Facoltà
12.10.2009 - 18:50
Marge.
Momenti del tutto inutili a lezione. I professori o sono totalmente incapaci di fare una lezione logica e razionale, con un inizio e una fine, o hanno deciso di diventare SS, e passano metà dell’ora ad abbaiare, sottolineando la nostra stupidità. Non c’è mai un rapporto paritario basato sulla qualità della lezione offerta, la capacità d’interagire, ed in cambio una nostra capacità di partecipare, imparare, crescere. Ci sono professori che non utilizzano email. Che non sanno fare slides. Alcuni non utilizzano neanche il pc, stanno ancora con i lucidi. Altri sbraitano se ti presenti a servizio clinico, adducendo il motivo che nessuno li ha avvertiti. Ma non esiste un consiglio di facoltà? Un Ordine degli studi? Com’è che io so di dovermi presentare, e tu non sai che io sarei venuta, e non sai che farmi fare? Perché discuti con me la scelta dell’orario? Non l’ho scelta io... Però comunque non mi va di tornare a casa. Sono tornata da sette giorni e già sto così, acciderbolina. Voglio sforzarmi di scrivere, almeno una volta a settimana. Di cosa parlavo un tempo nel mio blog? Forse della mia vita di tutti i giorni, in maniera un po’ criptica, in modo che capisse solo chi mi conosce, ma ne risultasse comunque un messaggio universalmente fruibile. Ma in questo periodo non mi va di parlare troppo di me. Il vaso di Pandora sta ancora eruttando come se l’avessi appena aperto. Se parlassi solo della mia carriera universitaria, delle uscite e di ciò che faccio nel tempo libero, mentirei, e di altro non voglio parlare. D’Africa. Sì. D’Africa potrei parlare all’infinito. Esiste, il Mal d’Africa, e funziona così: quando sei lì, dopo poco tempo, ti sembra di esserci sempre stata; ti sembra di essere tornata ad originem vitae. Inevitabilmente, un giorno, devi far ritorno a casa, in questa Italia piccolina, di spirito e di corpo, e ti sembra semplicemente di non essere mai stata in Africa, sembra un sogno, un mondo esistente solo nella tua testa. La mattina, caffé doccia benzina radio parcheggio lezioni, e per tutto il tempo, lì a ripetersi: “No, non può esistere quel continente caldo, quei colori, quella povertà, quella sofferenza, quella tranquillità” (perché l’Africa è questo, essenzialmente). Poi ad un certo punto una fitta: improvvisamente ti rendi conto che sì, è esistito, esiste, ci sei stata, ed ora non ci sei più. E non vorresti essere dove sei, ma lì. Una specie di scarica, un dolore puntorio ed istantaneo. Poi passa, e ricomincia. Questo è il Mal d’Africa. C’è però qualcosa che posso raccontare senza il timore di scadere nel falso storico riguardo la mia vita (interesserà ai posteri, la mia vita?): di come l’Italia sia seconda alla Polonia per quanto riguarda la qualità delle università, almeno per quanto riguarda Medicina, ed anche per servizi offerti ed attenzioni rivolte agli studenti, motore e futuro della nazione. Suppongo che giochino al ribasso, offrendo la didattica peggiore, tranne quando si tratta di alcuni singoli docenti personalmente in gamba; tanto sanno che i bravi, i geni, e le persone con un minimo di senso di responsabilità verso quei pazienti che andremo a curare, si occupano da soli di occupare le falle. La maggioranza invece si vede regalare dei 18 senza aver aperto bocca, senza parlare degli esami raccomandati, comprati in soldi o in natura, in cui i voti sono di molto superiori al 18, senza che della tale patologia si sappia nulla. Mi scusi se è morto, non conoscevo la sua malattia, ma sa, era bastato un pompino per prendere 30 a quell’esame. Poi ci indigniamo. E le denuncie fioccano. Dovreste denunciare queste università piene di problemi, e questo governo che di suo ci mette il carico da cento. L’altro giorno ho conosciuto una simpatica ragazza polacca in Erasmus da noi, che si aggirava sperduta nel reparto di Oncologia; ovviamente aveva un accordo con un paio di professori per frequentare un totale di 40 