su varie librerie alte fino al soffitto e dietro una scrivania era seduto un uomo molto anziano, con i capelli bianchi e una tunica verde scuro.
“Allora voi due dite di venire dal futuro -disse l’uomo- io mi chiamo Helm e sono il padrone di questa casa e il più anziano della dinastia Granger. Volete bere qualcosa?”
“Sì grazie” rispose subito Hermione. Harry restò muto. Thomas servì loro due bicchieri di te verde. Hermione lo bevve tutto d’un sorso ma Harry esitava.
“Avanti Harry, bevilo, non è mica avvelenato” disse Hermione scherzosamente e Harry bevve la bevanda.
“Bene, ora potete raccontarmi tutto quanto. Comincia tu Harry Potter” disse Helm contento e Harry raccontò per filo e per segno cosa era accaduto dal momento in cui erano entrati nella soffitta di casa Granger, fino a quel momento.
“Così, siete arrivati qui tramite un libro, – disse Helm – c’era scritto qualcosa su quel libro?” chiese.
“Sì, c’era scritto: Per sapere e comprendere ciò che fu, pronunciate i vostri nomi; credo” rispose Harry.
“Allora mi sembra evidente che quando avrete scoperto quello che cercate tornerete indietro” disse Helm sicuro.
“Ci sono! -gridò Harry all’improvviso- Dobbiamo capire perchè i Granger non erano più maghi prima di Hermione”.
“Forse hai ragione giovanotto, mi piacerebbe anche a me sapere il perchè” disse Helm. “Ora potete aspettare fuori Thomas, dobbiamo ancora parlare e poi vi porterà a fare un giro per la città” continuò Helm. Così Harry ed Hermione uscirono dalla stanza e si misero seduti per terra appoggiati al muro e cominciarono a parlare.
“Non vedo l’ora di sapere tutto, e tu Harry?” chiese Hermione.
“Sì, anch’io sono molto curioso. Secondo te cos’era quella roba che ci hanno fatto bere?”.
“Era molto probabilmente una pozione della verità, l’ ho riconosciuta dal colore; ora almeno si fidano di noi” spiegò Hermione.
“Però c’è ancora qualcosa che non mi è chiaro. Chi ha fatto quel libro magico? Mi pareva di averlo già visto da qualche parte” disse Harry.
“Io invece non lo avevo mai visto in tutta la mia vita, eppure è sempre stato in casa mia” rispose Hermione.
Dalla camera intanto venivano forti rumori come se qualcuno stesso urlando “No! Tu non sposerai mai una babbana!” disse la voce di Helm
“Chi sei tu per impedirmelo!” ribatté Thomas.
La discussione andò avanti per una buona mezz’oretta e le voci sembravano essersi calmate. Infine Thomas uscì.
“Scusate se vi ho fatto aspettare” disse “Venite, vi porto a fare un giro”.
Harry ed Hermione si alzarono un po’ indolenziti e seguirono Thomas per il corridoio.
“Ti devi sposare?” chiese Hermione bruscamente.
“Avete sentito? Sì, mi devo sposare, ma a mio padre non piace che mi sposi con una babbana, lui vuole mantenere una famiglia purosangue -disse Thomas un po’ imbarazzato- ma sono riuscito a convincerlo, ci sposeremo stasera stessa!”.
“Davvero? Complimenti!” disse Harry.
“Ci saranno tutti i componenti della mia famiglia, anche mio fratello e sua moglie” disse Thomas.
“Non sapevamo che avessi anche un fratello” disse Harry.
“Sì purtroppo, lui è il primogenito ed è il preferito di mio padre, soprattutto dopo che ha sposato Margaret Hill, figlia di una ricca famiglia di maghi” spiegò Thomas.
“Ma la tua fidanzata sa che la tua è una famiglia di maghi?” chiese Hermione.
“Sì, lo sa, ma sua madre no ed è meglio così, non mi sembra un tipo a posto” disse Thomas.
“Come si chiama la tua futura moglie?” chiese Hermione.
“Anna, ci siamo visti per la prima volta in un bosco e lei stava per essere sbranata da un lupo, ma per fortuna ero lì vicino e sono riuscito a salvarla. Da quel momento non ci siamo più lasciati” raccontò Thomas.
“Che storia romantica” disse Hermione.
