HARRY
POTTER E LA DINASTIA GRANGER
by Matteo
Autore: Matteo Anni: 17 URL: http://harry-onepiece.vze.com Titolo: HP e la dinastia Granger Riassunto: e se Hermione non fosse di origine babbane? E se nel suo passato si celasse qualcosa di misterioso e cupo? In questa fanfic è possibile scoprirlo con un viaggio nel passato intrapreso inconsapevolmente da Harry ed Hermione.
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Casa Granger
Alla
mattina Harry si svegliava, faceva colazione insieme ai Dursley e poi faceva i
compiti (quelli che gli andava di fare). Dopo pranzo, a volte andava in giro in
bicicletta, ma più spesso stava in casa a scrivere lettere a tutti i suoi
compagni di scuola.
Una
mattina arrivò un gufo che iniziò a battere il becco contro la finestra della
camera di Harry, svegliandolo. Harry aprì la finestra ancora assonnato e il
gufo lasciò la lettera sulla scrivania aspettando una ricompensa per il
viaggio, che non arrivò. Harry aprì la lettera e vide che era di Hermione:
Caro Harry,
come vanno le vacanze? Ti scrivo per farti
sapere
che se vuoi puoi venire qua da noi per il fine
settimana, che te ne pare? Almeno te andrai per un po’ da quei Drusley.
Purtroppo Ron non può venire, sua madre gli ha
trovato
un lavoretto per il resto dell’estate a Diagon
Alley; pensa lavora
al Ghirigoro! Sai cosa fa? Spolvera i libri.
Speriamo che almeno
ne legga qualcuno. In ogni caso fammi sapere
se verrai.
Ciao,
Hermione.
Harry fu felicissimo della lettera, ma il
problema era convincere i Drusley a lasciarlo andare.
A colazione provò a chiederlo con suo zio.
“Posso andare questo fine settimana da una mia compagna di
scuola?” chiese Harry; il signor Drusley lo guardò un po’ male e a sua zia
quasi cascò un piatto dalle mani.
“Non se ne parla!” gridò lo zio, ma subito zia Petunia gli lanciò
uno sguardo di ghiaccio e gli fece cenno di andare un attimo in soggiorno. I
due si diressero verso la sala TV, mentre Dudley e Harry continuarono a
mangiare. Harry fece fatica a sentire quello che dicevano, anche perché Dudley
faceva un gran rumore mangiando. “Almeno ce ne liberiamo per un po’” sentì dire
dalla zia: “Forse hai ragione” disse suo zio. Lo zio tornò in cucina e si
rivolse a Harry.
“Puoi andare, ma sia chiaro che io non voglio né vedere né parlare
con nessuno di loro.”
“Grazie, zio non preoccuparti.” Disse Harry non credendo alle sue
parole, e subito si precipitò in camera per scrivere una lettera a Hermione.
Dopo averla scritta la diede ad Edvige che se ne andò via dalla
finestra.
La risposta di Hermione arrivò molto presto e la lettera diceva
che suo padre lo sarebbe andato a prenderlo venerdì pomeriggio alle quattro.
Harry non fece in tempo a finire di leggere la lettera che aveva già preparato
i bagagli anche se era solo martedì. Harry trascorse quei giorni stando sempre
in camera sua a guardare il soffitto sdraiato sul letto con un sorriso che gli
arrivava fino alle orecchie.
Finalmente il fatidico giorno arrivò. Erano le tre e cinquanta
quando Harry scese le scale con le sue valigie decisamente troppe rispetto al
corto periodo che doveva trascorrere fuori di casa, ma non voleva farsi mancare
niente. Salutò i Drusley senza però avere una risposta. Si sedette sui gradini
di casa aspettando che arrivasse il padre di Hermione. Alle quattro in punto la
macchina era lì davanti, luccicante e di un verde smeraldo veramente
incredibile. Un uomo uscì dalla macchina.
“Ciao, tu devi essere Harry, vero?” disse, era una persona alta,
capelli corti scuri e magra.
“Sì, sono io- rispose Harry –Lei è il padre di Hermione?” chiese.
“Sì, in persona, ma dammi pure del tu, mi chiamo Martin. Non ci
sono i tuoi zii?” Chiese a sua volta “Purtroppo non vogliono parlare con
nessuno che abbia a che fare con la magia.” Rispose mentre stava trascinando le
valige verso la macchina aiutato da Martin. Fatto questo entrarono in macchina
e partirono.
Lungo la strada iniziarono a parlare.
“Hermione mi ha detto che tu sei riuscito a sconfiggere più volte
Tu-Sai-Chi. Ma non ti sei mai spaventato?” chiese tutto d’un fiato Martin.
“Oh sì, ma sua figlia mi ha sempre aiutato, è un’ottima amica.”
Rispose.
“Bene sono contento.” Disse Martin orgoglioso.
Dopo aver superato il traffico cittadino, si diressero verso la
campagna e si fermarono poco fuori Londra, davanti ad una casa di tre piani e
tutta verde. “Benvenuto a casa Granger!” disse Martin prima di scendere dalla
macchina.
“Lascia pure le valigie, ci penso io dopo.” Disse e fece cenno a
Harry di entrare in casa. La porta conduceva ad un ingresso molto illuminato e
dalle scale si sentiva scendere una persona di corsa, Harry vide che era
Hermione.
“Ciao Harry!” gridò quando arrivò all’ultimo gradino “Come stai?”
chiese.
“Oh bene grazie, e a te come va?”
“Benissimo, hai finito i compiti?” chiese eccitata, ma sapendo già
la risposta.
“No, ma sono a buon punto. Scommetto che tu gli hai finiti in
pochi giorni.” Disse ed Hermione annuì ridendo.
“Vieni Harry, ti faccio vedere la casa. - ed entrarono nella
stanza di fianco. –Questa è la cucina e quella è mia madre.”
“Ciao Harry che piacere conoscerti.” Disse la signora che stava
preparando la cena.