ore, ma nessuno dei due era presente all’appuntamento che le avevano dato, e nessuno del reparto era stato avvisato; l’infermiera ovviamente non sa un’acca di inglese, ed ero uscita per spiegarle che nessuno le avrebbe mai fatto fare nulla, né tanto meno guardata in viso una volta, e che alla fine le avrebbero firmato comunque le presenze, senza controllare un bel niente, come succede sempre. Lei è al sesto anno; vuole fare Ginecologia. Come me. Solo che lei in Polonia sa visitare, ed ha già eseguito dei parti cesarei. Io a malapena so capire se una donna è incinta o meno, e nessuno mi insegna nulla. Quando siamo nei reparti, tranne in pochi casi, siamo pari a carta da parati. Dobbiamo stare in un angolo e non rompere i coglioni. Oltretutto è difficile anche solo fare domande, dal momento che i pazienti non sono mai informati sul loro stato di salute. Per carità non fatemi domande davanti al paziente, non sa di avere un cancro e tre mesi di vita. Meno male che sarò medico e saprò sempre quando cominciare a sistemare alcune cose della mia vita. Per questi motivi questo è il primo anno della mia vita in cui non mi va di ricominciare l’anno, in autunno. Io sono sempre stata un’entusiasta: non vedevo l’ora che finissero le vacanze e ci fosse la scuola, alle elementari come al liceo. Prima ero meno cinica e meno disincantata, e mi andava anche di ricominciare l’anno universitario; ma sono passati solo cinque giorni ed io già mi sono rotta, non voglio perdere il mio tempo appresso a loro. Discutere per avere i minimi servizi: in una università non servita da mezzo pubblici, imporre anche agli studenti, che hanno la frequenza obbligatoria, un parcheggio a più di cinque euro al giorno (per un totale che supera i cento euro mensili), mi sembra decisamente troppo! E quando protestiamo per questo, mi sento dire dal Direttore Generale: Ma su, abbiamo qualche problemuccio di parcheggio, ma questa almeno è una bella facoltà! Ricomincio a scrivere...?
23.09.2009 - 19:29
Marge.
Facendo ordine nella mia stanza, dopo mesi in cui cartelline piene di appunti, sbobinature, schemi e riassunti si accumulavano fin oltre il soffitto, ho ritrovato uno stampato di diverse pagine, contenente una selezione di quelli che credevo fossero i miei racconti migliori. Ce ne sono dal 2002 in poi. E sono molti. Alcuni neanche li ricordavo. Alcuni sono belli.Un tempo scrivevo così tanto, come mai ora ho smesso? Banalmente potrei dire che è il mondo scientifico in cui mi sono immersa. Quando ero al liceo vivevo ogni giorno solo di letteratura, storia, filosofia, latino. Quelle materie sono un ponte diretto per il Mondo delle Idee; ero in costante comunicazione, le storie mi venivano sussurrate nella mente in ogni momento. I miei racconti essenzialmente parlano di persone. C’è sempre una persona, al centro, protagonista sì di una vicenda, ma non è la vicenda in sé che la fa da padrone, quanto il modo in cui il personaggio la affronta. Sono dei piccoli ritratti. Li chiamavo proprio così: ritratti, numero uno, numero due, e così via. Inizialmente c’era un solo personaggio, e pochi altre comparse mute. Pian piano, ho cominciato a intrecciare diverse vite fra loro. È il Mondo delle Idee, che suggerisce, che ci racconta storie accadute chissà dove, e le storie si scrivono da sole. Bisogna solo mettersi al servizio, mani pronte a ricevere, mente aperta. I personaggi faranno tutto da soli. Ora scrivo di meno. Nella mia mente, ogni giorno, si rincorrono definizioni precise, sintomi, malattie, terapie. Non è semplice avere una mente aperta, quando quel che ti viene chiesto è di essere precisa, pignola, e seguire uno schema ben preciso (anche se in realtà sono sicura che anche la mia arte medica ne gioverebbe, se riuscissi a collegare tutto ciò che so in un unico universo sistematico, e non in tante piccole galassie che ancora non hanno trovato il modo di conoscersi). Sono quattro anni che leggo solo libri