Stavano camminando da un sacco di tempo ma ancora non erano arrivati all’uscita. Ad un certo punto incontrarono due persone e una di esse ricordò ad Harry Draco Malfoy. Era alto come Thomas e aveva i capelli biondi, con un viso quasi maligno. L’altra persona era una donna coi capelli tutti legati e portava una tunica molto larga ma si vedeva molto bene che era incinta.
“Ciao Trevor, ti presento miei due amici, Harry ed Hermione” disse cordialmente Thomas rivolgendosi all’uomo.
“Ti sei trovato una compagnia diversa dai soliti babbani a quanto vedo” disse Trevor acido.
“Ragazzi questo è mio fratello e lei è sua moglie Margaret” disse Thomas.
“Piacere” dissero in coro i due amici.
“Ho saputo che ti sposerai con quella babbana stasera, papà lo diceva che saresti stato la nostra rovina. Fortunatamente sono io il primogenito e posso dare un successore degno del suo nome” disse Trevor in tono di disprezzo. Harry notò che Thomas stava cercando in tutti i modi di contenersi e allora intervenne “Scusateci, ma noi dobbiamo andare adesso”. E aiutato da Hermione trascinarono via Thomas prima che facesse qualche sciocchezza.
“Su adesso calmati, non ascoltarlo, è solo un povero sciocco” disse Hermione per consolarlo.
“Sì, avete ragione, non gli devo fare caso” disse Thomas.
“Mi spieghi come faceva a sapere che siamo maghi?” chiese Harry.
“Dovete sapere che Trevor ha un potere particolare che lo rende ancora più speciale per mio padre. Riesce a capire se una persona è mago o babbano solo guardandola” spiegò Thomas.
“Ora capisco” disse Harry “Margaret sembra molto avanti con la gravidanza”.
“In effetti dovrebbe partorire tra qualche giorno” disse Thomas “Eccoci finalmente!”.
Erano giunti, dopo un lungo cammino, alle porte della casa e stavano per uscire alla luce del sole dopo tanto tempo.

A casa di Anna


L’uscita della casa portava ad una via molto stretta e buia, ma si vedeva da lontano la folla e la confusione del centro cittadino. Il sole era alto in cielo ed erano pressappoco le quattro del pomeriggio.
“Allora dove ci porti?” chiese curioso Harry.
“Andiamo dalla mia amata Anna, le devo dare la notizia del matrimonio” rispose Thomas.
“Che bello, non vedo l’ora di conoscerla!” disse Hermione.
Arrivarono così a quella che sembrava la via principale della città. C’erano bancarelle di mercanti ai due lati della strada e nel mezzo passavano le persone e dei carri pieni di merci. Ogni tanto era inevitabile andare addosso alle altre persone e Harry cercava di schivarle, ma le altre persone non facevano caso a lui e gli sbattevano contro.
Imbucarono un vicolo e girato l’angolo si trovavano davanti ad un parco.
“Guardate, quella laggiù è la casetta di Anna, seguitemi” disse Thomas indicando una casa al limitare del parco e partì di corsa. La casa era bassa e i muri erano un po’ rovinati, fuori c’erano dei vasi con dei fiori rossi come il fuoco. Harry ed Hermione videro Thomas entrare in casa e allora si affrettarono. Giunti fuori dalla porta sentirono delle voci.
“Che bellezza! Tuo padre ha acconsentito! Vado subito a prepararmi” disse una voce di ragazza.
“Cara ti volevo presentare due miei amici, Harry ed Hermione, venite avanti ragazzi” disse Thomas chiamandoli. I due entrarono nella casetta un po’ imbarazzati.
“Piacere di conoscerti” disse Hermione.
“Salve, io sono Harry Potter” disse Harry sapendo che almeno una volta nessuno si sarebbe stupito del suo nome.
“Salve a tutti, suppongo che Thomas vi abbia già detto chi sono. Verrete anche voi al matrimonio?” chiese Anna.
“Certo che verranno! Ormai loro fanno parte della famiglia; a meno che non se ne debbano andare prima” disse Thomas ammiccando ai due amici.
“Prego sedetevi, vi offro un po’ di tè, vi va?” chiese Anna.
“Oh sì grazie” dissero Harry ed Hermione. In effetti era da un po’ che non mangiavano qualcosa. Così si sedettero al tavolo ed iniziarono a bere del te mentre Anna e Thomas discutevano sul matrimonio. Ad un certo punto dalla porta entrò una vecchia signora un po’ gobba e appena vide gli ospiti s’imbronciò.