“Il piacere è tutto mio signora Granger.” Disse Harry molto
contento.
“Chiamami pure Mary.” I due si diressero verso la stanza di
fronte.
“Questo è il salotto dove io leggo e i miei guardano la TV. Ora ti
faccio vedere la tua stanza, vieni.” E si diressero al piano di sopra ed
entrarono nella porta in fondo al corridoio.
“Eccoci, tu dormirai qui. La porta vicino alle scale è il bagno,
quella dopo è la camera dei miei genitori e l’altra è la mia.”
“E quello cos’è?” chiese Harry indicando una botola sopra la sua
testa: “Quella è la soffitta, c’è solo robaccia. Ora se vuoi venire ti faccio vedere
la mia camera.” Disse Hermione e si diressero verso la stanza. Le pareti erano
dipinte di verde con qualche disegnino qua e là.
“In questa famiglia avete la mania del verde.” Disse Harry ridendo.
Si avvicinarono alla scrivania tutta coperta di libri, Hermione ne prese uno
bello grosso e lo porse a Harry.
“Tieni puoi leggere questo quando ti annoi, è l’ultimo libro che
ho letto.” Disse Hermione.
“Sei sempre la solita, non cambi mai.” Rispose Harry sarcastico.
“Venite ragazzi, è pronta la cena!” gridò Martin dalla cucina e
andarono a mangiare.
Dopo pranzo Harry guardò un po’ la TV mentre Hermione leggeva un
libro accanto a lui. “Hermione –disse Harry all’improvviso- andiamo a vedere se
in soffitta c’è qualcosa di interessante?” propose.
“Ma Harry, te l’ ho già detto, non c’è niente di bello lassù.”
Rispose senza staccare gli occhi dal libro.
“Lo so, giusto per vedere se troviamo qualche giocattolo che usavi
da piccola, magari qualche libro per bambini.” Disse Harry ridendo.
“Molto spiritoso.” Ribatté Hermione.
“Magari troviamo dei libri vecchi da leggere.” Harry sapeva che
questo avrebbe incuriosito Hermione che, infatti, accettò e si diressero verso
la soffitta.
“Hermione, Harry, scusate ma noi dobbiamo andare dai nonni per
portagli il regalo del loro anniversario di nozze, venite anche voi?” chiese
Martin che stava scendendo in quel momento le scale insieme a Mary.
“No grazie, noi restiamo a casa.” rispose Hermione ormai convinta
ad andare in soffitta.
“Come volete, non faremo tardi.” Ed uscirono dalla porta. Harry e
Hermione salirono le scale e arrivarono alla botola. Harry afferrò la
cordicella che penzolava e fece scendere la scale per salire.
La soffitta era buia ma Hermione trovò subito l’interruttore della
luce e s’illuminò tutto. Come aveva detto Hermione era tutto pieno di
cianfrusaglie e vestiti logori. Iniziarono a girare tra la polvere cercando di
trovare qualcosa di interessante. Harry vide un grosso baule in un angolo e lo
aprì.
“Vieni Hermione, ho trovato qualcosa.” Hermione arrivò di corsa e
vide che il baule era pieno di libri.
Un viaggio nel passato
Hermione
non poteva credere ai suoi occhi. Il baule straripava di libri di tutti i
generi e di varie dimensioni.
“Non
avrei mai immaginato che ci fossero così tanti libri qui in soffitta!” disse
Hermione.
“Ti
ci vorrà un anno per leggerli tutti.” Scherzò Harry. Hermione prese il primo
libro dal mucchio e ci soffiò sopra facendo volar via la polvere. La copertina
era di pelle blu scuro rigida e sulla copertina c’era scritto qualcosa di
illeggibile. Hermione lo aprì lentamente e vide che era scritta solo una riga.
“Che
strano, c’è solo una frase scritta. Che dice?” chiese Harry curioso.
“Vediamo,
sembra inglese antico; dice: Per sapere e comprendere ciò che fu,
pronunciate i vostri nomi; e qui finisce. Che dici proviamo Harry?”
“Per me va bene, non vedo cosa ci sia di male. Comincio io. Harry Potter” disse
Harry un po’ euforico. “Hermione Granger” appena Hermione ebbe pronunciato il
suo nome dal libro uscì una luce molto forte ed Hermione sorrise. Tutto questo
ad Harry ricordava quando era entrato nel diario di Tom Riddle al secondo anno
di Hogwarts.
La
luce aumentò sempre di più fino a non farli vedere più nulla. Quando la luce
scomparve si trovavano più in soffitta ma in una stanza che non avevano mai
visto.
La
stanza aveva una scrivania di legno, un letto a baldacchino, simili a quelli di
Hogwarts ma molto più lussuoso, e un armadio di un legno molto pregiato.
“Dove
siamo?” chiese Harry sorpreso.
“Sembra
una camera da letto, chissà cos’è successo” rispose Hermione. “Harry guarda c’è
un foglio sulla scrivania, sembra una lettera –ci fu un’attimo di silenzio-
Harry, è datata 13 giugno 1640 e l’inchiostro sembra fresco.”
“Non
può essere, si saranno sbagliati a scrivere la data” disse Harry un po’
preoccupato.
Sentirono
un rumore di passi avvicinarsi alla porta della stanza e fermarsi davanti alla
porta, la maniglia si aprì.
Nella
stanza entrò un uomo alto, giovane coi capelli scuri. Nel frattempo Harry ed
Hermione si erano infilati sotto la scrivania e sentirono che l’uomo pronunciò
alcune parole e la serratura della porta scattò. Si avvicinò allo scrittoio,
prese la lettera, la piego e se la mise in tasca. Hermione non riuscì a restare
ferma e sbatté il ginocchio sulla scrivania. L’uomo si piego e vide i due amici
rannicchiati uno sull’altro.
