Num cogita et animadevertita mihi scribenda erint.
12.05.2005 - 22:32
Leggo: Ragazzi di vita [Pierpaolo Pasolini]
Ascolto: In morte di S.F. (altrimenti detta Canzone per un'amica) [Guccini]
(Ritorna nella mia mente insistente da due giorni
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, pensare che ancora mi ascolti, e che come allora sorridi.
in prima pagina sul primo numero del giornaletto del Liceo - il Liceo che sta finendo, per sempre).
Un po' dissociata, a quale terra appartengo? Voglio subliminarmi e sentirmi a casa dappertutto - è così facile d'altronde farlo in una piazzetta o in angolo della metro, perchè così difficile fra quattro, anzi, otto mura fra le quali dovrò dividermi nei prossimi anni (fino all'Africa)?
Di buono c'è che mi è tornata tanta, tanta voglia di scrivere, così, credo che per un po' mi concentrerò su questo. Ho mille idee in mente e soprattutto esigenze, sensazioni e momenti e sguardi che devo fissare sulla carta.
Cave. Canis quem dilexi a mei animo deest.
30.04.2005 - 18:44
Leggo: Ragazzi di vita [Pierpaolo Pasolini] - Satyricon [Petronio Arbitro]
Ascolto: Incontro [Guccini]
I muscoli dolgono, le gambe mi cedono, il gatto mi invita con le sue fusa a sdraiarmi e coccolarla; le parlo, le chiedo come va, piccola scema, sempre qui a fare le fusa, eh? Facile fare il gatto, vorrei essere un gatto anche io, un gatto di me stessa, visto che sei così viziata. Guccini si leva nella stanza vuota inondata dal sole, si riflettono musica e luce nelle tende arancioni, è tutta ramata questa stanza. Da grande devo avere un animale, un gatto o un cane per parlare, io ho bisogno di muovere la lingua anche quando sono sola – sola senza uomini, intendo. Un gatto o un cane, che guardano e scondizolano, o fanno le fusa. E d’un tratto mi sovviene Naica. Mi manca. Tantissimo. Quel suo sguardo canino così dolce, era buona, lei. Come dice mamma, non ha mai dato un problema, anche alla fine, in silenzio, ci ha messo neanche una giornata. Saranno le cipolle che ho pulito poco fa? Mi manca tanto. Guardava di lato, chinando la testa su una spalla; scondizolava così felice quando la mattina per fare colazione aprivamo la porta e la facevamo entrare; si accucciava a terra quando la porta si spalancava per farla uscire, non voleva, voglio stare qui con voi, in casa, fuori sono sola non c’è nessuno.
Mi senti? Ogni tanto quando parlo ancora da sola, o al gatto, odi le mie parole giungere fino a te?
Vorrei tanto vedere ancora il tuo viso fissarmi, in attesa, di un pezzo di pane, di una carezza, di una parola, Naichina.
Oggi c’è stata la premiazione a scuola, un premio di letteratura istituito in memoria di una professoressa scomparsa l’anno scorso.
Anche per Adriano istituiranno un premio? Cosa resta di un ragazzo: una targa su una parete, un diploma ad honorem, una scritta al muro del bagno, un premio con il suo nome. Cosa resta.
Tutto si sceglie.
21.04.2005 - 22:31
Leggo: Ragazzi di vita [Pierpaolo Pasolini] - Satyricon [Petronio Arbitro]
Ascolto: /
Paulatimque. And step by step. E a poco a poco
si va.
Si continua, bisogna pur farlo. Ma ho tanto terrore. Mi spaventa il dolore delle persone che mi circondano.