“Ancora gente per casa Anna?” disse la signora scorbuticamente.
“Oh, ciao mamma, ti presento Harry ed Hermione, due amici di Thomas” disse Anna con voce dolce. “Thomas ha anche avuto il consenso da suo padre per il matrimonio, la cerimonia si svolgerà stasera, vieni?” chiese Anna alla madre.
“Non ci penso nemmeno, sai che sono sempre stata contraria a quel matrimonio e non ho certo cambiato idea. Fai come ti pare, basta che non metti nel mezzo anche me” disse quasi urlando la vecchia signora ed uscì di casa sbattendo la porta.
“Dovete scusarla, ma da un po’ di tempo non ragiona più” disse Anna “Che ne dici Thomas se andiamo a comprare qualcosa per il matrimonio?” proseguì.
“D’accordo, andiamo. Voi cosa fate?” chiese Thomas ad Harry e Hermione.
“Noi facciamo un giro per la città, non vogliamo disturbarvi, ritorneremo a casa per l’inizio della cerimonia” disse Hermione senza neanche consultare Harry.
“Come volete, la cerimonia inizierà alle otto in punto” disse Thomas.
Detto questo uscirono e i due fidanzati si diressero verso il mercato, mentre i due amici aspettarono fino a che non li videro scomparire.
“Hai una più pallida idea di come ritroveremo la strada di casa in una città che nemmeno conosciamo?” chiese Harry irritato.
“Non ti preoccupare, me la ricordo la strada” rispose Hermione calma.
“Se lo dici tu” disse infine Harry.

Il diabolico piano


I due amici decisero così di avviarsi per le vie della città. Sentirono però dei rumori provenire dal retro della casa e allora decisero di andare a vedere senza fare rumore.
Si accorsero che la madre di Anna stava frugando tra dei barili vuoti e sembrava che stesse cercando qualcosa. Videro che prese in mano una sacca marrone e ci mise qualcosa dentro e disse “Questo era l’ultimo, ora è pronta”. Dopodiché rimise nuovamente il sacchetto in un barile e lo chiuse e se ne andò dalla parte opposta a dove si trovavano Harry ed Hermione.
“Che cosa stava facendo?” chiese Harry dubbioso.
“Non lo so, andiamo a vedere” disse Hermione.
Andarono silenziosamente davanti alla botte e l’aprirono. Harry tirò fuori il sacchetto e sentì che pesava abbastanza.
“Chissà cosa ci ha messo” disse Hermione perplessa.
Aprirono il sacchetto e videro che era pieno di una polvere scura.
“Aspetta un’attimo, io so cos’è questa roba. E’ una polvere speciale che a contatto con l’acqua crea una pozione particolare a seconda di come l’ hai preparata. L’ ho letto sul Manuale avanzato per infusi e pozioni magiche” spiegò Hermione preoccupata.
“Scusa, ma questo vuol dire che la madre di Anna è...” disse Harry senza concludere.
“...una strega” proseguì una voce che proveniva dalle loro spalle e Harry ributtò subito il sacchetto nella botte. Si girarono e videro che la vecchia signora era dietro di loro.
“E così avete scoperto il mio piccolo segreto; state pur certi che non lo rivelerete a nessuno” disse la donna e dalla tasca tirò fuori una bacchetta magica, la puntò contro Harry ed Hermione.
Corda incatenante!” disse e fece apparire una corda dorata e luminosa che avvolse i due amici intrappolandoli.
“Ci liberi, non abbiamo fatto niente!” gridò Harry.
“Oh sì che avete fatto qualcosa, avete trovato la mia polvere magica e non posso rischiare che roviniate il mio piano!” disse la vecchia.
“Ma di cosa sta parlando!” gridò Hermione infuriata.
“Posso anche dirvelo ormai, tanto tra poco vi ucciderò” disse la vecchia mentre i due amici cercavano di divincolarsi in tutti i modi.
“Ho sempre detto a mia figlia che non volevo che sposasse quel Granger –disse la donna- ma lei non mi ha mai ascoltato, ha sempre fatto di testa sua perchè credeva che io fossi pazza, non le ho mai detto che ero una strega, io odio la magia e non voglio in famiglia altri maghi!”