“E
voi due chi siete?” chiese l’uomo facendo un balzo all’indietro e mettendo la
mano nella tasca del mantello. Harry ed Hermione uscirono imbarazzati da sotto
la scrivania, ma anche felici di tornare nella posa normale.
“Salve
io sono Hermione Granger e lui è Harry Potter” rispose immediatamente Hermione.
“Come
hai detto scusa? Granger? Tu sei una Granger? Ma come può essere?” chiese
l’uomo stupefatto.
“Perchè
cosa c’è di strano?” chiese Harry. “L’unico problema è che anch’io sono un
Granger e so che nella mia famiglia non ci sono figlie femmine da trecento
anni!” disse l’uomo “Cosa?!?” dissero all’unisono i due amici.
Molti incontri
Harry
ed Hermione non credevano alle loro orecchie, che cosa stava succedendo,
dov’erano capitati?
“Ma
scusa –si sforzò di dire Harry– in che anno siamo?” “1640, si può sapere che
razza di domande fate e cercate di dirmi la verità. Non esistono Granger
femmine!” rispose l’uomo.
“Noi
le abbiamo detto la verità, e siamo arrivati qui perchè un libro ci ha
risucchiato” disse Hermione senza pensare a quello che diceva.
“Era
proprio necessario dirglielo” le sussurrò Harry in un orecchio.
“Volete
dire che siete dei maghi anche voi!” disse stupito l’uomo.
“Sì,
proprio così e veniamo dal futuro. Ma ci può dire con esattezza chi è lei?”
chiese Hermione.
“Ma
non sei troppo imprudente Hermione?” le sussurrò di nuovo Harry nell’orecchio.
“Io
sono Thomas Granger figlio di Helm Granger. Mago purosangue!” disse in tono
altezzoso.
“Hermione
hai sentito, un tuo parente è purosangue, questo significa che...”disse Harry
senza finire “...la mia è una famiglia di maghi.” concluse Hermione.
“Vuoi
dire che non sapevi che nella tua famiglia ci sono dei maghi a parte te? Come è
possibile, la nostra è una delle famiglie di maghi più importante di tutta
l’Inghilterra. La nostra dinastia dura da mezzo millennio!” spiegò Thomas.
“Accidenti
chi l’avrebbe detto!” disse stupito Harry.
“Non
ci posso credere, allora perchè anche mio padre non è un mago?” chiese
Hermione.
“Non
so rispondere alla tua domanda, comunque mi pare una cosa strana. Posso
chiedervi perchè siete venuti fin qui?”.
“Te
l’abbiamo detto, per colpa di un libro, forse aveva un incantesimo.” rispose
Harry.
“Se
volete vi porto da mio padre, lui sa molte cose e poi devo andargli a parlare”
disse Thomas, “Scusa ma cosa tieni in tasca?” chiese Hermione vedendo che aveva
sempre tenuto la mano in tasca. “Ah è la mia bacchetta, non mi fido molto degli
estranei, potevate essere babbani” rispose Thomas “Bene andiamo”.
Detto
questo Thomas si avvicinò alla porta e pronunciò una formula che aprì la
serratura “L’avevo chiusa magicamente, non mi piace essere disturbato” spiegò.
Uscirono dalla stanza e percorsero un lungo corridoio fino ad arrivare a delle
scale a chiocciola, che portavano ad un altro lungo corridoio. Sulle pareti
c’erano una moltitudine di quadri tutti raffiguranti delle persone dall’aspetto
nobile; Harry notò che però non si muovevano.
Dopo
aver attraversato corridoi e scale arrivarono ad un’immensa porta di legno.
“Eccoci,
questa è la stanza di mio padre, voi aspettate fuori un attimo” disse Thomas ed
entrò nella camera silenziosamente.
Harry
e Hermione si guardarono e Harry disse a bassa voce “Hermione, non ci posso
credere, stiamo rivivendo il passato della tua famiglia, è una cosa
fantastica!”
“Già,
sono felicissima di sapere che la mia era una famiglia di maghi, a quanto pare
Harry, qui sono più famosa io di te” disse Hermione sorridendo. La porta si
aprì e Thomas fece loro cenno di entrare. La camera era illuminata da una
debole luce, alle pareti c’erano montagne di libri disposti su varie librerie
alte fino al soffitto e dietro una scrivania era seduto un uomo molto anziano,
con i capelli bianchi e una tunica verde scuro.
“Allora
voi due dite di venire dal futuro -disse l’uomo- io mi chiamo Helm e sono il
padrone di questa casa e il più anziano della dinastia Granger. Volete bere
qualcosa?”
“Sì
grazie” rispose subito Hermione. Harry restò muto. Thomas servì loro due
bicchieri di te verde. Hermione lo bevve tutto d’un sorso ma Harry esitava.
“Avanti
Harry, bevilo, non è mica avvelenato” disse Hermione scherzosamente e Harry
bevve la bevanda.
“Bene,
ora potete raccontarmi tutto quanto. Comincia tu Harry Potter” disse Helm
contento e Harry raccontò per filo e per segno cosa era accaduto dal momento in
cui erano entrati nella soffitta di casa Granger, fino a quel momento.
“Così,
siete arrivati qui tramite un libro, – disse Helm – c’era scritto qualcosa su
quel libro?” chiese.
“Sì,
c’era scritto: Per sapere e comprendere ciò che fu, pronunciate i vostri
nomi; credo” rispose Harry.
“Allora
mi sembra evidente che quando avrete scoperto quello che cercate tornerete
indietro” disse Helm sicuro.
“Ci
sono! -gridò Harry all’improvviso- Dobbiamo capire perchè i Granger non erano
più maghi prima di Hermione”.
“Forse
hai ragione giovanotto, mi piacerebbe anche a me sapere il perchè” disse Helm.
“Ora potete aspettare fuori Thomas, dobbiamo ancora parlare e poi vi porterà a
fare un giro per la città” continuò Helm. Così Harry ed Hermione uscirono dalla
stanza e si misero seduti per terra appoggiati al muro e cominciarono a
parlare.