scientifici. Quelli che più di soggetto, verbo e complemento oggetto non sanno dare. Io che citavo Dante a memoria. Ho ritrovato un racconto pieno di citazioni poetiche e non sono neanche riuscita a ricordarmi di chi fossero. E nel tempo libero, ad essere sincera, non ho sempre scelto libri importanti: se non altro per distrarmi un po’ prima di andare a letto, ho scelto sempre cose semplici… Ora devo ricominciare. È una promessa: Mondo delle Idee, torna a metterti in contatto con me! Sono sempre qui: sul mio lettino a guardare il soffitto cercando ispirazione, le mie mani sono al tuo servizio, le tue parole saranno sulle mie dita! (E poi mi chiedo: sarà che ho scoperchiato il vaso di Pandora? Sarà che mi sta togliendo così tante forze che non ne ho per fare altro? Sarà che ora sono così cinica e disincantata, rispetto a quando avevo 17 anni, che il Mondo delle Idee ha ribrezzo di me?) Apnea
12.04.2009 - 20:42
Marge.
Metto Youssou N’Dour a tutto volume, chiudo gli occhi, immagino di essere ancora lì. Sfoglio le foto, guardo i visi, i bambini, le mie mani sulle loro, le loro lacrime impaurite, i loro sorrisi entusiasti, il mio volto fra i loro. Ascolto Meraviglioso, la nostra colonna sonora di quei giorni, e continuo a chiedermi, cosa altro vuoi? Hai il sole, hai il mare, ed invece lo so, che questo non mi basta, che è il mio corpo stesso, con il suo intestino irritabile, i mal di pancia, le crisi del respiro, a dirmi che non è questo il posto per me, ma quello. E intanto ci si trascina comunque, e sembra quasi che sia stato solo un sogno, sembra impossibile essere stati veramente in quel mondo. In apnea tra lezioni, pomeriggi in reparto del tutto inutili, conversazioni sul mio futuro alquanto deprimenti, chiacchierate ancora più deprimenti sul mio presente, mi sembra di sprecare così tanto tempo…in attesa di respirare. Contatti
29.03.2009 - 19:53
Marge.
Venerdì è stata una giornata molto particolare, passata praticamente tutta in piedi, dalla mattina in reparto al pomeriggio, durante il quale ho partecipato alla prima parte del corso di comunicazione al pz di una prognosi infausta. Insieme ad una simpaticissima clown-dottore abbiamo fatto dei giochi di comunicazione non verbale, di armonia di gruppo, di fiducia; è stato molto bello ed anche molto particolare interagire in maniera così intima con persone pressocchè sconosciute. In questa disposizione d'animo mi sono poi imbarcata sulla metropolitana, alle sette di sera; ero seduta su una panchina in semi-coma quando sento una voce chiamarmi, alzo gli occhi e si tratta di una ragazza che non riconosco; ed in effetti, non la conosco affatto! Lei legge il mio blog da anni e ha riconosciuto la mia foto. Mi ha fatto veramente piacere quest'incontro, è bello sentirsi così vicini, per un momento, ad una persona sconosciuta (e stavolta, del tutto!); e ogni momento che passa mi rendo conto di quanto le persone siano belle, tutte quante, di quanto sia bello avere a che fare con il mondo, di quanto ci sia da scoprire in ogni secondo, in ogni contatto, anche sporadico. Ancora non ho raccontato nulla dell'Africa, e magari lo farò, prima o poi, o magari, come al mio solito, terrò per me questa che è stata una delle esperienze più grandi della mia vita. Ora che sono tornata mi sento nuovamente inutile e sballottata, preda di emozioni che non voglio provare, che non mi appartengono, in balia delle depressioni altrui, delle difficoltà altrui. Forse il mio è solo un modo di fuggire: mi illudo di saper, più o meno, combattere i problemi che hanno quei bambini laggiù, mi piace dispensare medicine e terapie, mi piace l'idea che questi bambini non hanno altro modo di venir curati; e qui invece sto male perchè so che non posso fare nulla, per le persone che vorrei. E forse neanche laggiù sono poi così utile, io ed i miei inutili e vuoti quattro anni di università. Voglio, devo, studiare molto di più. Non ho tempo
24.02.2009 - 23:00
Marge.