Un anello al collo, anello di chi non c'è più, che lei gli aveva regalato per la loro amicizia. Mi fredda. Perchè accade quando siamo senza fare nulla di importante, in un corridoio a parlare di minerali e cristalli. E allo stesso tempo vorrei parlare solo di profondità, sono stufa di tutta questa mediocrità, e non voglio sentire risposte del tipo sei pesante, oppure la tua vita è questa qua a che serve parlare solo di filosofia o ideologie che tanto poi la cena va comunque messa insieme...sarà banale anche questo, vorrei qualcosa di diverso e vorrei saltare fuori dal cerchio come diceva Alex D. ma tanta gente oggi predica questo e poi non lo fa, me compresa. Vorrei qualcosa di grande e d'assoluto, ho il terrore di sprofondare nel male di vivere, questo tempo mi opprime sempre più, troppe cose a cui pensare, troppe ore spese dentro casa. E il terrore continuo di chiedere ad altri: come va? e sentirmi rispondere: uno schifo. Per favore no! Non state male non state male non state male non state
Studiando studiando nel frattempo scopro sempre più piccole parti di Margherita. Quando avevo tredici anni avevo deciso di mettere insieme un mio sistema filosofico. Mi accorgo ora che questo desiderio non è mutato, solo c'è bisogno di tempo, tantissimo, per capirci qualcosa in questo mondo così affollato e confusionario e doloroso e tuttavia così bello, accattivamente, da restarne innamorati secchi, basterebbe guardarsi intorno un momento, per amare tutto, e soffrire di tutto, e andare oltre. Ma c'è bisogno di tempo. Nel frattempo Schopenauer ha impiantato in me la radice della Volontà di Vivere - qualcosa di violento e rabbioso, vogliamo vivere, per questo mi sconvolge tanto la morte di chi so, di voglia di vivere ne aveva quanto me - una forza impetuosa, innarrestabile - e per quanto a volte rifiutata o ignorata, impossibile da nascondere, impossibile da infilare senza sembrare nelle tasche più remote della nostra essenza. Noi vogliamo vivere, solo questo muove l'uomo, vivere, vivere sempre e comunque. Ed anche come vivere, ma questo è un capitolo che dovrò affrontare meglio e aspetto di cogliere maggiori ispirazioni. E poi, Kierkegaard, il danese, diceva che la vita è scelta. E a me viene in mente quel bastone biforcuto che qualche tempo fa guidava le mie scalate montanare, e di cui una piccola miniatura portavo appesa al collo, sul mio fazzolettone. Scelta. Che parola difficile. Vorrei non dover scegliere mai, vorrei trovare tutto pronto, preparato perfettamente per me. Lo scherzo che ci gioca questo mondo è che non prepara nulla così come lo vorremmo. Anzi, il più delle volte si diverte a far andare,
Credente o ateo?
Coerente o banderuola?
Intenso o piatto?
Consapevole partecipante attivo della vita o attore di una commedia falsa?
Felice o triste?
Si sceglie tutto. O quasi.
Vivo o morto?
Possibilità.
14.04.2005 - 19:17
Leggo: Gente di Dublino [James Joyce] - Satyricon [Petronio Arbitro]
Ascolto: Ti ricordi quei giorni [F.Guccini]
Come quando scoprirono che la Terra non era al centro dell'Universo, uno sconvolgimento tale da far mettere in discussione ogni certezze maturata fino a quel momento.
Anche io sto mettendo in dubbio qualsiasi sciocca cosa sono abituata a vedere/provare/dire/ascoltare ogni giorno, dalla sveglia delle sei e tre quarti, alle risate dei miei amici, le loro voci, i loro abbracci.
Tutto cambia di prospettiva.
Poteva essere chiunque, penso ogni momento. E' capitato a lui e poteva essere il mio fratello, il mio ragazzo, un giorno potrebbe essere il mio figlio.
Riusciamo anche a chiacchierare, a ridere, come sempre, poi in qualche momento uno sguardo si scontra per sbaglio, scoppia un incidente fra i riflessi agonizzanti delle iridi, ricordiamo, ricordiamo, ricordiamo.
Ho paura per il dolore delle altre persone.
Ho paura delle cose dette per non dirne altre, ed è incredibile come certe parole diventino bollenti, impossibili da toccare, e come altre alzino il loro volume per coprire a forza il silenzio.
Navigo nel mondo delle possibilità con terrore, e finora mi aveva sempre affascinato, la possibilità dell'imprevisto, ora mi fa orrore.
I, cry, when angels deserve to die.
09.04.2005 - 19:40
Leggo: Gente di Dublino [James Joyce]
Ascolto: Chop Suey [System of a down]
Era passata la circolare per le classi, a mezzogiorno, venerdì, avremmo fatto un minuto di silenzio per la memoria di Karol Wojtyla. L'avevamo già fatto in passato per le vittime dello Tsunami, e altre circostanze simili.
A mezzogiorno Giulia urlava in mezzo al parcheggio dell'ospedale - Come faccio? Come faccio io senza?
Lui giocava a calcetto, in prima ora, si è accasciato in mezzo al campo, poi si è sdraiato.