“Non
vedo l’ora di sapere tutto, e tu Harry?” chiese Hermione.
“Sì,
anch’io sono molto curioso. Secondo te cos’era quella roba che ci hanno fatto
bere?”.
“Era
molto probabilmente una pozione della verità, l’ ho riconosciuta dal colore;
ora almeno si fidano di noi” spiegò Hermione.
“Però
c’è ancora qualcosa che non mi è chiaro. Chi ha fatto quel libro magico? Mi
pareva di averlo già visto da qualche parte” disse Harry.
“Io
invece non lo avevo mai visto in tutta la mia vita, eppure è sempre stato in
casa mia” rispose Hermione.
Dalla
camera intanto venivano forti rumori come se qualcuno stesso urlando “No! Tu
non sposerai mai una babbana!” disse la voce di Helm
“Chi
sei tu per impedirmelo!” ribatté Thomas.
La
discussione andò avanti per una buona mezz’oretta e le voci sembravano essersi
calmate. Infine Thomas uscì.
“Scusate
se vi ho fatto aspettare” disse “Venite, vi porto a fare un giro”.
Harry
ed Hermione si alzarono un po’ indolenziti e seguirono Thomas per il corridoio.
“Ti
devi sposare?” chiese Hermione bruscamente.
“Avete
sentito? Sì, mi devo sposare, ma a mio padre non piace che mi sposi con una
babbana, lui vuole mantenere una famiglia purosangue -disse Thomas un po’
imbarazzato- ma sono riuscito a convincerlo, ci sposeremo stasera stessa!”.
“Davvero?
Complimenti!” disse Harry.
“Ci
saranno tutti i componenti della mia famiglia, anche mio fratello e sua moglie”
disse Thomas.
“Non
sapevamo che avessi anche un fratello” disse Harry.
“Sì
purtroppo, lui è il primogenito ed è il preferito di mio padre, soprattutto
dopo che ha sposato Margaret Hill, figlia di una ricca famiglia di maghi”
spiegò Thomas.
“Ma
la tua fidanzata sa che la tua è una famiglia di maghi?” chiese Hermione.
“Sì,
lo sa, ma sua madre no ed è meglio così, non mi sembra un tipo a posto” disse
Thomas.
“Come
si chiama la tua futura moglie?” chiese Hermione.
“Anna,
ci siamo visti per la prima volta in un bosco e lei stava per essere sbranata
da un lupo, ma per fortuna ero lì vicino e sono riuscito a salvarla. Da quel
momento non ci siamo più lasciati” raccontò Thomas.
“Che
storia romantica” disse Hermione.
Stavano
camminando da un sacco di tempo ma ancora non erano arrivati all’uscita. Ad un
certo punto incontrarono due persone e una di esse ricordò ad Harry Draco
Malfoy. Era alto come Thomas e aveva i capelli biondi, con un viso quasi
maligno. L’altra persona era una donna coi capelli tutti legati e portava una
tunica molto larga ma si vedeva molto bene che era incinta.
“Ciao
Trevor, ti presento miei due amici, Harry ed Hermione” disse cordialmente
Thomas rivolgendosi all’uomo.
“Ti
sei trovato una compagnia diversa dai soliti babbani a quanto vedo” disse
Trevor acido.
“Ragazzi
questo è mio fratello e lei è sua moglie Margaret” disse Thomas.
“Piacere”
dissero in coro i due amici.
“Ho
saputo che ti sposerai con quella babbana stasera, papà lo diceva che saresti
stato la nostra rovina. Fortunatamente sono io il primogenito e posso dare un
successore degno del suo nome” disse Trevor in tono di disprezzo. Harry notò
che Thomas stava cercando in tutti i modi di contenersi e allora intervenne
“Scusateci, ma noi dobbiamo andare adesso”. E aiutato da Hermione trascinarono
via Thomas prima che facesse qualche sciocchezza.
“Su
adesso calmati, non ascoltarlo, è solo un povero sciocco” disse Hermione per
consolarlo.
“Sì,
avete ragione, non gli devo fare caso” disse Thomas.
“Mi
spieghi come faceva a sapere che siamo maghi?” chiese Harry.
“Dovete
sapere che Trevor ha un potere particolare che lo rende ancora più speciale per
mio padre. Riesce a capire se una persona è mago o babbano solo guardandola”
spiegò Thomas.
“Ora
capisco” disse Harry “Margaret sembra molto avanti con la gravidanza”.
“In
effetti dovrebbe partorire tra qualche giorno” disse Thomas “Eccoci
finalmente!”.
Erano
giunti, dopo un lungo cammino, alle porte della casa e stavano per uscire alla
luce del sole dopo tanto tempo.
A casa di
Anna
L’uscita
della casa portava ad una via molto stretta e buia, ma si vedeva da lontano la
folla e la confusione del centro cittadino. Il sole era alto in cielo ed erano
pressappoco le quattro del pomeriggio.
“Allora
dove ci porti?” chiese curioso Harry.
“Andiamo
dalla mia amata Anna, le devo dare la notizia del matrimonio” rispose Thomas.
“Che
bello, non vedo l’ora di conoscerla!” disse Hermione.
Arrivarono
così a quella che sembrava la via principale della città. C’erano bancarelle di
mercanti ai due lati della strada e nel mezzo passavano le persone e dei carri
pieni di merci. Ogni tanto era inevitabile andare addosso alle altre persone e
Harry cercava di schivarle, ma le altre persone non facevano caso a lui e gli
sbattevano contro.
Imbucarono
un vicolo e girato l’angolo si trovavano davanti ad un parco.
“Guardate,
quella laggiù è la casetta di Anna, seguitemi” disse Thomas indicando una casa
al limitare del parco e partì di corsa. La casa era bassa e i muri erano un po’
rovinati, fuori c’erano dei vasi con dei fiori rossi come il fuoco. Harry ed Hermione
videro Thomas entrare in casa e allora si affrettarono. Giunti fuori dalla
porta sentirono delle voci.