Non ho il tempo nè la testa ora per lasciarmi andare a lunghi post emozionanti, come vorrei, perchè la mia anima è sì emozionata e palpitante (nonmisembraverodavveroparto?!?!), ma anche tanto stanca: oggi lauree, domani esame, dopodomani partenza...sono così satura di pensieri e preoccupazioni che non trovo le parole. Da un certo punto di vista, sto anche cercando di tenere l'emozione lontana...se davvero realizzassi che dopodomani a quest'ora sarò in suolo senegalese, se penso a tutte le volte, di questa mia lunga adolescenza tanto tipicamente affetta da mal di vivere, mi sono detta: resisti, resisti, un giorno sarai là, tra sabbia e baobab e visi scuri, e saprai che è là il tuo posto, se ci penso davvero, se mi fermo e scaccio dalla mente tutto il resto, rischio di svenire, di sentire il mio cuore accelerare per la contentezza fino a morirne. E siccome vorrei arrivarci viva, preferisco ora concentrarmi su Linfomi di Hodgkin e compagnia bella. E sentire sempre una piccola vocina lontana ripetere: mancano solo quarantotto ore...
Ansia!
18.02.2009 - 22:00
Marge.
My ma tells me no But my feet tell me go! It's like a drummer inside my heart Oh, oh, oh Don't make me wait One more moment for my life to start... Stanotte non riuscivo ad addormentarmi a causa dell'ansia per le cose che devo fare da qui a sei giorni, compreso un esame (mio), una laurea (di Tom), una campagna elettorale (mia), e poi partire per l'Africa. Stamattina mi sono svegliata presto, ho studiato, ho sbrigato varie faccende per la lista e per la partenza, ho studiato ancora, sono andata a fare la spesa e a fare un'ora di ripetizioni (infinitive, ut e congiuntivo, cum e congiuntivo). Il tutto cantando a ripetizione Goodmornig Baltimore, per colpa di Steve e quel suo video così carino, perfino per strada a squarciagola (serve comunque a tenere lontani i vecchietti attaccabottone). Sono così stanca che mi sto per addormentare sulla testiera, ma penso che se non avessi tutte queste cose da fare, l'ansia sarebbe ancora di più. Fra sette giorni sarò là! Poesia dell'amore salvifico
10.02.2009 - 20:00
Marge.
Ti raccatterò con un cucchiaino
fino all'ultima goccia ti colerò nel tuo stampino e ti metterò in forno, al caldo e quando uscirai sarai cotta a puntino e pronta a vivere, ed essere felice. E in tutto ciò, ti amerò, e mi basterà così. De felicitate
26.01.2009 - 21:27
Marge.
Perché è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quand'è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva.
