FANS' LAND

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Per prima la luce by Artemisia89

La luce, il suono e il profumo.


La luce è riuscita finalmente a raggiungere il mio viso.
E dopo la luce, il suono.
Sento voci di bambini e di acqua che gocciola. Di madri e di amanti.

La luce mi ha finalmente raggiunto.
Dopo la luce il suono.
E dopo il suono il profumo.

Frutta, dolci, alberi e fiori.

So dove mi trovo, ma cerco di dare un freno alle mie speranze affamate.
Eppure, alzandomi dal letto, scostando dal mio corpo le lenzuola che con un fruscio cadono giù, mentre accorcio la distanza che mi separa dal balcone, da quelle chiare tendi svolazzanti, capisco tutto.

Meridian.

Meridian.
Una perla avvolta dalla divina maestà lucente, bella come nelle mani del tiranno non sarebbe mai stata.
Bella, bella, bella.
Ingenua come una vergine, pura e bambina, maliziosa come una ragazza appena diventata donna e saggia come una vecchia.

Meridian è donna ed è bella.

Meridian è la mia terra.

Mentre i miei sensi si riempiono di luce, suoni e profumi, la mia mente cerca di capire.
Capire…capire cosa è successo e perché mi ritrovo qui senza ricordare null’altro.
Perché…l’ultima cosa che ricordo è l’immagine di due splendidi soli e la morbidezza di una mano che sfiora la mia.

L’ultima cosa che ricordo è l’immagine perfetta di Orube.

Di lei, così triste e affranta per la mia perdita.

Sorrido. Credevo che mai nessuno avrebbe pianto per me…e invece.

- E’ invece è andata diversamente Lord Cedric.
Mi volto piano, inchinandomi .
- Elyon di Meridian in persona…non credevo di poter essere tanto pericoloso…
- …o importante.

Mi soffermo a guardarla: non è più la fragile bambina senza temperamento e carattere che ho guidato per tanto tempo come una marionetta. Ora è una regina, salda, fiera e matura. È soprattutto è pura luce.
Abbagliante infatti è l’unico aggettivo per descriverla.

Sono felice per lei tutto ad un tratto.
Sono felice di vedere i suoi occhi non più di un grigio plumbeo, mai di un argento brillante.

Mi sento cambiato.

- Immagino tu voglia delle spiegazioni. E sappi che ti verranno date.
- Quindi non mi è ancora lecito fare alcuna domanda?
- Non ce ne sarà bisogno Cedric. Seguimi.

Al suo passaggio le porte della stanza si spalancano, allora prendendo un leggero soprabito trasparente la seguo.

E’ nostalgico risentire queste stoffe preziose sulla mia pelle.
Mi ricorda tempi cattivi.
Ma mi accorgo di sentirmi in pace con me stesso.

Come se la confessione fatta in tempo di morte mi abbia redento

Orube.
Orube.
Quanto tempo ancora?

Socchiudo gli occhi e stringo i pugni.

Sento gli sguardi della corte su di me.
Esattamente gli sguardi che un reietto dovrebbe sentirsi addosso.
Cattiveria, sospetto, vendetta, inospitalità, rancore, incredulità.
Amore e desiderio.

Tutto ad un tratto alzo gli occhi e sento il cuore fermarsi per un attimo per poi ripartire a tutta velocità, come se un vento impetuoso avesse spalancato un libro per sfogliarlo selvaggiamente.
E impetuoso sento il mio sentimento che vorrebbe riversarsi su di lei.
Lei, così perfetta nella sua bellezza austera e selvatica, così pericolosamente bella con i suoi occhi di ambra e la sua pelle appena abbronzata che ricorda luoghi dove i soli tramontano infiammando i cieli e l’aere di colori.

Sento un frusciar d’abiti e una porta che si chiude.
La regina di Meridian e il sommo Oracolo di Kandrakar mi hanno concesso un grande onore.
Una nuova chance.

Immobile. Decido di poterla ammirare ancora, perché so che dopo non sarò abbastanza lucido per farlo.
La guardo ancora, quasi commosso, carezzandola con lo sguardo, toccandola con le mani del pensiero, sciogliendo l’obi rosa che le cinge la vita sottile, aprendo la tunica bianca e azzurra che la riveste e la fascia che le imprigiona i capelli.

Mia.
Solo mia.
Solo la mia regina.
Il mio nuovo tiranno che mi concederà la libertà.

Poi…poi fu niente, perché le sue labbra che baciavano le mie lacrime e le sue mani nei miei capelli, mi tolsero ogni ragione.








La luce è riuscita finalmente a raggiungere il mio viso.
E dopo la luce, il suono.
Il suono del suo respiro, così lento e regolare, inverosimilmente tranquillo.
La guardo dormire, perché quando dorme è così innocua, dolce e vulnerabile.
Dopo il suono, il profumo.

Che mi pervade e mi ipnotizza, mi rende ebbro di lei. Di Orube, che io amo, amo così tanto da sentire la mia anima che si annulla.

Fine

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