“Che
bellezza! Tuo padre ha acconsentito! Vado subito a prepararmi” disse una voce
di ragazza.
“Cara
ti volevo presentare due miei amici, Harry ed Hermione, venite avanti ragazzi”
disse Thomas chiamandoli. I due entrarono nella casetta un po’ imbarazzati.
“Piacere
di conoscerti” disse Hermione.
“Salve,
io sono Harry Potter” disse Harry sapendo che almeno una volta nessuno si
sarebbe stupito del suo nome.
“Salve
a tutti, suppongo che Thomas vi abbia già detto chi sono. Verrete anche voi al
matrimonio?” chiese Anna.
“Certo
che verranno! Ormai loro fanno parte della famiglia; a meno che non se ne
debbano andare prima” disse Thomas ammiccando ai due amici.
“Prego
sedetevi, vi offro un po’ di tè, vi va?” chiese Anna.
“Oh
sì grazie” dissero Harry ed Hermione. In effetti era da un po’ che non
mangiavano qualcosa. Così si sedettero al tavolo ed iniziarono a bere del te
mentre Anna e Thomas discutevano sul matrimonio. Ad un certo punto dalla porta
entrò una vecchia signora un po’ gobba e appena vide gli ospiti s’imbronciò.
“Ancora
gente per casa Anna?” disse la signora scorbuticamente.
“Oh,
ciao mamma, ti presento Harry ed Hermione, due amici di Thomas” disse Anna con
voce dolce. “Thomas ha anche avuto il consenso da suo padre per il matrimonio,
la cerimonia si svolgerà stasera, vieni?” chiese Anna alla madre.
“Non
ci penso nemmeno, sai che sono sempre stata contraria a quel matrimonio e non
ho certo cambiato idea. Fai come ti pare, basta che non metti nel mezzo anche
me” disse quasi urlando la vecchia signora ed uscì di casa sbattendo la porta.
“Dovete
scusarla, ma da un po’ di tempo non ragiona più” disse Anna “Che ne dici Thomas
se andiamo a comprare qualcosa per il matrimonio?” proseguì.
“D’accordo,
andiamo. Voi cosa fate?” chiese Thomas ad Harry e Hermione.
“Noi
facciamo un giro per la città, non vogliamo disturbarvi, ritorneremo a casa per
l’inizio della cerimonia” disse Hermione senza neanche consultare Harry.
“Come
volete, la cerimonia inizierà alle otto in punto” disse Thomas.
Detto
questo uscirono e i due fidanzati si diressero verso il mercato, mentre i due
amici aspettarono fino a che non li videro scomparire.
“Hai
una più pallida idea di come ritroveremo la strada di casa in una città che
nemmeno conosciamo?” chiese Harry irritato.
“Non
ti preoccupare, me la ricordo la strada” rispose Hermione calma.
“Se
lo dici tu” disse infine Harry.
Il diabolico
piano
I
due amici decisero così di avviarsi per le vie della città. Sentirono però dei
rumori provenire dal retro della casa e allora decisero di andare a vedere
senza fare rumore.
Si
accorsero che la madre di Anna stava frugando tra dei barili vuoti e sembrava
che stesse cercando qualcosa. Videro che prese in mano una sacca marrone e ci
mise qualcosa dentro e disse “Questo era l’ultimo, ora è pronta”. Dopodiché
rimise nuovamente il sacchetto in un barile e lo chiuse e se ne andò dalla
parte opposta a dove si trovavano Harry ed Hermione.
“Che
cosa stava facendo?” chiese Harry dubbioso.
“Non
lo so, andiamo a vedere” disse Hermione.
Andarono
silenziosamente davanti alla botte e l’aprirono. Harry tirò fuori il sacchetto
e sentì che pesava abbastanza.
“Chissà
cosa ci ha messo” disse Hermione perplessa.
Aprirono
il sacchetto e videro che era pieno di una polvere scura.
“Aspetta
un’attimo, io so cos’è questa roba. E’ una polvere speciale che a contatto con
l’acqua crea una pozione particolare a seconda di come l’ hai preparata. L’ ho
letto sul Manuale avanzato per infusi e pozioni magiche” spiegò Hermione
preoccupata.
“Scusa,
ma questo vuol dire che la madre di Anna è...” disse Harry senza concludere.
“...una
strega” proseguì una voce che proveniva dalle loro spalle e Harry ributtò
subito il sacchetto nella botte. Si girarono e videro che la vecchia signora
era dietro di loro.
“E
così avete scoperto il mio piccolo segreto; state pur certi che non lo
rivelerete a nessuno” disse la donna e dalla tasca tirò fuori una bacchetta
magica, la puntò contro Harry ed Hermione.
“Corda
incatenante!” disse e fece apparire una corda dorata e luminosa che avvolse
i due amici intrappolandoli.
“Ci
liberi, non abbiamo fatto niente!” gridò Harry.
“Oh
sì che avete fatto qualcosa, avete trovato la mia polvere magica e non posso
rischiare che roviniate il mio piano!” disse la vecchia.
“Ma
di cosa sta parlando!” gridò Hermione infuriata.
“Posso
anche dirvelo ormai, tanto tra poco vi ucciderò” disse la vecchia mentre i due
amici cercavano di divincolarsi in tutti i modi.
“Ho
sempre detto a mia figlia che non volevo che sposasse quel Granger –disse la
donna- ma lei non mi ha mai ascoltato, ha sempre fatto di testa sua perchè
credeva che io fossi pazza, non le ho mai detto che ero una strega, io odio la
magia e non voglio in famiglia altri maghi!”
“Perchè
odia la magia?” chiese Harry che nel frattempo si era fermato ad ascoltare.