“Perchè odia la magia?” chiese Harry che nel frattempo si era fermato ad ascoltare.
“Per il semplice motivo che quando ero ancora una bambina la mia famiglia è stata completamente uccisa da dei maghi malvagi, ed io sono rimasta sola, ho vagabondato in lungo e in largo finché non ho trovato una famiglia di babbani che mi ha adottato” raccontò.
“Guardi che anch’io ho fatto la sua stessa vita, ma non ho mai odiato i maghi” disse Harry arrabbiato.
“Ma Harry la tua storia è diversa, tu non sapevi di essere una mago ed eri molto più piccolo” disse Hermione come se volesse difendere la vecchia. Harry guardò storto Hermione.
“Comunque ho deciso, cancellerò per sempre dalla faccia della terra la dinastia Granger!” disse la vecchia e si diresse verso la botte e ne tirò fuori la sacca con la polvere.
“Farò piovere mentre ci sarà la cerimonia, che so che si terrà all’aperto, e quando tutti gli invitati, ovvero i componenti dell’intera famiglia, si saranno bagnati, farò cadere dal cielo questa polvere che provvederà a...”
“No! Non lo puoi fare!” gridò Harry.
“Oh sì che posso” disse la vecchia ridendo.
“Accidenti stavo quasi per dimenticarmene” continuò la vecchia e prese dalla tasca un’altra sacca e ne estrasse della polvere verde.
“Che roba è quella?” chiese Hermione impaurita.
“E’ un’altra pozione in polvere, questa però è per voi” detto questo la soffiò su i due amici.
“Quando farò piovere l’acqua trasformerà la polvere in liquido e voi morirete” disse la donna ridendo.
“Ora devo andare, tra poco inizia il matrimonio” detto questo prese un manico di scopa appoggiato al muro e dopo esserci montata sopra volò via.
“E adesso che facciamo?” disse Harry guardando Hermione rassegnato.

Il difficile ritorno


I due amici erano lì, seduti nel retro di una casetta legati come dei salami con una corda magica, e una malvagia strega stava per far scomparire definitivamente la famiglia Granger.
“Dobbiamo liberarci!” disse deciso Harry.
“Sì, ma come? Questa è una corda magica, non sarà facile romperla” ribatté Hermione preoccupata.
“Avanti Harry, pensa... pensa” diceva Harry sussurrando.
“Ci sono! –gridò ad un tratto Hermione – Ricordo che il professor Vitious ci parlò di questo tipo di incantesimi durante una delle sue lezioni”.
“Davvero? Io non mi ricordo” disse Harry, ma poteva essere del tutto normale che Harry non si ricordasse una lezione, mentre Hermione la sapeva a memoria.
“Il professor Vitious disse che quando un oggetto ha un incantesimo per renderlo più forte e robusto, basta bagnarlo per farlo tornare normale” spiegò Hermione.
“Allora ci basta trovare dell’acqua” disse Harry e cominciò a guardare in giro in cerca del prezioso elemento.
“Io qui intorno non vedo niente che possa assomigliare a dell’acqua. Tu hai qualche idea?” chiese Harry rassegnato.
“In casa ce ne sarà sicuramente un po’, prima Anna ha fatto del tè” rispose Hermione.
Così decisero di andare a vedere. Dovettero fare molti tentativi prima di riuscire a rialzarsi ma alla fine furono in piedi. Saltellarono lentamente verso l’entrata ed entrarono.
Andarono verso la piccola cucina e videro una brocca piena d’acqua.
“Presto, rovesciamocela addosso” disse Harry impaziente, stava per partire quando...
“No! Harry aspetta, non ricordi la polvere che la madre di Anna ci ha messo sui vestiti? Rischiamo di morire se ci bagnamo” disse Hermione trattenendo Harry.
“Oh no! Allora non abbiamo più speranze. Un attimo, la polvere ce l’ ha soffiata dal davanti e dietro dovremmo essere puliti”.
“Forse c’è ancora una speranza” disse Hermione e si diressero verso il tavolo su cui c’era la brocca.
“Dobbiamo fare molta attenzione” disse Harry ed entrambi si girarono e con la schiena diedero un colpo al tavolo. La brocca barcollò e si rovesciò. L’acqua cominciò a cadere dal tavolo e Harry ed Hermione si avvicinarono lentamente, sempre di schiena, e fecero bagnare la corda. Si allontanarono immediatamente.