In alcuni momenti della vita capita di soffermarsi su una vecchia foto, una frase scritta tempo prima, un filmino d'altri tempi, e pensare: "Quel periodo ero felice, e non lo sapevo". E' la felicità inconsapevole, così tipica dei bambini (tutti i bambini dovrebbero averla). Poi c'è la felicità consapevole: quei momenti in cui dici: "Sono felice, lo sono davvero. Questo momento è perfetto. Non voglio altro, posso sopportare ogni altra cosa." Sono due felicità molto diverse fra loro; e mi chiedo: qual è più importante? Quale resta di più? Quale dobbiamo ricercare? Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio. Ce la farò, vero? Vero che ce la farò? E soprattutto mi chiedo: c'è una dose massima di felicità assegnata ad ognuno di noi? Ed una dose minima? Sono stata davvero felice, fino in fondo, quand'ero bambina, e non lo sapevo. Lo so ora. Ed ora ci sono momenti in cui sono felice, anche se sono rari, e la maggior parte del tempo sono solo euforica, l'euforia tipica di chi nasconde l'ansia, e mi trascina avanti l'idea di un futuro migliore. Però ora non mi capita di guardare indietro, agli ultimi anni, e dire: ero felice e non lo sapevo. La felicità che provo a volte ora me la bevo subito avida, la consumo e la tengo stretta finchè non evapora in un filo sottile di brumastra, e non rimane altro a cui ripensare. Studiare Gastro fa male
11.01.2009 - 00:00
Marge.
Harrison nostro che sei nei cielisia leggiuto e imparato a memoria il tuo libro siano rispettati i tuo diagrammi diagnostici così in Italia come negli USA dacci oggi le nostre 40 pagine quotidiane e rimetti a noi le cose che scordiamo pur avendole ripetute 800 volte e noi continueremo a ripeterle e non indurci in errore o in confusione AMEN N.B.: l'Harrison è il nostro libro di medicina interna, bibbia di noi aspiranti medici. Natale
25.12.2008 - 18:50
Marge.
Ieri sono stata alla Messa di Natale del mio paese, dopo il gran cenone. Ci vado semplicemente perchè per me è una tradizione, ed inoltre ho modo di vedere tante persone che altrimenti non saprei dove andare a pescare. Ci sono stati grandi cambiamenti, in questi anni: il coro si è modernizzato, ora hanno microfoni, un pc che mixa, una chitarra collegata con mille cavi alle casse, e fanno canti polifonici e gorgheggianti che sembra di stare ad una funzione protestante, a volte battono le mani ed ondeggiano proprio come donnone di colore; l'effetto è strabiliante, le canzoni sono moderne, accattivanti, un misto fra Nek e Luca Carboni, il cui ritornello è però "Gesù ti amo" invece di "Laura non c'è". Peccato però per le mie solite canzoni natalizie, quelle che strimpellavo in uniforme scout maledicendomi per i calzoncini corti. Mi sono mancate, le mie canzoni, e poi non conoscendo queste nuove, sono stata zitta e non mi piace. Andando avanti, il sermone l'ho sentito poco, perchè nel frattempo ero stata folgorata da un'idea per un racconto (un po' blasfemo, a dir la verità), per cui ho cominciato a formulare le frasi nella testa e mi sono persa le parole del prete, ma credo che fossero della serie del dono che Gesù ci fa facendosi uomo, e così via. Al momento della Comunione, poi, mentre il prete si recava sul davanti, una voce di donna, stile informazioni all'aereporto, compare all'altoparlante, e con fare professionale ed impersonale declama: "Coloro che non hanno avuto modo di confessarsi, sono pregati di non fare la Comunione, ma di attenersi ad una Comunione spirituale pregando così: ..." e giù una preghiera di pentimento