“Per
il semplice motivo che quando ero ancora una bambina la mia famiglia è stata
completamente uccisa da dei maghi malvagi, ed io sono rimasta sola, ho
vagabondato in lungo e in largo finché non ho trovato una famiglia di babbani
che mi ha adottato” raccontò.
“Guardi
che anch’io ho fatto la sua stessa vita, ma non ho mai odiato i maghi” disse
Harry arrabbiato.
“Ma
Harry la tua storia è diversa, tu non sapevi di essere una mago ed eri molto
più piccolo” disse Hermione come se volesse difendere la vecchia. Harry guardò
storto Hermione.
“Comunque
ho deciso, cancellerò per sempre dalla faccia della terra la dinastia Granger!”
disse la vecchia e si diresse verso la botte e ne tirò fuori la sacca con la
polvere.
“Farò
piovere mentre ci sarà la cerimonia, che so che si terrà all’aperto, e quando
tutti gli invitati, ovvero i componenti dell’intera famiglia, si saranno
bagnati, farò cadere dal cielo questa polvere che provvederà a...”
“No!
Non lo puoi fare!” gridò Harry.
“Oh
sì che posso” disse la vecchia ridendo.
“Accidenti
stavo quasi per dimenticarmene” continuò la vecchia e prese dalla tasca
un’altra sacca e ne estrasse della polvere verde.
“Che
roba è quella?” chiese Hermione impaurita.
“E’
un’altra pozione in polvere, questa però è per voi” detto questo la soffiò su i
due amici.
“Quando
farò piovere l’acqua trasformerà la polvere in liquido e voi morirete” disse la
donna ridendo.
“Ora
devo andare, tra poco inizia il matrimonio” detto questo prese un manico di
scopa appoggiato al muro e dopo esserci montata sopra volò via.
“E
adesso che facciamo?” disse Harry guardando Hermione rassegnato.
Il difficile
ritorno
I
due amici erano lì, seduti nel retro di una casetta legati come dei salami con
una corda magica, e una malvagia strega stava per far scomparire
definitivamente la famiglia Granger.
“Dobbiamo
liberarci!” disse deciso Harry.
“Sì,
ma come? Questa è una corda magica, non sarà facile romperla” ribatté Hermione
preoccupata.
“Avanti
Harry, pensa... pensa” diceva Harry sussurrando.
“Ci
sono! –gridò ad un tratto Hermione – Ricordo che il professor Vitious ci parlò
di questo tipo di incantesimi durante una delle sue lezioni”.
“Davvero?
Io non mi ricordo” disse Harry, ma poteva essere del tutto normale che Harry
non si ricordasse una lezione, mentre Hermione la sapeva a memoria.
“Il
professor Vitious disse che quando un oggetto ha un incantesimo per renderlo
più forte e robusto, basta bagnarlo per farlo tornare normale” spiegò Hermione.
“Allora
ci basta trovare dell’acqua” disse Harry e cominciò a guardare in giro in cerca
del prezioso elemento.
“Io
qui intorno non vedo niente che possa assomigliare a dell’acqua. Tu hai qualche
idea?” chiese Harry rassegnato.
“In
casa ce ne sarà sicuramente un po’, prima Anna ha fatto del tè” rispose
Hermione.
Così
decisero di andare a vedere. Dovettero fare molti tentativi prima di riuscire a
rialzarsi ma alla fine furono in piedi. Saltellarono lentamente verso l’entrata
ed entrarono.
Andarono
verso la piccola cucina e videro una brocca piena d’acqua.
“Presto,
rovesciamocela addosso” disse Harry impaziente, stava per partire quando...
“No!
Harry aspetta, non ricordi la polvere che la madre di Anna ci ha messo sui
vestiti? Rischiamo di morire se ci bagnamo” disse Hermione trattenendo Harry.
“Oh
no! Allora non abbiamo più speranze. Un attimo, la polvere ce l’ ha soffiata
dal davanti e dietro dovremmo essere puliti”.
“Forse
c’è ancora una speranza” disse Hermione e si diressero verso il tavolo su cui
c’era la brocca.
“Dobbiamo
fare molta attenzione” disse Harry ed entrambi si girarono e con la schiena
diedero un colpo al tavolo. La brocca barcollò e si rovesciò. L’acqua cominciò
a cadere dal tavolo e Harry ed Hermione si avvicinarono lentamente, sempre di schiena,
e fecero bagnare la corda. Si allontanarono immediatamente.
“E’
fatta! La corda si è bagnata” esultò Hermione.
“Aspetta
a cantar vittoria. Guarda” disse Harry triste vedendo che la corda non sembrava
essere tornata normale.
“Come
può essere, non ha funzionato!” disse Hermione arrabbiata. Ma subito la corda
smise di essere color oro e tornò del suo colore naturale e cadde subito per
terra, poiché non aveva nodi.
“Ci
eravamo sbagliati, Hermione sei sempre la migliore” disse Harry tirando un
sospiro di sollievo.
Uscirono
di corsa dalla casetta e si diressero verso la via principale.
La
strada non era più affollata come prima e non c’era più una bancarella.
L’orologio del campanile era visibile da qualunque punto della città e in quel
momento segnava le sette e mezza.
“E’
tardissimo Harry, dobbiamo sbrigarci!” disse Hermione guardando il grande
orologio. Così Hermione cominciò a correre e Harry la seguì. Hermione girò su
per una stradina e poi ne imboccò un’altra, Harry le era sempre dietro.
“Sei
sicura che sia la strada giusta? Non mi sembra che eravamo venuti da qua oggi”
gridò Harry per farsi sentire dall’amica.
“Non
preoccuparti, la strada è questa” rispose Hermione mentre girava a destra.
Dopo
parecchie curve Hermione finalmente si fermò.
“Harry
–disse- ci siamo persi”.
“Che
cosa? Avevi detto che era la strada giusta! E adesso come facciamo!” disse
Harry arrabbiato.
“Scusa
ma ero sicura che fosse questa la strada” disse Hermione ansimante per la
fatica.