L'acqua bollente sulla nuca mentre ti lavi i capelli. Le dita ghiacciate mentre fumi una sigaretta davanti scuola. Il sapore degli spinaci dolci e freschi sulla lingua. L'odore dell'asfalto bagnato di pioggia, nonostante sia già Aprile. I fremiti della persona che ami, il suo corpo sopra il tuo, il tuo corpo. Il tuo corpo.
Mai più.
Le cose più semplici, mai più.
Why have you forsaken me
In your eyes forsaken me
In your thoughts forsaken me
In your heart forsaken.
Papa di pace.
07.04.2005 - 22:08
Leggo: Gente di Dublino [James Joyce]
Ascolto: Sorella Provvidenza [Musical: Forza venite Gente]
Pur con tutti i suoi limiti (radicati nel suo essere cattolico), credo sia stato un grande Papa, capace anche di interpretare un popolo di fedeli non più appartenenti all'anno 0 ma di duemila anni più anziani. E soprattutto era un Papa di Pace, l'ha sempre cercata, l'ha testimoniata in giro per il mondo, la Pace Sempre e Senza Nessuna Esitazione. Milioni di persone ora sono a S.Pietro, a rendergli grazie, a salutarlo.
Ma dove erano tutte queste persone quando è scoppiata la guerra in Iraq? Perchè non hanno bloccato New York, o Roma, o Londra, quando i rispettivi capi di governo hanno deciso di muovere guerra al terrorismo bombardando civili, bambini, donne?
Dove erano questi milioni di cristiani ferventi quando i soldati americani bombardavano di scosse civili iracheni? Tutti questi italiani così fieri di avere il Papa in patria, quando il Governo, senza consultare il popolo con un referendum, ha deciso di entrare in guerra, perchè non sono scesi in Piazza S.Pietro a dire: No, noi siamo cristiani cattolici, e Gesù era pacifista, e noi lo siamo, credere non vuol dire andare in chiesa la domenica, vuol dire testimoniare il messaggio in cui crediamo? Dove eravate?
"Caro Leonard... guardare la vita in faccia sempre, guardare la vita... e conoscerla per quello che è, al fine conoscerla, amarla, per quello che è. E poi, metterla da parte. Leonard, per sempre gli anni che abbiamo trascorso. Per sempre, gli anni. Per sempre, l'amore. Per sempre, le ore."
ME
Avete presente una di quelle neo-diciottenni goffe e magre e brune con gli occhi verdi sempre un po' rossi, insoddisfatta e inquieta e perennemente malinconica, che crede ancora che il mondo si può cambiare, basta volerlo? quelle che si ostinano a leggere BariccoBenniBrizzi e ascoltare Guccini e credono che nella vita pubblicheranno qualcosa prima o poi? quelle che si fanno sempre fregare ma innalzano un inno all'amicizia ogni volta che partono per uno di quei viaggi pseudo-zingareschi, e rimangono sempre senza soldi e vogliono solo amare davvero?
UNA DI QUELLE.
  
LETTO DA SETTEMBRE
- L'insostenibile leggerezza dell'essere [M.Kundera]
- Comici spaventati guerrieri [S.Benni]
- La misteriosa fiamma della regina Loana [U.Eco]
- Novecento [A.Baricco]
- Germinale [Zola]
- Le Braci [S.Màrai]
- Le ore [M.Cunnigham]
- Le avventure di Tom Saywer [M.Twain]
- Il Gattopardo [Tomasi di Lampedusa]
- Undici minuti [P.Coelho]
- Arrivederci piccole donne [M.Serrano]
- La coscienza di Zeno [I.Svevo]
- Memorie delle mie puttane tristi [G.G.Marquez]
- Michael mio [A.Oz]
- Angeli da un'ala soltanto [S.Gastaldi]
- La signora Dalloway [V.Woolf]
SCRITTO DA SETTEMBRE
- Terminata la prima parte di Briganta.
- "Io conducente di un autobus" Novembre 2004 per il concorso di HoldenLab.
PASSATO
- 06 Gennaio/25 Marzo 2005
- Natale 2004
- 15 Ottobre/14 Dicembre 2004
- 07 Ottobre 2004
- 04 Giugno/05 Settembre 2004
- 17 Aprile/02 Giugno 2004
- 28 Gennaio/16 Aprile 2004
- 23 Ottobre 2003/22 Gennaio 2004
- 9 Agosto/19 Ottobre 2003
- 7/30 Aprile 2003
- Settembre 2002/Marzo 2003
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