assoluto. Sono rimasta secca, ed avrei giurato che dopo tali parole di terrorismo nessuno si sarebbe alzato, ed invece le vecchiette, le signore, qualche signore, ed un paio di spavaldi adolescenti sono andati a comunicarsi; che coraggio! Belle, queste tradizioni natalizie: ricordarsi ogni anno perchè mi piace tanto la religione cristiana, e perchè non lo sono, per queste ipocrisie, i soldi e le pellicce, la spocchiosità di giudicare, noi poveri umani tutti uguali, chi si salverà e chi no, se mai qualcuno potrà salvarsi dalla morte (e a questo non credo più, ora). Ma il mio momento triste è stato alla Pace: una ragazza che era a scout con me mi ha salutato con il saluto scout, e mi sono salite le lacrime agli occhi, mi sono chiesta per l'ennesima volta per quale cazzo di motivo io non sia più lì, ora. I motivi li so a memoria, li condivido tuttora, e quando ci ripenso, il più delle volte mi arrabbio e basta; ma poi mi sento come se mi avessero tolto una grandissima felicità, mi manca tantissimo lo scoutismo, e vorrei ricominciare, lo farei domani, con tutto: i canti i ban i giochi le camminate i fuochi di bivacco le scenette le riunioni l'impegno le uniformi che uniscono e non dividono come le divise, i lupetti attorno alla rupe e le squadriglie ed i loro gridi e l'alpestok e la competizione e le tende e le notti piene di stelle in montagna a guardare la luna mentre la tua novizia piagnucolona fa pipì e ti ha svegliata apposta e sei dovuta uscire dal saccapelo caldissimo e comunque pensi che non ci sarà mai momento più bello nella tua vita. Confusione esaltazione rabbia speranza
12.11.2008 - 20:55
Marge.
In questo momento ho la febbre e mi sento come quando si è alticci; l’ultima volta che sono stata ubriaca è stato alla festa di Tom, perché lui aveva fatto la sangria, ed io con quella proprio non mi regolo…è stata una serata bellissima, quando siamo rimasti in pochi intimi, ho cominciato uno show di due ore cantando a squarciagola tante bellissime canzoni, accompagnando la performance con gesti e balli. I video sono molto esplicativi del mio stato mentale quando mi esalto.
Ora però non sono esaltata: mi sento solo debolissima e caldissima; tra l’altro non mal di gola, raffreddore né niente altro…vai a capire. Ho passato il pomeriggio studiando le epatiti…Avrei voluto scrivere qualcosa sulle manifestazioni, qualcosa su come è allo stesso tempo bello partecipare, e brutto sapendo che tanto poi si viene sempre sminuiti, derisi, strumentalizzati. Vorrei scrivere di come la nostra lotta pacifica non si fermerà, perché abbiamo diritto a studiare. L’Italia ha diritto a università pubbliche, ed ha diritto a chiarezza, trasparenza, non a sentirsi dire frasi fatte ed offensive. C’è tante rabbia dentro di me per come va male questa Italia, per come stanno facendo crescere gli adulti di domani, imbevuti solo di voglia di far soldi e diventare famosi. Anche io voglio diventare famosa, fin da bambina ho sempre sognato di essere qualcuno che il mondo ricorderà: una scrittrice di cui tutti leggono i libri, che le madri consigliano ai figli, o un medico anticonformista che invece di aprire uno studio privato a 200 euro a prestazione senza ricevuta, passa la vita lì dove si muore ancora di mal di pancia. Io voglio essere ricordata, lo ammetto, per queste cose. Non certo per aver fatto il Grande Fratello. Mi sento triste ed esaltata per la politica allo stesso modo, in questo periodo. Oggi, comunque, predomina la confusione febbrile. Obama!
05.11.2008 - 20:12
Marge.