“Proviamo
a chiedere con quel signore” propose Harry vedendo un uomo che veniva dalla
loro parte.
“Scusi,
sa per caso dove abitano i Granger?” chiese Harry cordialmente.
“Mmm...
fammi pensare... Granger hai detto... Ah sì ho capito, quei mercanti un po’
strani... mi pare che abitino non molto lontano da qui. Dovete andare sempre
dritto, girare la seconda a sinistra, poi subito a destra e infine la quarta a
destra, dovrebbero stare in quella via. Buona fortuna”.
Harry
ringraziò il signore e con Hermione partì, anche se ricordava la metà di quello
che gli era stato detto.
“Adesso
dobbiamo girare a destra, vero?” disse Harry guardando Hermione.
“No,
a sinistra” disse Hermione sorridendo.
Dopo
qualche minuto erano arrivati, Harry la riconobbe subito, la via stretta e buia
dove c’era l’entrata di casa Granger.
La fine della
dinastia
“Chissà
se siamo ancora in tempo” disse Harry ansimante ed aprì la grande porta. Si
ritrovarono nell’ingresso, ma in giro non c’era nessuno.
“Abbiamo
trovato la strada per arrivare fin qui, ma come facciamo ad arrivare alla cerimonia?”
domandò Hermione perplessa. Si guardarono intorno e videro ben cinque porte
solo a destra, a sinistra ce ne erano quattro e il corridoio continuava ancora.
“Non
ce la faremo mai” disse Hermione rassegnata. Intanto le lancette di un orologio
a pendolo che si trovava vicino a loro segnavano le otto e qualche minuto.
“Accidenti
la cerimonia sarà già iniziata, sbrighiamoci!” disse Harry guardando l’orologio
e si misero a cercare in tutte le porte. Harry notò che erano tutte quante buie
e non si vedeva niente. Ad un tratto...
“Harry
vieni, ho trovato qualcosa” chiamò Hermione che stava cercando in un’altra
porta.
“Che
c’è?” domandò Harry quando raggiunse Hermione.
“Guarda
che cosa ho trovato” disse indicando la parete. Sulla parete era appeso un
quadro molto grande che raffigurava un paesaggio di campagna, ma c’era anche un
cavaliere col suo cavallo che si muovevano per i campi.
“Fantastico!
Lui ci potrà dire dove si sta svolgendo la cerimonia!-esclamò Harry –Mi scusi,
sa per caso indicarci la strada per raggiungere il matrimonio?” chiese Harry al
cavaliere.
Il
piccolo omino si girò a guardarlo e disse “Fatti sotto se ne hai il coraggio,
se mi batti ti indicherò la via! Vile marrano!”.
Ad
Harry ed Hermione quelle parole non furono nuove, anche un quadro di Hogwarts
era solito rivolgersi così a tutte le persone che gli passavano davanti, il
ritratto di Sir Cadogan.
“Oh
no, ci mancava anche questo esaltato” disse Harry.
“La
prego, siamo di fretta, ne va della sopravvivenza dei Granger” disse Hermione
cercando di convincerlo.
“Ma
davvero?? E come faccio a sapere che non mentite, se siete dei ladri che stanno
cercando di derubare i miei proprietari?” disse il cavaliere puntando la sua
spada contro i due amici.
Harry
non sapeva più cosa dire, lui era la loro unica speranza. Notò un quadro appeso
vicino a quello del cavaliere, raffigurava una donna, e quella donna era quasi
uguale ad Hermione. Harry lesse la targhetta sotto al quadro: Amanda Granger.
“Scusa
–disse Harry rivolgendosi al cavaliere- non hai notato che la mia amica
assomiglia alla donna di quel dipinto?”.
“Che
cosa? Oh hai ragione, la povera signora Granger, è morta qualche tempo fa. La
loro somiglianza è eccezionale. Questo vuol dire che lei è una della famiglia..
Seguitemi!” disse il cavaliere e si diresse verso l’uscita.
Hermione
guardò Harry e gli disse “Sei stato bravissimo, andiamo” e corsero fuori.
Il
cavaliere si spostava a cavallo da quadro in quadro e i due amici lo seguivano
correndo. Percorsero vari corridoi e infine giunsero ad una porta.
“Entrate,
la cerimonia è qui dietro” disse il cavaliere.
Aprirono
la porta ed entrarono. Si trovarono in un porticato rettangolare, dove al
centro c’era un piazzale all’aperto nel quale si stava svolgendo il matrimonio.
Videro che iniziò a piovere a dirotto e allora Harry corse verso di loro per
dirgli di venire via.
“Attento
Harry! –gridò Hermione – ricordati che se ti bagni morirai, hai ancora la
polvere magica sui vestiti!”.
Harry
si fermò e disse “Presto! Venite tutti dentro!” ma alle sue parole nessuno si
voltò e allora si avvicinò ma sbatté contro qualcosa, ma non c’era niente,
Hermione corse da lui e gli chiese se si era fatto male. Tastò il punto in cui
aveva sbattuto Harry e si accorse che una specie di muro invisibile bloccava
l’accesso al centro de porticato.
“Oh
no, dobbiamo fare qualcosa! Vediamo se si può entrare da altre parti” propose
Harry e fecero il giro del portico tastando il muro invisibile, ma non c’era
nessuna apertura.
Loro
riuscivano a sentire benissimo quello che dicevano dall’altra parte, ma non
riuscivano a farsi sentire.
“Questa
è opera della madre di Anna! –disse Harry arrabbiato – Non vuole che fuggano
quando lancerà la polvere”.
“Accidenti!
Guarda Harry!” disse Hermione indicando in alto. La polvere stava cominciando a
scendere.
La
polvere nera scese come se fosse neve e si posò sugli abiti dei partecipanti al
matrimonio. Al contatto con l’acqua generò un vapore violaceo che fece subito
spaventare gli invitati, alcuni cercarono di andare sotto i portici ma
sbatterono contro il muro invisibile.