“E’ fatta! La corda si è bagnata” esultò Hermione.
“Aspetta a cantar vittoria. Guarda” disse Harry triste vedendo che la corda non sembrava essere tornata normale.
“Come può essere, non ha funzionato!” disse Hermione arrabbiata. Ma subito la corda smise di essere color oro e tornò del suo colore naturale e cadde subito per terra, poiché non aveva nodi.
“Ci eravamo sbagliati, Hermione sei sempre la migliore” disse Harry tirando un sospiro di sollievo.
Uscirono di corsa dalla casetta e si diressero verso la via principale.
La strada non era più affollata come prima e non c’era più una bancarella. L’orologio del campanile era visibile da qualunque punto della città e in quel momento segnava le sette e mezza.
“E’ tardissimo Harry, dobbiamo sbrigarci!” disse Hermione guardando il grande orologio. Così Hermione cominciò a correre e Harry la seguì. Hermione girò su per una stradina e poi ne imboccò un’altra, Harry le era sempre dietro.
“Sei sicura che sia la strada giusta? Non mi sembra che eravamo venuti da qua oggi” gridò Harry per farsi sentire dall’amica.
“Non preoccuparti, la strada è questa” rispose Hermione mentre girava a destra.
Dopo parecchie curve Hermione finalmente si fermò.
“Harry –disse- ci siamo persi”.
“Che cosa? Avevi detto che era la strada giusta! E adesso come facciamo!” disse Harry arrabbiato.
“Scusa ma ero sicura che fosse questa la strada” disse Hermione ansimante per la fatica.
“Proviamo a chiedere con quel signore” propose Harry vedendo un uomo che veniva dalla loro parte.
“Scusi, sa per caso dove abitano i Granger?” chiese Harry cordialmente.
“Mmm... fammi pensare... Granger hai detto... Ah sì ho capito, quei mercanti un po’ strani... mi pare che abitino non molto lontano da qui. Dovete andare sempre dritto, girare la seconda a sinistra, poi subito a destra e infine la quarta a destra, dovrebbero stare in quella via. Buona fortuna”.
Harry ringraziò il signore e con Hermione partì, anche se ricordava la metà di quello che gli era stato detto.
“Adesso dobbiamo girare a destra, vero?” disse Harry guardando Hermione.
“No, a sinistra” disse Hermione sorridendo.
Dopo qualche minuto erano arrivati, Harry la riconobbe subito, la via stretta e buia dove c’era l’entrata di casa Granger.
 

La fine della dinastia


“Chissà se siamo ancora in tempo” disse Harry ansimante ed aprì la grande porta. Si ritrovarono nell’ingresso, ma in giro non c’era nessuno.
“Abbiamo trovato la strada per arrivare fin qui, ma come facciamo ad arrivare alla cerimonia?” domandò Hermione perplessa. Si guardarono intorno e videro ben cinque porte solo a destra, a sinistra ce ne erano quattro e il corridoio continuava ancora.
“Non ce la faremo mai” disse Hermione rassegnata. Intanto le lancette di un orologio a pendolo che si trovava vicino a loro segnavano le otto e qualche minuto.
“Accidenti la cerimonia sarà già iniziata, sbrighiamoci!” disse Harry guardando l’orologio e si misero a cercare in tutte le porte. Harry notò che erano tutte quante buie e non si vedeva niente. Ad un tratto...
“Harry vieni, ho trovato qualcosa” chiamò Hermione che stava cercando in un’altra porta.
“Che c’è?” domandò Harry quando raggiunse Hermione.
“Guarda che cosa ho trovato” disse indicando la parete. Sulla parete era appeso un quadro molto grande che raffigurava un paesaggio di campagna, ma c’era anche un cavaliere col suo cavallo che si muovevano per i campi.
“Fantastico! Lui ci potrà dire dove si sta svolgendo la cerimonia!-esclamò Harry –Mi scusi, sa per caso indicarci la strada per raggiungere il matrimonio?” chiese Harry al cavaliere.
Il piccolo omino si girò a guardarlo e disse “Fatti sotto se ne hai il coraggio, se mi batti ti indicherò la via! Vile marrano!”.
Ad Harry ed Hermione quelle parole non furono nuove, anche un quadro di Hogwarts era solito rivolgersi così a tutte le persone che gli passavano davanti, il ritratto di Sir Cadogan.