Obama è il presidente degli Stati Uniti!Dopo questi giorni di lotta sociale, di grande unità ma anche di profonda delusione nei confronti delle istituzioni, di violenza rimasta impunita, di generalizazzioni e strumentalizazzioni, finalmente, appena sveglia, ho potuto sorridere pensando: "Questo mondo ora sarà migliore." Non ho avuto la connessione per dieci giorni; rispetto al mio ultimo post, sono successe tantissime cose, e per non dimenticarle, ho tneuto un diario personale, per non scordare nulla di queste giornate così dense, in cui la mia vita personale, i miei malanni e le insicurezze familiari si sono mescolate fittamente all'unità, all'idea che ho di patriottismo: insieme, tutti quanti, di qualsiasi bandiera, a maniefstare per ciò in cui veramente crediamo; sono stati giorni di informazione, di apprendimento, di approfondimento di questioni che credevo non avrei mai affrontato in vita mia. Giorni di arrabbiature e di grande amore, per tutti i ragazzi che mi vedevo intorno, appassionati come me. Nei prossimi giorni pubblicherò qualche estratto del mio diario, la mia visione su cosa è successo a Piazza Navona, la bellissima manifestazione del 30, le affermazioni e le smentite continue del Governo (che denotano grande insicurezza), le interviste (giovedì 30 al tg1, sabato su MTV, prossimamente su Sky), e infine, questa giornata: Obama presidente. Oggi sono veramente felice! Politica
21.10.2008 - 21:55
Marge.
Stamattina la giornata è cominciata, bene, mente facevo colazione ho canticchiato fra me e me Lettera di Guccini, e poi quando sono entrata in macchina, amgicamente è passata su Radio Rock Italia, neanche fosse un segno del destino...mi piace poi moltissimo cominciare la giornata con una canzone di Francesco, qualunque essa sia!Poi, invece, all'ultima ora di lezione, mi sono sentita un po' una cacchina, perchè tutta Italia sta manifestando per questa legge oscena, ed io sono sì molto indignata ed arrabbiata, però la mia università è fuori città ed a noi arriva appena l'eco del gran casino di Roma. Però poi ho cominciato a riflettere sul vuoto, sul qualunquismo ed il profondo egoismo che regna dentro la maggior parte dei miei colleghi, e sì, mi fanno tutti un po' schifo, e sono altamente stufa delle persone che piuttosto, darebbero la madre pur di non essere chiamati ad esprimere il loro parere sulla questione - semplicemente perchè un parere non ce l'hanno, non saprebbero da che parte cominciare. Ed ecco il mio parere, molto schematico: Sono contro la legge 133/2008, prima di tutto, perchè trovo molto antidemocratico far diventare tutte le università delle findazioni private. Con i tagli che partiranno dal 1 Gennaio 2009, le università avranno a disposizione molti meno fondi,e la soluzione indicata è appunto quella di accettare delle sovvenzioni private (in parte questo accade anche ora, ma c'è un tetto massimo). La conseguenza di ciò sarà la perdita della libertà di pensiero, di ricerca e di insegnamento negli atenei italiani. E l'esempio c'è: alla Cattolica di Roma, università di medicina, alcuni temi come l'aborto, il testamento biologico e la ricerca sulle staminali sono costantemente e violentamente attaccati. Questo perchè è il Vaticano che sovvenziona questa università. Chiunque quindi, in futuro, dovesse possedere una università, si sentirebbe il diritto/Dovere di dirigere il pensiero dell'università stessa. Non solo. Ho letto in giro che alcuni sono favorevoli alla privatizzazione, perchè questo "garantirebbe una scelta giusta degli insegnanti"; in pratica, ogni ateneo assumerebbe per nomina, e non per concorso o graduatoria, gli insegnanti. Della serie, la figlia dell'amica della nuova di mio genero. Il solito schifo italiano, altro che giustizia. Punto secondo, il blocco del turn over degli insegnanti: vuol dire dare sempre meno spazio alle giovani menti italiane, che sempre più andranno all'estero. Sono stata, qualche anno fa, ad una conferenza di Kandel, un grande neurologo americano; ci ha mostrato anche le foto dei suoi colalboratori, cervelli ottimi che lo sostengono continuamente nella ricerca con la loro intelligenza e le loro intuizioni: erano tutti sotto i trent'anni. Da noi, devi averne più di cinquanta, per avere la possibilità di fare ricerca. Olte a ciò, io sono per principio contraria alla privatizzazione in toto. Trovo giusto che ci siano anche aziende private, di qualsiasi ambito, ma trovo altresì giusto che alcune funzioni fondamentali per la vita dell'uomo, come la sanità e l'istruzione, mantengano sempre una faccia pubblica, che sia di uguale qualità e possibilità. Altrimenti, non siamo più tutti uguali, di fronte allo stato, come invece è sancito dalla nostra Costituzione. Mi è presa una grande amarezza, oggi. Tutti pensiamo che saranno gli altri, casomai, a combattere per noi. Che siamo tutti troppo impegnati per partecipare - pensiamo, ma io non posso, devo fare questo e quello! Vorrei una gioventù italiana meno egoista e più patriottica, nel senso che si interessi della vita dello stato. Il famoso significato squisitamente greco di "politica". Odio chi dice: "Io non mi interesso alla politica", perchè tutto è politica: anche prendere l'autobus la mattina. Il tempo andato
17.10.2008 - 22:22
Marge.
Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l' altro che passerà. Cantare il tempo andato sarà il mio tema perchè negli anni uguale sempre è il problema. E dirò… sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi, cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi, canterò soltanto il tempo... Sono sicura che, già fra solo un anno, tutto mi sembrerà un buffo momento passato. Ora però, come sempre, i dolori ed i bruciori fisici si accompagnano al mio tumulto interiore. Ho paura di perdere una delle cose più importanti della mia vita. E non me ne frega niente che mi dicano: “Guarda che tu non c’entri”. Io c’entro. Tre settimane fa ho ringraziato il cielo per questa cosa, ed ora mi sembra beffardamente camminare sul ciglio del famoso burrone. Voglio tornare nei prati distesi, morbido tappeto, e fuggire da questo tagliente bordo scosceso. Nel frattempo, a sottolineare l’imprevedibilità delle cose della vita, ieri ho sentito una persona che non vedo da dieci anni, un personaggio molto importante del mio eden infantile. Credo che per tutti la vita da bambino rappresenti una specie di paradiso felice, in terra, e per me in terra ha un significato squisitamente pratico: mi viene in mente l’erba del mio giardino, il cobalto striato del cielo, l’asfalto della mia piazzetta che di sbriciolava nelle nostre mani, e giocavamo a trovare i sassolini neri più grandi, tra tutta quella polvere. So per certo che per me e questa persona, per quanto ieri mi sia sembrata diversa e lontana, la nostra infanzia rappresenta un momento che non tornerà, e lo so, che non torna per nessuno, ma è proprio che ora è tutto completamente diverso, ed io non lo avrei mai immaginato. È tutto così strano, in questi giorni. E diverso. Oppure è tutto uguale, ma io non riesco a cogliere il filo rosso del destino che ci lega inevitabilmente, tutti, come sempre? Ultimi commenti |
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Marge Cittadina del mondo, ventenne, pacifista ormai più che convinta, scrittrice, aspirante medico, Guccini dipendente nonchè Baricco, Benni, Brizzi, Montale, Leopardi, Calvino, e così via, soddisfatta divoratrice. Occhi verdi sempre un po' rossi, insoddisfatta e inquieta e perennemente malinconica ma profondamente, carnalmente innamorata del vivere.
Layout Nero, chiaro, elegante, un po' tetro. Bianco, chiaro, inequivocabile. Fiori, erba. L'essenzialità conduce al cuore delle cose. Leggo Aperti: Archivio
- 26 Marzo '08 /6 Ottobre '08 Ho letto... Gli ultimi letti sono in fondo; la lista è aggiornata dal settembre 2004. Quelli in verde sono linkati ad una recensione da me scritta. Esami Primo anno Ho scritto... Gli ultimi scritti sono in fondo; la lista è aggiornata dal settembre 2004. Varie
   
   
   
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