“Noooooo!!!”
gridò Harry disperato, mentre Hermione si era appoggiata contro il muro e
guardava la scena distrutta.
La
polvere smise di scendere e dall’alto arrivò la madre di Anna a cavallo della
sua scopa ridendo.
“Ci
sono riuscita! Niente più maghi nella famiglia Granger!!” disse e volò via.
Harry
ed Hermione rimasero stupefatti vedendo che erano ancora tutti vivi, a quanto
pare non era sua intenzione ucciderli. Harry notò anche il viso sconvolto di
Anna che guardava in alto, non credendo ai suoi occhi.
Il
muro scomparve e tutti rientrarono in casa. Harry ed Hermione raccontarono
quello che gli era successo e tutti erano sconvolti. Helm analizzò la polvere
usata dalla madre di Anna e disse “E’ una polvere molto potente, non so come se
la sia procurata. Ha lo spiacevole effetto di non poter far avere figli maschi
con poteri magici, solo femmine”.
“Che
cosa?!? –gridò infuriato Trevor – Cosa crede di fare quella stupida vecchia!
Non penserà mica di spaventarci con le sue banali magie!”.
“Trevor,–
disse Helm – ho paura che riuscirà nel suo intento, la polvere è ben fatta e
forse funzionerà”.
“Staremo
a vedere, appena nascerà mio figlio vi dirò subito se è un mago o meno, i miei
poteri non sbagliano mai!” rispose Trevor arrabbiato e se ne andò con sua
moglie che non sembrava stare molto bene.
“Ci
dispiace Thomas – disse Hermione – avremmo potuto salvarvi”.
“Non
preoccupatevi, non potevate fare di meglio” disse e andarono a cena.
La
sera stessa Margaret si sentì male, stava per partorire. Harry, Hermione e
Thomas aspettarono fuori dalla stanza di Margaret in attesa di sapere se il
bambino fosse un magonò o meno.
“Dov’è
Anna?” chiese Harry a Thomas.
“E’
in camera mia, sta riposando, oggi ha preso un brutto colpo, non riesce ancora
a credere che sua madre sia una strega” rispose.
“Poverina”
disse Hermione triste.
Ad
un tratto dalla stanza giunsero le grida di Trevor. “Noooooooo!!! E’ un maschio
magonò!!! E’ la fineeee!!”.
Thomas
corse subito dentro alla stanza e Harry disse sconsolato “Non ci posso credere,
il suo piano ha funzionato. A quanto pare è per questo che sei l’unica strega
della tua famiglia”.
Ma
Hermione quando aprì bocca non sembrava così avvilita, anzi sembrava molto
soddisfatta “Non hai ancora capito Harry? Ti facevo più furbo”.
Dalla
stanza uscì una luce fortissima che avvolse Harry, che non vide più niente.
Di ritorno a
casa
Harry
si ritrovò nella soffitta della casa di Hermione e davanti a lui c’era Hermione
che rideva a crepapelle.
“Che
hai da ridere?” chiese perplesso.
“Scusami
Harry, ma è stato troppo divertente, hai creduto sul serio a tutta questa
storia?” disse Hermione trattenendo a stento le risate.
“Che
intendi dire?” chiese Harry non capendo quello che diceva l’amica.
“Va
bene. Ora è il momento che te lo dica. Tutta questa storia, Thomas, Anna, sua
madre, sono solo un incantesimo, non è mai successo nulla di simile, è un mio
incantesimo” spiegò Hermione. Harry rimase senza parole, non riusciva a muovere
la bocca.
“Stai
scherzando? Come hai fatto a creare tutto quello che abbiamo visto?”chiese
paralizzato dallo stupore.
“Non
l’ ho fatto tutto io, devo ammetterlo, mi ha aiutato la McGranitt, però è stata
mia l’idea, ho voluto ricreare il passato della mia famiglia visto che non lo
conosco, e poi ha detto che questo incantesimo mi avrebbe aiutato ad avere un
ottimo G.U.F.O.”.
Harry
non credeva alle sue orecchie, aveva passato tutto quel tempo in un incantesimo
di Hermione senza saperlo, ed ora nella sua mente gli si spiegavano molte cose.
“E’
impossibile che non ti sei accorto di tutti gli errori che ci sono ancora
dentro – continuò Hermione – ad esempio le persone della città ti venivano
addosso come se non ci fossi, non ho potuto creare tutti gli ambienti, come
alcune stanze della casa che erano nere, non ho fatto muovere tutti i quadri
della casa, e poi non ti sei accorto che ti ho guidato io molte volte?”.
“Basta
così – disse Harry – ho già sentito abbastanza. Con te ci si può sempre
aspettare di tutto. Mi devi togliere ancora una curiosità, perchè il libro con
cui siamo entrati l’ ho già visto?” chiese Harry.
“Semplicemente
perchè è il libro di Astronomia del primo anno, non volevo usare un libro che
mi sarebbe potuto ancora servire, e poi non volevo farti insospettire
mostrandoti un libro che conoscevi, e quello andava benissimo visto che non lo
hai mai aperto”.
“Che
cosa intendi dire, che non studio astronomia?” domandò Harry guardando Hermione
ridendo.
“Stavo
solo scherzando. Ti va di uscire da questa soffitta e di andare a bere una
cioccolata calda?”.
“Sì,
mi ci vuole, dopo tutta questa storia, ma non è che poi mi fai finire dentro la
tazza?” disse spiritosamente Harry mentre scendevano le scale della soffitta e
andavano in cucina.
Purtroppo
Harry sapeva che tra qualche giorno sarebbe tornato dai Dursley, e che tutto
quel divertimento gli sarebbe presto mancato.
“Che
ne dici se un giorno ci ritorniamo nel libro con Ron?” chiese Harry mentre
beveva la cioccolata. Hermione rise.
FINE