“Oh no, ci mancava anche questo esaltato” disse Harry.
“La prego, siamo di fretta, ne va della sopravvivenza dei Granger” disse Hermione cercando di convincerlo.
“Ma davvero?? E come faccio a sapere che non mentite, se siete dei ladri che stanno cercando di derubare i miei proprietari?” disse il cavaliere puntando la sua spada contro i due amici.
Harry non sapeva più cosa dire, lui era la loro unica speranza. Notò un quadro appeso vicino a quello del cavaliere, raffigurava una donna, e quella donna era quasi uguale ad Hermione. Harry lesse la targhetta sotto al quadro: Amanda Granger.
“Scusa –disse Harry rivolgendosi al cavaliere- non hai notato che la mia amica assomiglia alla donna di quel dipinto?”.
“Che cosa? Oh hai ragione, la povera signora Granger, è morta qualche tempo fa. La loro somiglianza è eccezionale. Questo vuol dire che lei è una della famiglia.. Seguitemi!” disse il cavaliere e si diresse verso l’uscita.
Hermione guardò Harry e gli disse “Sei stato bravissimo, andiamo” e corsero fuori.
Il cavaliere si spostava a cavallo da quadro in quadro e i due amici lo seguivano correndo. Percorsero vari corridoi e infine giunsero ad una porta.
“Entrate, la cerimonia è qui dietro” disse il cavaliere.
Aprirono la porta ed entrarono. Si trovarono in un porticato rettangolare, dove al centro c’era un piazzale all’aperto nel quale si stava svolgendo il matrimonio. Videro che iniziò a piovere a dirotto e allora Harry corse verso di loro per dirgli di venire via.
“Attento Harry! –gridò Hermione – ricordati che se ti bagni morirai, hai ancora la polvere magica sui vestiti!”.
Harry si fermò e disse “Presto! Venite tutti dentro!” ma alle sue parole nessuno si voltò e allora si avvicinò ma sbatté contro qualcosa, ma non c’era niente, Hermione corse da lui e gli chiese se si era fatto male. Tastò il punto in cui aveva sbattuto Harry e si accorse che una specie di muro invisibile bloccava l’accesso al centro de porticato.
“Oh no, dobbiamo fare qualcosa! Vediamo se si può entrare da altre parti” propose Harry e fecero il giro del portico tastando il muro invisibile, ma non c’era nessuna apertura.
Loro riuscivano a sentire benissimo quello che dicevano dall’altra parte, ma non riuscivano a farsi sentire.
“Questa è opera della madre di Anna! –disse Harry arrabbiato – Non vuole che fuggano quando lancerà la polvere”.
“Accidenti! Guarda Harry!” disse Hermione indicando in alto. La polvere stava cominciando a scendere.
La polvere nera scese come se fosse neve e si posò sugli abiti dei partecipanti al matrimonio. Al contatto con l’acqua generò un vapore violaceo che fece subito spaventare gli invitati, alcuni cercarono di andare sotto i portici ma sbatterono contro il muro invisibile.
“Noooooo!!!” gridò Harry disperato, mentre Hermione si era appoggiata contro il muro e guardava la scena distrutta.
La polvere smise di scendere e dall’alto arrivò la madre di Anna a cavallo della sua scopa ridendo.
“Ci sono riuscita! Niente più maghi nella famiglia Granger!!” disse e volò via.
Harry ed Hermione rimasero stupefatti vedendo che erano ancora tutti vivi, a quanto pare non era sua intenzione ucciderli. Harry notò anche il viso sconvolto di Anna che guardava in alto, non credendo ai suoi occhi.
Il muro scomparve e tutti rientrarono in casa. Harry ed Hermione raccontarono quello che gli era successo e tutti erano sconvolti. Helm analizzò la polvere usata dalla madre di Anna e disse “E’ una polvere molto potente, non so come se la sia procurata. Ha lo spiacevole effetto di non poter far avere figli maschi con poteri magici, solo femmine”.
“Che cosa?!? –gridò infuriato Trevor – Cosa crede di fare quella stupida vecchia! Non penserà mica di spaventarci con le sue banali magie!”.
“Trevor,– disse Helm – ho paura che riuscirà nel suo intento, la polvere è ben fatta e forse funzionerà”.
“Staremo a vedere, appena nascerà mio figlio vi dirò subito se è un mago o meno, i miei poteri non sbagliano mai!” rispose Trevor arrabbiato e se ne andò con sua moglie che non sembrava stare molto bene.
“Ci dispiace Thomas – disse Hermione – avremmo potuto salvarvi”.
“Non preoccupatevi, non potevate fare di meglio” disse e andarono a cena.
La sera stessa Margaret si sentì male, stava per partorire. Harry, Hermione e Thomas aspettarono fuori dalla stanza di Margaret in attesa di sapere se il bambino fosse un magonò o meno.
“Dov’è Anna?” chiese Harry a Thomas.
“E’ in camera mia, sta riposando, oggi ha preso un brutto colpo, non riesce ancora a credere che sua madre sia una strega” rispose.
“Poverina” disse Hermione triste.
Ad un tratto dalla stanza giunsero le grida di Trevor. “Noooooooo!!! E’ un maschio magonò!!! E’ la fineeee!!”.
Thomas corse subito dentro alla stanza e Harry disse sconsolato “Non ci posso credere, il suo piano ha funzionato. A quanto pare è per questo che sei l’unica strega della tua famiglia”.
Ma Hermione quando aprì bocca non sembrava così avvilita, anzi sembrava molto soddisfatta “Non hai ancora capito Harry? Ti facevo più furbo”.
Dalla stanza uscì una luce fortissima che avvolse Harry, che non vide più niente.

Di ritorno a casa

 

Harry si ritrovò nella soffitta della casa di Hermione e davanti a lui c’era Hermione che rideva a crepapelle.
“Che hai da ridere?” chiese perplesso.
“Scusami Harry, ma è stato troppo divertente, hai creduto sul serio a tutta questa storia?” disse Hermione trattenendo a stento le risate.
“Che intendi dire?” chiese Harry non capendo quello che diceva l’amica.
“Va bene. Ora è il momento che te lo dica. Tutta questa storia, Thomas, Anna, sua madre, sono solo un incantesimo, non è mai successo nulla di simile, è un mio incantesimo” spiegò Hermione. Harry rimase senza parole, non riusciva a muovere la bocca.
“Stai scherzando? Come hai fatto a creare tutto quello che abbiamo visto?”chiese paralizzato dallo stupore.
“Non l’ ho fatto tutto io, devo ammetterlo, mi ha aiutato la McGranitt, però è stata mia l’idea, ho voluto ricreare il passato della mia famiglia visto che non lo conosco, e poi ha detto che questo incantesimo mi avrebbe aiutato ad avere un ottimo G.U.F.O.”.
Harry non credeva alle sue orecchie, aveva passato tutto quel tempo in un incantesimo di Hermione senza saperlo, ed ora nella sua mente gli si spiegavano molte cose.
“E’ impossibile che non ti sei accorto di tutti gli errori che ci sono ancora dentro – continuò Hermione – ad esempio le persone della città ti venivano addosso come se non ci fossi, non ho potuto creare tutti gli ambienti, come alcune stanze della casa che erano nere, non ho fatto muovere tutti i quadri della casa, e poi non ti sei accorto che ti ho guidato io molte volte?”.
“Basta così – disse Harry – ho già sentito abbastanza. Con te ci si può sempre aspettare di tutto. Mi devi togliere ancora una curiosità, perchè il libro con cui siamo entrati l’ ho già visto?” chiese Harry.
“Semplicemente perchè è il libro di Astronomia del primo anno, non volevo usare un libro che mi sarebbe potuto ancora servire, e poi non volevo farti insospettire mostrandoti un libro che conoscevi, e quello andava benissimo visto che non lo hai mai aperto”.
“Che cosa intendi dire, che non studio astronomia?” domandò Harry guardando Hermione ridendo.
“Stavo solo scherzando. Ti va di uscire da questa soffitta e di andare a bere una cioccolata calda?”.
“Sì, mi ci vuole, dopo tutta questa storia, ma non è che poi mi fai finire dentro la tazza?” disse spiritosamente Harry mentre scendevano le scale della soffitta e andavano in cucina.
Purtroppo Harry sapeva che tra qualche giorno sarebbe tornato dai Dursley, e che tutto quel divertimento gli sarebbe presto mancato.
“Che ne dici se un giorno ci ritorniamo nel libro con Ron?” chiese Harry mentre beveva la cioccolata. Hermione rise.

FINE